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Consenso e tatticismo: cresce l'appeal della Lega di Salvini, Palermo in "fermento"

Le voci sui consiglieri comunali che potrebbero aderire ai leghisti si rincorrono, ma i tempi per un gruppo a Sala delle Lapidi non sono maturi. In vista delle Europee, il Carroccio lavora sul voto d'opinione. Lo scontro con Orlando, la "Lega delle Leghe" coi sicilianisti e il sogno Diventerà Bellissima

Ha dalla sua il vento in poppa del consenso. E per una serie di esponenti politici locali sarebbe il partito giusto in cui approdare. A Palermo, così come nel resto della Sicilia, la Lega di Matteo Salvini piace a una "fetta" consistente di opinione pubblica e parla la stessa "lingua" di chi (dentro e fuori le istituzioni) si definisce autonomista, sicilianista, sovranista, populista. 

Chi "guarda" ai leghisti

La Lega però non vuole diventare un "partito-autobus", anche se non disdegna il corteggiamento. A sua volta ricambiato da chi - tanto in Consiglio comunale quanto all'Ars - guarda con interesse all'avanzata del Carroccio. Tutto si ferma qui, almeno per il momento. Questione di tatticismo politico. Prendiamo il caso di Sala delle Lapidi: da tempo si parla della costituzione del gruppo consiliare Noi con Salvini. E da tempo si rincorrono le voci sui consiglieri che potrebbero aderire ai leghisti. Al Carroccio sono stati accostati i nomi di Sabrina Figuccia, Igor Gelarda, Marianna Caronia, Fabrizio Ferrara. Non sono mancati ammicamenti e contatti, più o meno diretti. Nulla più. Tra il dire e il fare, infatti, c'è di mezzo il mare. Ovvero tante variabili che finora inducono ambo le parti a rimanere alla finestra.

Un gruppo in Consiglio comunale? 

Da un lato il commissario della Lega Stefano Candiani, fedelissimo di Salvini, lavora per costruire un voto d'opinione ed evitare affollamenti ingombranti sul carro del vincitore. Dall'altro, i singoli esponenti politici fanno i conti con la salvaguardia degli spazi che si sono creati e la necessità di giocarsi "partite" differenti tra loro. Insomma, la formula giusta non è stata ancora trovata. Ergo, il gruppo in Consiglio comunale non è all'ordine del giorno. Idem all'Ars, dove l'unico leghista ufficiale resta il deputato Tony Rizzotto. Si continua a ragionare però in vista delle elezioni europee. In questo lasso di tempo qualcosa accadrà, sussurrano fonti bene informate. E già a dicembre potrà muoversi qualcosa, nel caso in cui alla Provincia venisse ripristinato il voto diretto. 

Il "flirt" dei Figuccia con la Lega

A Palermo, intanto, c'è fermento. La famiglia Figuccia, Sabrina e il fratello deputato regionale Vincenzo, è la più attiva sui temi caldi della Lega: immigrazione su tutti. Nonché sempre in prima fila, aassieme al capostipite Angelo, in occasione delle visite in Sicilia del ministro dell'Interno e leader leghista Matteo Salvini. Un flirt che va avanti da mesi. Alle scorse Politiche, la Lega avrebbe persino proposto una candidatura alla Camera nel collegio Resuttana-San Lorenzo ai Figuccia, che però hanno declinato l'invito di Giancarlo Giorgetti, braccio dedestro di Salvini. Il motivo? Opportunità politica. La stessa che, ancora oggi, tiene in stand-by l'adesione alla Lega.

Gelarda, il pentastellato di destra

La rottura definitiva con Ugo Forello, lo ha portato a dissociarsi dal resto del gruppo pentastellato in Consiglio e a dichiararsi indipendente: stiamo parlando di Igor Gelarda, che rivendica la sua appartenenza al M5S ma non nasconde le affinità con il mondo leghista. Sull'immigrazione Gelarda porta avanti la linea del governo giallo-verde e da buon poliziotto mostra prioritaria attenzione alle politiche riguardanti la sicurezza, posizioni praticamente opposte a quelle del resto dei consiglieri grillini. Gelarda, che ha storia e ideali di destra, è uno dei sostenitori più entusiasti dell'alleanza Lega-M5S a Roma. La scelta di rimanere formalmente nel gruppo consiliare pentastellato, da divorziato in casa, conferma però l'esigenza di salvaguardare uno spazio politico. 

