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Disabili, proposta di Faraone all'Ars: "Stabilire la cifra da destinare e vietarne la riduzione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

“Nell’interesse di chi ha più bisogno, riusciamo ad occuparci di migliorare le condizioni di vita delle persone disabili e delle loro famiglie senza colorare politicamente una questione che non può avere colore? Allora faccio una proposta senza colore, ma di buonsenso. Si stabilisca la cifra da destinare alla non autosufficienza - ho letto sui giornali che sarebbero 270 milioni di euro per 12 mila disabili gravissimi censiti -  e si consideri quel capitolo di bilancio, non comprimibile. Quindi nessun deputato in sessione di bilancio può presentare emendamenti che spostino da un capitolo non comprimibile ad un altro. Un capitolo che cresce o cala, non perché un deputato toglie, magari per finanziare una sagra paesana, o magari perché sul tema si spengono i riflettori, ma semplicemente perché cambia il numero di soggetti destinatari? Credo sarebbe un gesto di civiltà e di rispetto dei principi costituzionali”. Lo scrive su Facebook il senatore del Pd, Davide Faraone, in merito alle polemiche sui fondi da destinare in Sicilia per la non autosufficienza. 

"Non conosco benissimo Nello Musumeci - aggiunge -  ma quanto basta per poter escludere che nel suo intervento, tanto in voga sui social, volesse essere volutamente discriminatorio nei confronti delle persone disabili e delle loro famiglie. Politicamente sono distante dal presidente della Regione, ma non credo si possa confondere un concetto espresso malamente, con una chiara volontà discriminatoria. Oggi è toccato a lui, la volta scorsa a Rosario Crocetta. Mi chiedo se sia possibile costruire un rifugio che metta al riparo un tema così delicato dalla contesa politica.  Naturalmente la politica deve occuparsene, se l’anno scorso non fosse stato Pif a porre la questione con forza, ancora saremmo alle chiacchiere”.

“Ricordo - conclude - che si parla di fondi per la non autosufficienza. Vuol dire che senza quelle risorse qualcuno dovrà stare tappato in casa, o non potrà andare a scuola o al lavoro. Non potrà andare al cinema, a comprare un libro, o magari non potrà fare una gita al mare. Oppure non potrà fare logopedia, interventi terapeutici, fisioterapia, non potrà imparare il Braille, non potrà andare in palestra. Vorrà dire anche che una mamma o un papà sarà costretto a licenziarsi per potere accudire il proprio figlio”. 

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