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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Soldi per auto e gioielli, spese pazze all'Ars: "Processo per 14 capigruppo"

Chiuse le indagini: a distanza di quasi un anno e mezzo dal terremoto che fece tremare l'Assemblea, per i pm ci sono gli elementi per processare i quattordici politici della passata legislatura. Stralciata la posizione per circa la metà dei 97 deputati coinvolti

Bottiglie di vino, viaggi, cene, regali, benefit ai propri collaboratori. Le borse Loius Vuitton e le cravatte Hermes: sono le spese pazze dei gruppi parlamentari siciliani finite nel mirino della magistratura nel gennaio 2014. Adesso a distanza di un anno e mezzo la Procura di Palermo ha chiuso l'indagine. Gli inquisiti erano 97: adesso si va verso il rinvio a giudizio, per peculato, per 14 capigruppo della vecchia legislatura. Se per qualcuno dei politici l'inchiesta andrà avanti, per altri i pm sono intenzionati a chiedere l'archiviazione (per circa la metà dei deputati coinvolti), come per Davide Faraone.

L'indagine fece tremare l'Assemblea regionale siciliana: secondo l'accusa, con i fondi destinati al funzionamento dei gruppi parlamentari c'era chi aveva "dirottato" duemila euro in una gioielleria, chi aveva impegnato bonifici per acquistare un'auto di lusso e shopping sfrenato. Dalla borsa Louis Vuitton, a cravatte e profumi. A coordinare l'indagine sono stati il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio De Montis, Luca Battinieri e Maurizio Agnello. Non è previsto lo stralcio per nessuna delle posizioni degli indagati

Sull'onda del "caso Fiorito" la guardia di finanza iniziò a indagare nell'ottobre 2012 anche a Palermo, con l'obiettivo di scoprire se persistesse qualche illecito, oppure se alcuni rimborsi pubblici non avessero giustificazione. L'avviso di conclusione indagine è stato notificato agli ex capigruppo Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D'Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini, Cateno De Luca e Cataldo Fiorenza. Devono tutti difendersi dall'accusa di peculato.

Ecco alcuni esempi: Rudy Maira avrebbe ricevuto 24 bonifici per un totale di 51 mila euro giustificati come acquisto di un'auto, veicolo che però, dalle indagini, risultò di uso privato e non per il gruppo politico. Francesco Musotto avrebbe speso invece 45 mila euro senza giustificazione. Giulia Adamo avrebbe speso 1.690 euro in una gioielleria, Maira avrebbe comprato un'auto (lui dice che è del gruppo) e il Pd avrebbe preso 2.500 euro dalla cassa del gruppo per pagare il regalo di nozze per un'impiegata.

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