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Elezioni comunali 2012

Verso il voto, Antonella Monastra: "La mia è una candidatura libera"

Intervista di PalermoToday alla consigliera comunale in corsa per le primarie. Alla base del programma una maggiore attenzione alle politiche di genere e partecipazione dei cittadini alle decisioni

“Una candidatura libera da vincoli di partito e frutto di dieci anni di esperienza sul campo. Una candidatura di sinistra”. Antonella Monastra, consigliera comunale in corsa per le primarie del centrosinistra, presenta così la sua candidatura nel corso di un intervista rilasciata a PalermoToday. Idee chiare e concrete, basate sulla partecipazione e l’interazione con i cittadini, con un occhio di riguardo verso il mondo femminile, “non in contrapposizione agli uomini ma per rappresentare nelle sedi istituzionali la società per come è composta”.

Cominciamo parlando del Suo programma elettorale. Cosa prevede?
“Ci sono due punti prioritari su cui intendo concentrarmi: due linee direttrici che però racchiudono molti aspetti. Il primo riguarda le donne. Serve una maggiore attenzione alle politiche di genere. Ma non intesa come contrapposizione agli uomini bensì come specchio della società . Non c’è democrazia se nelle sedi istituzionali non è rappresentata la società per come è composta. E’ un’idea di fondo che però racchiude vari aspetti, come per esempio quello della precarietà: quella di genere è più pesante rispetto a quella maschile. Non si tratta dei soliti discorsi sulle quote rosa ma di governare la città in maniera più equa e democratica”.

E il secondo punto?
“Riguarda la partecipazione dei cittadini alle decisioni di governo della città. Un mezzo per arrivare a prendere delle decisioni condivise con la gente. Da dieci anni la partecipazione è al centro del mio modo di fare politica. Spesso mi sono trovata a fare da ponte tra i singoli cittadini e le istituzioni, che poi è il ruolo che dovrebbe avere la politica. Dal punto di vista normativo, per esempio, il nostro Statuto prevede la possibilità di istituire dei referendum consultivi, cosa che finora non è mai stata fatta”.

Rifiuti, trasporti ed ex municipalizzate. Non sono pochi i problemi da risolvere. Come pensa di intervenire su questi temi?
“Quello dei rifiuti è uno dei problemi prioritari da risolvere e con esso la gestione delle società partecipate, che vanno riorganizzate in un’unica holding; un’azienda speciale unica, rigorosamente pubblica. Per quanto riguarda i rifiuti, bisogna pensare soprattutto a produrne di meno,  operando sulla riduzione della produzione dei rifiuti stessi. Come? Il Comune può stabilire con le attività produttive presenti nel territorio tutto quello che è possibile fare per ridurre, per esempio, l’utilizzo di imballaggi e confezioni. Dei protocolli di intesa con le aziende per intervenire direttamente all’origine del ciclo dei rifiuti. Bisogna curare bene anche la raccolta differenziata: il grosso dell’indifferenziato è legato al compost e bisogna evitare di andarlo a smaltire altrove con dei costi elevati. Inoltre bisogna dialogare con le tasche dei cittadini: chi produce meno indifferenziato va premiato pagando di meno. Per quanto riguarda la mobilità, in pratica bisogna ripartire da zero. Serve un piano urbano del traffico e bisogna occuparsi del trasporto pubblico e delle piste ciclabili”.

Capitolo primarie. Fino all’ultimo Lei ha mostrato più di un dubbio in merito alla Sua partecipazione. Come sono andate le cose?
“Io ho annunciato ad ottobre la decisione di candidarmi alle primarie, che dovevano essere rigorosamente di coalizione e con alleanze chiare e ben definite. Niente accordi col Terzo polo, né al primo turno né al ballottaggio. Una connotazione che strada facendo si era persa e per questo motivo avevo deciso di non partecipare più, analogamente con quello che stava facendo Italia dei Valori. Nel momento in cui si è riproposta l’unità del centrosinistra ho iniziato a pensare di tornare a correre per le primarie, dal cui tavolo però sono stati esclusi i rappresentanti di quasi tutti i movimenti. Questo la dice lunga sul rapporto delle segreterie politiche con la società civile. Alla fine, in 24 ore abbiamo raccolto 2.624 firme per la presentazione della candidatura e ho deciso di partecipare perché mi è sembrata anche un’indicazione politica, nonostante ci fossero – e ci sono tutt’ora - molte aree oscure in merito alle alleanze. Il mio modo di fare politica è svincolato dalle segreterie di partito ed è espressione di dieci anni di lavoro sul campo, in mezzo alla gente. Diciamolo pure, la mia è una candidatura di sinistra, che non è una parolaccia”.

Lei ha le idee molto chiare, ma non la spaventa la responsabilità di dover guidare una città con tutte le problematiche che abbiamo detto?
“No, perché sono sicura che non sarei da sola ma sarei un sindaco guidato dai palermitani”

Un ultima domanda di rito: in caso di vittoria alle elezioni, quale sarebbe il suo primo atto ufficiale?
“Aprire il portone di Palazzo delle Aquile per mettere in contatto il Comune con la città, e vi riporterei l’ufficio del sindaco. Cosa che peraltro sta già facendo l’attuale commissario straordinario. Che non a caso è una donna”.
 

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