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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Nuove accuse di corruzione per Cascio: "Non mi candido alle regionali e mi difendo"

Avrebbe fatto ottenere ad alcuni imprenditori dei fondi europei per realizzare un golf resort, ottenendo in cambio lavori per una villetta e lezioni di golf. Già condannato in primo grado, ora spuntano altre accuse. La difesa: "Infondate e false"

A meno di due mesi dalle elezioni regionali, Ap perde uno dei candidati di punta: Francesco Cascio. L'ex presidente dell'Ars ha annunciato le dimissioni da coordinatore regionale del partito e l'intenzione di non correre per il seggio a Sala d'Ercole. La decisione arriva dopo l'udienza del processo di appello per corruzione in cui è imputato. Cascio era stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi. Oggi sono stati depositati i verbali dei costruttori Gianluigi e Giuseppe Lapis con nuove accuse. 

"Ritengo - spiega Cascio - di non dovere neanche pensare a un'ipotesi di candidatura in queste elezioni regionali, perché reputo più importante, intanto, ristabilire la verità nel processo che è in corso. Per fare questo devo essere un uomo ancora più libero e, pertanto, ho già rassegnato al presidente del mio partito, il ministro Angelino Alfano, le dimissioni da coordinatore regionale di Alternativa popolare. Con grande stupore stamattina ho appreso di questa novità processuale - aggiunge - Credevo che proprio oggi il mio processo si dovesse concludere e invece mi sono trovato di fronte ad accuse infamanti che fin da ora affermo essere assolutamente infondate e false. Se necessario - prosegue - contro queste accuse continuerò a difendermi all'interno del processo. È chiaro che intendo far trionfare la mia totale innocenza. Non ho mai lontanamente puntato sulla prescrizione, di cui pure mi hanno parlato i miei legali, perché talmente convinto della mia innocenza che ho addirittura chiesto il rito abbreviato, non ipotizzando fin dall'inizio quella soluzione. Questo processo, con le tappe che l'hanno caratterizzato e che mi hanno più di una volta meravigliato, turbato e stupito, ha sconvolto la mia vita impedendomi di svolgere con piena serenità il mio mandato parlamentare. Oggi più che mai intendo tutelare il mio onore e la mia onorabilità". 

Il processo

I fatti contestati risalgono al 2002 e fino al 2010. Secondo l'accusa, Cascio, mentre era assessore al Turismo e vicepresidente della Regione nel governo Cuffaro (2001-2004), avrebbe consentito a una società titolare di un resort e di un impianto sportivo adibito a campi da golf di ottenere fondi europei. In cambio avrebbe ricevuto "lavori" e "servizi" per la costruzione di una villetta a Collesano, nei pressi dello stesso resort. Cascio avrebbe agito "in concorso" con altri due ex dirigenti regionali, Agostino Porretto e Aldo Greco, che hanno scelto il rito ordinario. I costruttori Lapis hanno detto che avrebbero concesso a Cascio un terreno, lo sbancamento, gli impianti, la manutenzione, il cancello, la guardiania di una villa a Collesano e persino l'iscrizione al club e le lezioni di golf. 

In primo grado Cascio è stato condannato a due anni e otto mesi per corruzione. Adesso il pg Emanuele Ravaglioli ha chiesto l'acquisizione degli atti e l'audizione dei Lapis. Richiesta a cui si è opposta la difesa rappresentata dagli avvocati Nino Caleca e Enrico Sanseverino, non entrando nel merito del contento dei verbali, ma facendo leva sulla mancanza di necessità di riaprire il dibattimento in un processo in abbreviato arrivato alle discussioni finali. La corte si è riservata la decisione.

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