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Hotspot allo Zen, scintille tra Forello e Gelarda: il M5S si spacca sui migranti

Da un lato il capogruppo e gli altri consiglieri, secondo i quali il centro di fondo San Gabriele "non sia adatto per accogliere i migranti"; dall'altro il poliziotto, favorevole a una "vera politica di rimpatri". Botta e risposta: "Parla a titolo personale, non seguo la linea del nuovo governo"

Sul "no" all'hotspot che il governo nazionale intende realizzare allo Zen sono d'accordo, sui migranti invece sono divisi. Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle si spacca: da un lato Igor Gelarda; dall'altra Ugo Forello e gli altri quattro consiglieri. "La tutela dei diritti umani per noi viene prima di tutto, per questo non crediamo che l'hotspot che vogliono costruire a Palermo, struttura chiusa, caratterizzata da un forte controllo di polizia e con un divieto assoluto di ingresso, sia lo strumento adatto per accogliere e aiutare i migranti" aveva dichiarato in una nota Forello, secondo il quale "Palermo non ha bisogno di luoghi in cui vengono violati i diritti fondamentali e che offrono poche garanzie a chi vi è ospitato. Oltretutto l’area individuata, vicino lo Zen 2, è sottoposta a vincolo perché sorge su verde storico. Si parla di più di 7 milioni per due anni per la sola realizzazione dell’opera, una cifra enorme per qualcosa, sulla carta, di temporaneo che rischia di creare una periferia nella periferia".

Gelarda, pur condividendo l'inefficacia dell'hotspot nella gestione dei migranti, sostiene la linea che a livello nazionale sta portando avanti il M5S: "Posto il fallimento dell’attuale gestione dei flussi migratori, è chiara la volontà del governo che si sta per costituire di dare una stretta al fenomeno migratorio, con una vera politica di rimpatri e una valutazione delle domande di protezione direttamente nei paesi di origine o di transito. E continuo dicendo che lascerei al nuovo governo, che sembra avere le idee ben chiare su come affrontare la vicenda immigrazione, stabilire di cosa ha bisogno la nostra nazione in tema di politica dell’accoglienza. Ancora, stigmatizzavo chi fa dichiarazioni ipocrite sul problema migrazioni chiamando l’hotspot punto di prima accoglienza o ignorando che un hotspot di fatto a Palermo già esiste da tempo e sta in capo alle forze dell’ordine (esattamente si trova presso l’ufficio immigrazione a San Lorenzo) e concludevo il mio comunicato dicendo no all’hotspot 'perché il problema dei flussi migratori deve essere limitato fortemente e non può essere gestito in questo modo sconsiderato, come è stato finora. Chi ha motivi e titolo per stare in Italia, secondo le norme, ben venga'. Ho solo ripreso il nuovo contratto di governo tra la Lega ed il Movimento 5 Stelle".

La protesta dei residenti allo Zen: "No a nuovo ghetto" | Video

Una posizione che non trova la sintonia del resto del gruppo, che certifica la spaccatura con Gelarda. Argiroffi, Lo Monaco, Randazzo e Amella sposano la linea Forello. "Gelarda parla a titolo personale" è in sostanza il sunto del pensiero dei cinque pentastellati di Sala delle Lapidi. Gelarda è però un fiume in piena e stretto giro di posta replica: "Dopo avere scoperto che il mio gruppo consiliare prende le distanze da me, le possibilità che si prospettano sono due: o gli altri cinque consiglieri del gruppo di Palermo fanno parte di quel 6% che sul blog delle stelle ha votato contro il contratto; oppure i miei colleghi consiglieri non hanno avuto ancora modo e tempo di leggere il documento sottoscritto da colui che sta rappresentando in maniera esemplare il nostro Movimento, Luigi Di Maio. Ragion per cui avrebbero fatto meglio ad astenersi dal commentare le mie dichiarazioni. La parte che consiglio loro di leggere è a pagina 26, con un paragrafo dal titolo abbastanza chiaro 'Immigrazione: rimpatri e stop al business', dove viene ben analizzata la problematica. Sostanzialmente, dunque, gli altri componenti del mio gruppo consiliare la pensano diversamente da me, che però la penso come la pensa il 94% dei grillini. Quindi Gelarda parla a titolo personale, ma Forello e gli altri dicono cose che non c’entrano con il Movimento 5 Stelle. Ragione per cui, se gli altri cinque consiglieri del Movimento non si sentono più rappresentati dal Movimento di adesso, mi domando perché mai continuino a starci dentro".

Quindi l'affondo politico: "Tra l’altro un Movimento che combatte ogni giorno per rappresentare un'alternativa al vecchio modo di fare politica si trova, con questo gruppo consiliare, sempre al centro di polemiche che non mi sarei aspettato, e che francamente credo abbiano stancato tutti. I palermitani ci hanno votati - pochini in realtà alle Comunali con Forello candidato sindaco, rispetto a quello che abbiamo ottenuto alle Regionali e alle Nazionali - per avere sei leoni in Consiglio comunale". 

La disputa, c'è da scommettere, non rimarrà circoscritta nei confini palermitani. Gelarda infatti vuole portarla all'attenzione dei vertici del M5S: "Considerato che ho chiesto chiarimenti e ho spiegato le mie ragioni più volte anche ai deputati regionali, senza riceverne risposta, non intendo più tollerare, all’interno del gruppo consiliare del M5S, cose che siano in contrasto, anche se minimamente, con l’attività che ci viene richiesta da pentastellati. Adesso informerò anche il nazionale di quanto avvenuto e sono certo che qualcosa si muoverà, nell'interesse e nel bene del Movimento palermitano".

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