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Caos 5 Stelle, Di Maio non è più il capo politico: il palermitano Crimi verso la reggenza

Al titolare degli Esteri dovrebbe subentrare il viceministro, in quanto membro più anziano del comitato di garanzia grillino, come riportato dallo statuto del Movimento

A pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria, Luigi Di Maio ha annunciato ai ministri del Movimento 5 Stelle le proprie dimissioni da capo politico, durante una riunione tenutasi stamattina a Palazzo Chigi. La dichiarazione ufficiale è attesa per le 17, in occasione della presentazione dei facilitatori regionali. La "reggenza" del Movimento 5 stelle, dopo il passo indietro di Luigi Di Maio da capo politico, spetterebbe al viceministro palermitano Vito Crimi, in quanto membro più anziano del comitato di garanzia grillino, come riportato dallo statuto del Movimento. Questo almeno in un primo momento, dunque non è escluso che la guida del Movimento si "ampli" in una seconda fase, con una sorta di "comitato di saggi". Sarà lo stesso Crimi, con tutta probabilità, a scegliere il capo delegazione M5S per il governo, che non è stato indicato nella riunione di questa mattina tra Di Maio e i ministri pentastellati.

"Oggi pomeriggio alle 17 sarò a Roma insieme a tutti i facilitatori regionali. Mi collegherò in diretta perché ho delle cose importanti di cui parlarvi... Vi aspetto. A più tardi. Forza!", ha scritto lo stesso Di Maio su Facebook.

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L'annuncio di Di Maio era nell'aria e arriva in un momento difficile per il Movimento 5 stelle (tante le "fughe" nei mesi scorsi). "Un leader da solo non basta più", aveva annunciato nei giorni scorsi riferendosi a una riorganizzazione del partito. 

E in un post del 10 gennaio scorso, lo stesso Crimi parlava del difficile ruolo di leader. "Essere un 'capo' - scrive - non è facile. Non lo è mai, qualunque sia il contesto nel quale ci si ritrova ad esserlo. L'onore e il prestigio di un tale riconoscimento sono grandi, chiaro, ma ancor più grandi sono spesso gli oneri da sostenere. Ci sono impegni da mantenere, risorse da coordinare e valorizzare, problemi da risolvere e soluzioni da trovare, obiettivi e risultati da raggiungere. E ci sono scelte da compiere, decisioni da assumere. Il momento della decisione è sempre divisivo: alcuni approveranno la scelta del 'capo', altri si ritroveranno insoddisfatti, per non dire 'traditi'. Che si vinca o che si perda, è sempre al capo che vengono attribuite tutte le responsabilità. Si diventa parafulmini, scudi umani in difesa dei valori in cui si crede e delle persone che li portano avanti. Se le cose funzionano, può capitare di ricevere apprezzamenti e riconoscimenti di merito (pochi). Ma se qualcosa va storto, piovono insulti, accuse di tradimento, inviti a lasciare (tanti). E per alcuni fra coloro che lo hanno eletto, il 'capo' diventa un alibi dietro al quale poter nascondere le proprie, di responsabilità". 

Secondo Crimi "Essere un 'capo' non è facile. Ed esserlo nel Movimento 5 Stelle è ancora più difficile, perché mentre altrove si perdonano le peggiori condotte ed azioni (anzi, fanno curriculum), nel Movimento siamo condannati a dover essere perfetti. Ma come ogni capo, anche il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, si è trovato a dover assumere decisioni, compiere scelte, avviare progetti e seguire percorsi. A volte queste scelte hanno portato a risultati immediati e travolgenti, altre volte ci è voluto tempo per comprenderne la portata, altre volte ancora la strada intrapresa si è rivelata sbagliata. Ma solo chi non decide non commette errori. Eppure tutte le scelte compiute fino ad oggi hanno condotto il Movimento 5 Stelle ad essere la prima forza politica dell'arco parlamentare. Al solito, si dirà: ecco Crimi che torna a difendere il 'capo'. Spiace deludere i miei cari haters, ma non devo difendere nessuno. Luigi non ha bisogno di difensori: per lui parlano i fatti, le cose realizzate. E non potendolo attaccare su queste (poi ci si ritroverebbe costretti a parlarne, e non sia mai che i cittadini vengano informati una volta tanto di ciò che ha fatto il Movimento 5 Stelle!), ci si aggrappa a qualsiasi appiglio pur di screditarlo. Perfino sulle cose che non ha realizzato. Ma sfido chiunque a sostenere che avremmo potuto realizzarle con qualcun altro al posto di Luigi: col senno di poi, tutto diventa facile.Io sto con il Movimento 5 Stelle. E ci sto sempre, non solo quando si vince e quando tutto sembra andare bene. Anzi, è soprattutto nei momenti difficili che sento di dover dare di più a questa meravigliosa e irrinunciabile comunità. Ci sarà il momento del confronto aperto e delle proposte, delle idee per migliorarci, delle nuove strade da percorrere. Ma oggi questo Movimento dobbiamo difenderlo più che mai. A qualcuno potrà non piacere, ma oltre a Crimi e a tutti i portavoce, gli attivisti, i volontari e i simpatizzanti, il Movimento oggi è anche e soprattutto Luigi Di Maio, da sempre preso a bersaglio e che ancora adesso non si tira indietro dal difenderci tutti. Forza Luigi, e forza Movimento!"

Fonte Today.it

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