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Grande Sud, Mineo si difende: “Non sono amico della famiglia Galatolo”

Il deputato uscente, ricandidato all’Ars nonostante sia sotto processo per intestazione fittizia di beni di esponenti mafiosi: “L’unica persona che conosco con quel cognome è Angelo, un impiegato dell’Asp”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

“Ho sempre ritenuto che l’esclusivo interlocutore per la vicenda giudiziaria che mi riguarda sia l‘Autorità Giudiziaria che sta procedendo nei miei confronti. E, però, in relazione all’inusitato e spropositato attacco mediatico dispiegato nei miei confronti, ritengo opportuno e doveroso per gli elettori che avranno intenzione di sostenermi, fare alcune precisazioni. Mi riservo di tutelare, nella opportuna sede giudiziaria, la mia onorabilità, lesa dall’intero contesto dall’articolo apparso nella pagina locale di un quotidiano a gittata nazionale che mi attribuisce un’amicizia con una pluralità di soggetti in odor di mafia.

Non sono amico della famiglia Galatolo. Non conosco nessun membro di questa famiglia. L’unico soggetto che conosco con questo cognome è Angelo Galatolo classe 60, impiegato presso l’Asp di Palermo. Trattasi di persona che abita nel residence dove vivo insieme alla mia famiglia dai primi anni novanta. In questo residence risiedono illustri personaggi delle istituzioni siciliane, tra cui anche un importantissimo ex magistrato, impegnato negli anni in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, nonché un prefetto anch’egli distintosi per un simile impegno. La persona in questione risiede in questo residence da circa una decina di anni.

Se certi giornalisti conoscessero in maniera completa gli atti processuali, scriverebbero che Galatolo Angelo non è un boss perché non è mai stato condannato per odiosi fatti di mafia. Basterebbe infatti sfogliare il fascicolo dibattimentale del processo che mi vede imputato per riscontrare che sul certificato penale di questo signore risulta apposta la dicitura 'nulla'. In altre parole, questa persona non è mai stata condannata per nulla, men che meno per odiosi reati di stampo mafioso. Sono sostenuto dal sicuro convincimento di potere dimostrare, in sede giudiziaria,l’insussistenza dei fatti di reato contestatemi, a mezzo dei miei difensori. Confido nella leale, corretta, civile e democratica comprensione di quanto oggetto del presente comunicato”.

 

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