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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni Politiche 2013

Ecco chi è Francesco Campanella, eletto al Senato in Sicilia

Palermitano, 48 anni, dipendente regionale. Era capolista del Movimento 5 Stelle in Sicilia

Francesco Campanella è nato a Palermo il 29 novembre 1964. Quarantotto anni, sposato, due figli, è dipendente regionale col compito di curare la formazione e l'aggiornamento dei colleghi. Diplomato in Ragioneria, si è successivamente laureato in Lettere con il massimo dei voti e la lode. Ha iniziato a lavorare come rappresentante di libri. "Sin da ragazzo - si legge nella sua preesentazione sul sito del M5S - ho rifiutato la logica del 'farmi i fatti miei', per questo ho sperimentato la partecipazione, sia a scuola sia all’Università, nei movimenti studenteschi ed ho partecipato, con la Cgil, alla vita sindacale nel mio posto di lavoro, come rappresentante dei miei colleghi". Attivista del Movimento 5 Stelle dal 2010, quando si è iscritto al Meetup di Palermo.

"Fino al 1995 - scrive Campanella - non mi ero mai accostato ai partiti, ma dopo la vittoria di Berlusconi mi sentii in colpa; pensai che avrei potuto fare di più, per questo mi iscrissi prima al Pds e poi a Rifondazione comunista. Ma la vita politica all'interno dei partiti si è deteriorata: molti cittadini si iscrivono ma poi non partecipano, se non fiaccamente, alla campagna elettorale. Delegano ai leader le decisioni. I sistemi di rappresentanza interna sono falsati da amicizie e lotte di potere tra gruppi. Chi ha buone idee, ma mette in pericolo le posizioni dei notabili, viene emarginato. In questi ultimi anni le cose sono ulteriormente peggiorate. La parte più coerente della Sinistra di è sgretolata in tanti partitini; gran parte della dirigenza del Pd ha adottato un realismo politico tanto cieco da farla agire come la peggior Democrazia Cristiana degli anni ottanta: i dirigenti della Destra hanno abbandonato le loro idee per appoggiare i desideri di Berlusconi. I partiti hanno abbandonato i loro elettori e tutti i cittadini. La cosa peggiore che si vede in giro oggi è la perdita di fiducia nella democrazia responsabile: da una parte la rassegnazione della gente e dall'altra l’adesione di tutti i partiti ad una concezione della politica per cui questa è fatta da leader che decidono e seguaci che applaudono.

DICHIARAZIONE DI INTENTI PER IL PARLAMENTO. "Io credo nelle potenzialità positive nell'uomo, nel senso del dovere verso il prossimo e verso lo Stato, nella consapevolezza della propria dignità e dei propri diritti. Per questo penso che:

- la crescita della società passi attraverso la crescita dell'individuo, del Cittadino. E' fondamentale, per avere cittadini liberi e consapevoli, che la cura della crescita inizi sin da bambini e che continui per tutta la vita: ed è per questo che non si può risparmiare né sulla scuola né sull'aggiornamento degli adulti;
- la conoscenza (scuola, aggiornamento professionale UTILE, Università e ricerca) deve essere una priorità assoluta per lo Stato, che con questi mezzi pone le basi affinchè aumenti la capacità dei cittadini di produrre ricchezza e benessere;
- la qualità del lavoro degli insegnanti e degli studenti deve essere ricompensata secondo criteri di meritocrazia. Chi studia di più deve essere motivato a fare meglio, ma anche gli insegnanti più volenterosi e scrupolosi devono essere pagati meglio di quelli sciatti e svogliati. Ed il merito va misurato nelle attività ordinarie e curricolari.
- chi fa impresa deve avere rispetto per i propri collaboratori. Il lavoro non è una merce: ogni uomo ha il diritto di guadagnarsi da vivere onestamente col proprio lavoro e di programmarsi un futuro con un minimo di serenità; il lavoro precario deve essere residuale e, dove rimanga, essere pagato di più rispetto a quello a tempo indeterminato;
- chi ha voglia e capacità di fare impresa debba avere il massimo del supporto dagli uffici pubblici, con una Pubblica Amministrazione veloce e ragionevole e con strade e servizi funzionanti, senza intoppi burocratici e rallentamenti, in modo da impiegare con fiducia i propri capitali;
- la Giustizia, come e più delle altre Amministrazioni pubbliche, deve essere chiara, trasparente e veloce. Deve fare il massimo uso dell'informatica per raggiungere questi obiettivi con la minima spesa. Per la qualità del proprio lavoro i giudici devono essere responsabili, ma verso lo Stato e non verso le parti giudicate, affinché venga sempre salvaguardata l'indipendenza della funzione giurisdizionale;
- la partecipazione dell'Italia alle politiche economiche europee ed al mantenimento della moneta unica deve avvenire nella piena e consapevole accettazione del popolo. E' inammissibile anche solo pensare che il popolo non possa decidere del proprio destino perché non è competente. La competenza popolare all'autodeterminazione può essere generata e deve essere diffusa: sono queste le prime responsabilità di una classe dirigente lealmente democratica;
- ognuno deve pagare le tasse dovute. E per prima va perseguita la grande evasione fiscale. Al risanamento del Bilancio dello Stato ed al riassorbimento del debito pubblico devono contribuire prima e di più quelli che si sono avvantaggiati del sistema sociale economico e politico degli ultimi 30 anni; per questo prima di mettere le tasse sui consumi e sulla nettezza urbana, che coinvolgono tutti, si deve istituire una giusta tassa patrimoniale sui grandi e grandissimi patrimoni, da far pagare anche alla Chiesa ed alle fondazioni bancarie. Che i ricchi paghino più tasse e i poveri ne pagano meno non è solo più giusto: è più conveniente per tutti perché i poveri consumano tutto quello che guadagnano, mentre i ricchi lo mettono da parte (e qualche volta lo portano pure all'estero – salvo poi farlo rientrare con provvedimenti vergognosi come lo Scudo fiscale);
- ogni uomo malato o sofferente ha diritto alle migliori cure per ridurre il suo stato di malattia o di sofferenza. La Sanità pubblica serve alla salute dei cittadini e non all'ambizione professionale dei medici, allo stipendio degli operatori e agli utili delle industrie farmaceutiche. Ogni pur lecito interesse dei lavoratori allo stipendio e delle imprese al profitto deve assolutamente essere subordinato alle esigenze dei cittadini malati o sofferenti.
- l'energia deve essere usata con parsimonia: dobbiamo aumentare ogni opportunità di riduzione della distanza tra luogo di produzione e luogo di consumo ed adottare le soluzioni tecniche che consentono la costruzione di case a basso consumo.
L'energia va prodotta da fonti rinnovabili al minor impatto ambientale. SI al fotovoltaico specialmente sui tetti (prima degli edifici pubblici e poi delle case private, con incentivi pubblici seri). Se serve e con misura va bene l'eolico e lo sfruttamento delle fonti geotermiche ed idroelettriche. Va ridotta invece da subito la produzione termoelettrica. Di energia nucleare non si deve parlare più.
- L'acqua è di tutti e deve essere pubblica anche la sua distribuzione. In quest'ambito non ci dev'essere spazio per le logiche del profitto
- L'ambiente appartiene a tutti i cittadini, anche a quelli non ancora nati. Abbiamo il dovere di tramandarlo sano e sicuro. I progetti potenzialmente dannosi devono essere abbandonati, anche se apparentemente presentano una convenienza economica. Un ponte sullo Stretto di Messina comporterebbe un impatto ambientale imponente, assolutamente sproporzionato rispetto ai vantaggi che porterebbe alla viabilità. Con gli stessi fondi si deve curare il dissesto idrogeologico del territorio rimettendo in sicurezza il suolo dissestato e risparmiando vite umane.
Per ciò che riguarda i rifiuti il MoVimento si è espresso più volte con chiarezza: non devono essere distrutti o sversati nelle discariche, ma ridotti di volume, differenziati e recuperati, seguendo le tecniche già esistenti e cercandone di nuove;
- le forze armate italiane sono fondamentalmente forze di difesa della nostra Terra. La maggior parte dei fondi per la difesa devono servire a quello scopo. Le missioni armate all'estero devono essere ridotte a livelli di impegno ridottissimo e la partecipazione dell'Italia a progetti per lo sviluppo delle tecnologie militari, come quella per la realizzazione dei caccia F35, dev'essere evitata o ridotta a livelli minimi;
- la violenza e la delinquenza vanno represse con determinazione e nel pieno rispetto delle leggi. Gli agenti di polizia e gli altri pubblici ufficiali devono seguire scrupolosamente le norme e devono poter essere identificabili dell'autorità giudiziaria, al fine di isolare chi ponga in essere comportamenti illeciti, anche in servizi particolari come durante le manifestazioni di piazza;
- l'attenzione e la repressione deve essere uguale per tutta la delinquenza, sia per quella – odiosa - perpetrata dai poveri, come lo spaccio di stupefacenti, gli scippi e le rapine, sia per quella – altrettanto odiosa – messa in atto dai ricchi, come l'evasione e la corruzione di magistrati e pubblici funzionari, il falso in bilancio, le grandi truffe contro i risparmiatori, la costruzione di edifici senza criteri di sicurezza o con materiali non a norma, a rischio della vita degli operai che costruiscono e della gente che vi abiterà;
- Un ragionamento a parte meritano le MAFIE, che per anni hanno frenato lo sviluppo del sistema socio economico delle regioni meridionali. Dopo che la politica e le classi dirigenti ne hanno misconosciuto l'esistenza per anni, oggi si corre il rischio che l'unica attività posta in essere dalla politica per combatterle sia costituita da un profluvio di discorsi formali e di commemorazioni;
Le mafie hanno proliferato per decenni per l'assenza di uno Stato efficace e pronto a rispondere alle esigenze dei cittadini, ma anche per la presenza di una politica incapace di generare consenso - che non fosse clientelare o addirittura incline ad accettare consensi inquinati in una scellerata ottica di scambio;
Le mafie possono essere sconfitte con due azioni concentriche: riportando negli ambiti sociali finora abbandonati a se stessi, dove la criminalità ha trovato manovalanza, la fiducia in uno Stato benevolo; e costruendo la fiducia in uno Stato efficace ed incorrotto presso tutta la società italiana produttiva e volenterosa di progresso".

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