Ferrara e Caronia, gli ex Mpa

Cresciuto nei giovani dell'Mpa, Fabrizio Ferrara - eletto consigliere in una lista orlandiana - avrebbe avuto contatti sia con Alessandro Pagano (ai tempi in cui era coordinatore dei leghisti nella Sicilia occidentale) sia più recentemente con il deputato nazionale Carmelo Lo Monte. Le buone perfomance elettorali, prima al Comune (dov'è stato riconfermato) e poi alle Regionali (tra i più votati nel Pd a Palermo, non eletto per un soffio) focalizzano però l'attenzione di Ferrara sui democratici. Non foss'altro per le "praterie" che ci sono nel Pd, alla ricerca di chi sul territorio ha mantenuto - se non incrementato - i consensi. Ogni riferimento alle elezioni Europee non è puramente casuale. Pur riconoscendosi nella politica territorialista della Lega, invece, Marianna Caronia (anche lei con un passato tra le fila dell'Mpa) non intende muoversi dal gruppo Misto: sia all'Ars (dove recentemente ne è diventata il presidente) sia in Consiglio comunale. A Sala delle Lapidi, tra l'altro, il Misto è diventato uno dei gruppi più numerosi: a farne parte, oltre alla Caronia, anche la stessa Figuccia, Mimmo Russo (in quota Fdi), Giulio Cusumano (Radicali) e Valentina Caputo. Segno di una politica che si sta riorganizzando, soprattutto in funzione anti-orlandiana.

Orlando vs Salvini: a chi giova?

Nello schema che si contrappone all'attuale governo della città, la Lega potrebbe spiccare e trovare terreno fertile in un elettorato trasversale. Lo scontro Orlando-Salvini sui migranti (cercato e trovato dal sindaco) sta producendo l'effetto di polarizzare l'opinione pubblica, piuttosto che mostrare il volto di una Palermo accogliente (o tollerante, a seconda dei punti di vista). Difficile pensare che dietro le continue entrate a gamba tesa di Orlando - rispetto a Salvini la faccia diversa della stessa medaglia - non ci sia un "calcolo politico". Staremo a vedere se questo scontro gioverà ad Orlando o se invece, come una sorta di boomerang, potrebbe accelerare il processo di radicamento sul territorio della Lega.

La "Lega delle Leghe" e i sicilianisti

Fuori dalle istituzioni, il partito di Salvini è visto di buon occhio anche da alcuni movimenti politici a connotazione sicilianista. E' il caso ad esempio dell'associazione politica "I Nuovi Vespri". Il presidente Franco Busalacchi torna in pista per dare voce "agli infuriati, a chi è stanco di sentirsi ripetere - dice - che la Sicilia è la 'cenerentola' d'Italia e per di più che ce lo meritiamo. Non è vero". Alle scorse Regionali la lista "Noi Siciliani", capeggiata proprio da Busalacchi, non si è potuta misurare con l'elettorato perché ricusata dalla Corte d'appello di Palermo per un vizio di forma. Dopo il battesimo della scorsa settimana, "I Nuovi Vespri" puntano adesso a radicarsi sul territorio per conquistare "spazi politici", afferma Busalacchi, interessato al progetto della "Lega delle Leghe" lanciato a Pontida da Matteo Salvini. Il ministro vorrebbe "mettere assieme in Europa tutti i movimenti liberi e sovrani, che vogliono difendere la propria gente e i propri confini". 
"Più forti siamo, più siamo appetibili" ragiona Busalacchi, impegnato a far crescere in questi mesi numericamente "I Nuovi Vespri" con l'obiettivo di piazzare alle Europee uno o più candidati in una lista leghista. "A patto che - aggiunge - Salvini persegua degli interessi non conflittuali a quelli della Sicilia. In tutti i casi alle Europee ci saremo, perché abbiamo l'esigenza di contarci e aprire un viatico per le elezioni regionali del 2022".

Il sogno Diventerà Bellissima

Per i leghisti, in Sicilia, il sogno nel cassetto si chiama Diventerà Bellissima. Il movimento politico del governatore Nello Musumeci si sposerebbe bene con il tentativo di allargamento, a colpi di voto d'opinione, portato avanti dai leghisti. In vista delle Europee potrebbe concretizzarsi un patto federativo affinché, pur mantendendo la sua autonomia, Diventerà Bellissima dia linfa preziosa ad una lista della Lega con suoi candidati. La presenza di Musumeci a Pontida, ça va sans dire, non è stata solo una comparsata. Sulle voci di un eventuale sodalizio tra la Lega e Diventerà Bellissima, il capogruppo all’Ars Alessandro Aricò così parlava qualche giorno fa: "Non c'è alcuna decisione, siamo ass olutamente autonomi e siamo nati proprio come altfernativa ai partiti. Poi è chiaro che il presidente Musumeci, capo carismatico del movimento, debba dialogare col governo nazionale, col premier innanzitutto per i rapporti istituzionali e con Salvini, che ha dato pieno sostegno alla coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni in Sicilia".

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