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Milazzo: "La politica governi, non tiri a campare"

Il segretario Cisl a un forum di Italpress alla vigilia dell’Assemblea programmatica regionale, punta il dito contro Governo e Ars: si discute troppo di poltrone, troppo poco di cose concrete. “Il vero nodo? La mancanza di confronto”

"La politica, se non governa, non è più politica ma un tirare a campare fino alla naturale scadenza della legislatura, quando da 90 i deputati diventeranno 70. E quella di Crocetta è stata una finta rivoluzione". A dirlo, il segretario regionale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, parlando dell'azione del Governo Crocetta e dell'attività dell'Assemblea regionale siciliana. "Il nostro obiettivo - informa nel corso di un forum organizzato dall'Agenzia di stampa Italpress – è riaprire il confronto con la Regione, se possibile: altrimenti se ne vadano tutti a casa, il Parlamento o fa leggi o non c'è motivo che esista. Si discute troppo spesso di poltrone e troppo poco di cose concrete. Alzeremo l'asticella della vertenza con manifestazioni territoriali fino al 31 ottobre: senza risposte non potremo restare fermi".

Per la Cisl, il Governo di Rosario Crocetta, "immobile, incapace di programmare, attaccato alle poltrone e indisponibile al confronto", nonostante i grandi proclami, fin qui si è rivelato un buco nell'acqua e la Sicilia - tormentata da crolli e disservizi, abbandonata dalle grandi industrie - è sempre più povera. Milazzo sferra un duro attacco alla politica siciliana a due giorni dall'assemblea programmatica che vedrà anche la presenza della leader nazionale, Annamaria Furlan.

Il vero nodo, osserva Milazzo, è "la mancanza di confronto. Noi siamo disponibili a ragionare sul merito ma i numeri sono numeri. La crisi continua a mordere e bisogna aiutare le imprese a intraprendere percorsi virtuosi e di reindustrializzazione della Sicilia. Invece, i grandi gruppi si sono allontanati, basti pensare a Fiat, a Fincantieri, anche perché l'autorevolezza del Governo siciliano si è affievolita. Palazzo d'Orleans - insiste il segretario - non è in grado di imporre scelte condivise. C'è un problema anche di classe politica, che la crisi economica ha acuito". Del resto, lo confermano pure i recenti dati Eurostat sull'occupazione, che vedono la Sicilia all'ultimo posto in Europa. "Siamo la Cenerentola di un continente, forse del mondo intero. Ecco perché bisogna essere capaci di trattenere i grandi gruppi industriali e attrarre nuovi investimenti, ad esempio –suggerisce Milazzo - sburocratizzando l'intero sistema siciliano.

"Bisogna recuperare il grave gap infrastrutturale che soffriamo - incalza -. È questa la precondizione per creare sviluppo. Bisogna definire un piano di sviluppo a lungo termine: il nostro ritardo è trentennale, da qualche parte bisogna pur partire. Il Ponte sullo Stretto? Ci avevamo creduto in passato, ritenendo l'opera fondamentale per collegare l'Isola al resto d'Italia e all’Europa. Riteniamo però, anche alla luce dei recenti crolli, che in questa fase siano fondamentali altri collegamenti, e solo dopo si può pensare al Ponte".
Secondo Milazzo è necessario e obbligatorio un cambiamento che però sia "coerente e operativo, in cui si facciano le cose senza allargarsi". Niente rivoluzioni insomma, "serve una buona e normale amministrazione, una normale legislazione: e l'obiettivo principale è uno, la creazione di lavoro".
 

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