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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Partinico, in Consiglio comunale arrivano l'aumento retroattivo delle tasse e l'affare casa di riposo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Con il consiglio comunale di lunedì 26 novembre, i cittadini inizieranno a pagare di propria tasca gli effetti del dissesto economico recentemente dichiarato, causato dalla dissennata gestione dell'ex amministrazione Lo Biundo e di cui la nuova giunta De Luca ha preso atto, decidendo di non porre in essere alcuna azione per provare ad evitarlo con lo strumento del piano di riequilibrio. Speriamo di sbagliarci nel pensare che, con la giustificazione di un dissesto ereditato, l'amministrazione De Luca stia cominciando a porre in essere delle scelte politiche pesanti e scellerate, ma opportunisticamente presentate come inevitabili.

Pensiamo, ad esempio, al fascino che la giunta subisce dalle procedure di privatizzazione, nonostante le comprovate esperienze negative del recente passato (acqua e strisce blu) con cui la nostra città ha avuto a che fare. Lunedì c'è il serio rischio che venga portata a termine la prima di queste esternalizzazioni, ossia quella relativa alla casa di riposo, su cui basta spendere poche parole per far intendere la portata di un affare bello e buono. In cambio di soli 20 mila euro all'anno (un affitto irrisorio per un immobile del genere), l'intera struttura sarà affidata ad un privato che – a differenza delle tante strutture private esistenti nel nostro territorio - riceverà pure il contributo economico del Comune per il pagamento della retta degli anziani ospitati. Il tutto quando invece la casa di riposo può essere mantenuta pubblica senza grandi difficoltà, dal momento che la legge obbliga l'Ente alla copertura del costo del servizio per il solo 36%, una percentuale facilmente raggiungibile con una opportuna revisione della spesa. Una delle conseguenze già note della procedura di default è quella dell'innalzamento al massimo delle tasse locali.

La beffa per l'Ente è che le aliquote erano state già – quasi del tutto – aumentate dalla vecchia amministrazione e già dal lontano 2012. Sappiamo dunque che i margini di manovra sono davvero ridotti e che a questo obbligo di legge non si può fare altro che adeguarsi. Anche in questo caso, tuttavia, siamo sorpresi di aver trovato qualcosa di anomalo nelle delibere in votazione nel consiglio comunale di lunedì. In maniera chiara nella proposta di aumento dell'IMU (dal 10 al 10,60 per le seconde case) e della TASI (dal 2 al 2,5 per i fabbricati costruiti e invenduti) si parla di decorrenza retroattiva dall'anno 2017, per il quale i contribuenti hanno già effettuato il saldo di quanto dovuto entro il 16/12/2017. Non è chiarito se la stessa cosa varrà per l'IRPEF (che adesso dovrà essere pagata anche da chi ha un reddito inferiore agli 11 mila euro che prima era esente). Ci opponiamo fortemente a questa scelta in quanto viola l'art. 3 dello Statuto del Contribuente che stabilisce il principio per cui “le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo […] e si applicano solo a partire dal periodo d'imposta successivo”. Sarebbe d'altronde impensabile che i cittadini, autonomamente (in quanto per IMU e TASI non si ricevono avvisi di pagamento), debbano andare a ricalcolare una tassa già saldata per l'anno 2017. Così come è inimmaginabile che, conseguentemente, la maggior parte dei cittadini si troverà a ricevere degli avvisi di accertamento con sanzioni e more per il pagamento parziale dell'imposta! Per non pensare ai possibili ricorsi che l'Ente potrebbe subire con addebito di spese legali in caso di soccombenza. Ci auguriamo che il consiglio comunale lunedì operi per il bene dei cittadini e che, diversamente da come avveniva nel passato, soprattutto la maggioranza abbia il coraggio di intervenire sugli atti della propria giunta, di eliminare questa assurda retroattività degli aumenti tributari e di bocciare l'affare della privatizzazione della casa di riposo.

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