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Rimborsi M5S, Crimi tirato in ballo si difende: "Ecco perchè sono tutti uguali"

Il senatore palermitano, citato tra i parlamentari che non avrebbero versato quanto dovuto nel fondo per il microcredito alle imprese creato con parte delle indennità ricevute durante il mandato, respinge ogni accusa

Il caso "Rimborsopoli" che ha travolto il Movimento Cinque Stelle lambisce anche il senatore palermitano Vito Crimi. Citato tra i parlamentari che non avrebbero versato quanto dovuto nel fondo per il microcredito alle imprese creato con parte delle indennità ricevute durante il mandato, lui però respinge ogni accusa e si difende. "Non avrei mai voluto esprimermi sulla vicenda delle restituzioni mancate da parte di alcuni colleghi - scrive su Facebook - . Avrei voluto continuare a parlare di programmi, di futuro, di progetti. E invece mi trovo costretto a dovermi difendere dalle falsità, come quelle pubblicate da un giornale locale che ha pensato bene di dedicarmi un articolo diffamatorio. Solitamente non commento, ma in piena campagna elettorale e alla vigilia di un tour che mi porterà ad incontrare i cittadini delle valli bresciane, è mio dovere replicare".

Crimi "smonta" l'articolo che lo tira in ballo e precisa: "Il pezzo si basa su un'opinione espressa da tale Marco Canestrari, ex dipendente della società Casaleggio Associati, secondo il quale alcuni bonifici destinati da Crimi, Giarrusso e Toninelli al fondo per il Microcredito sarebbero 'sospetti'. E la motivazione sarebbe che gli importi delle restituzioni relative ad alcune mensilità risultano identici. Sarebbe bastata una semplice verifica, per accorgersi che gli eletti del Movimento 5 Stelle restituiscono ogni mese allo Stato e ai cittadini due quote: una fissa (la parte di stipendio che tutti noi in egual misura ci tagliamo, a differenza dei partiti) e una variabile (le parti di diaria e i rimborsi non spesi, che appunto variano in funzione dell'attività svolta dagli eletti). Ora, può capitare che durante alcuni mesi i rimborsi e le diarie vengano esaurite perché si sono dovute affrontare spese rilevanti (cambi di abitazione, caparre, spostamenti frequenti nel Paese, spese legali per denunciare i giornali che praticano disinformazione, consulenze per affrontare l'esame in aula di leggi importanti e via dicendo). Ma in quegli stessi mesi, se la quota variabile risulta zero, la quota fissa (cioè la riduzione dello stipendio) rimane sempre: ecco perché le somme delle restituzioni risultano in alcuni casi uguali. In quei mesi ci siamo tagliati lo stipendio e abbiamo restituito 'solo' quello: ecco la nostra 'colpa'".

Crimi si schiera poi contro il termine "Rimborsopoli", "sapientemente coniato - attacca -  da partiti e media per rimestare fango e non far capire nulla ai cittadini. A leggere i giornali e ad ascoltare i tg, sembra quasi che abbiamo intascato rimborsi illeciti contravvenendo alla legge. Niente di tutto questo. Gli eletti del Movimento 5 Stelle non hanno mai intascato nulla di illecito, ma si sono sempre tagliati gli stipendi restituendo le eccedenze ai cittadini. E su questo si dovrebbe ragionare: sulla restituzione volontaria di parte degli stipendi che, piaccia o no, per legge sono nella piena disponibilità dei parlamentari. E mentre gli 'onorevoli' dei partiti si prendono tutto fino all'ultimo centesimo senza pensarci due volte (arrivando anche al 99,9% di assenze in aula), i portavoce del Movimento 5 Stelle restituiscono".

"Tranquillizziamo tutti - prosegue il pentastellato - quando avremo la maggioranza in parlamento, faremo approvare la riduzione degli stipendi di tutti i parlamentari, aboliremo la truffa del 2x1000 ai partiti e i vergognosi vitalizi che hanno fatto finta di voler cancellare. La nostra non è propaganda, ma logica conseguenza: tra il taglio degli stipendi e i rimborsi non spesi di parlamentari e consiglieri regionali, il Movimento 5 Stelle ha restituito 37.752.396,88 euro ai cittadini, versando oltre 20 milioni di euro nel fondo del microcredito di Stato, consentendo di finanziare più di 6.000 imprese e generando oltre 14.000 posti di lavoro. Tutto questo mentre i partiti in tre ore (con la legge Boccadutri) si intascavano 45 milioni di rimborsi elettorali senza uno straccio di controllo sui loro bilanci, con buona pace delle aziende che chiudono perché strozzate dalla burocrazia. Ma non ricordo prime pagine, aperture di tg e redazioni in prima linea a denunciare quel (vero) scandalo".

"Vi chiedo - aggiunge rivolgendosi ai sostenitori - di non perdere la fiducia. I partiti e i loro giornali al guinzaglio hanno fatto di tutto per allontanare i cittadini dalle Istituzioni, per arraffare tutto il bottino, per piazzare amici degli amici su tutte le poltrone disponibili. Ora tentano di fare lo stesso con noi: vogliono farci sembrare come loro e allontanare ancora una volta i cittadini. Dobbiamo resistere, fino alla fine, fino all'ultimo centimetro. Il Movimento è l'ultima speranza per rimettere in piedi il paese. Proteggiamo questa speranza e andiamo avanti. Coraggio".

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