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Elezioni comunali 2012

Verso le elezioni, Davide Faraone: “Se vinco spacchiamo tutto”

Intervista a PalermoToday del candidato sindaco. Lavoro, meritocrazia, lotta all'illegalità e giovani: questi i punti chiave del suo programma. "La politica è su Marte, i palermitani sulla Terra: io voglio stare con loro"

“Se vinco, spacchiamo veramente tutto”. E sono tante le cose che “spaccherebbe” sul serio Davide Faraone, deputato regionale del Pd, uno dei quattro candidati alle primarie del centrosinistra del 4 marzo. A cominciare dal modo di fare e intendere la politica: “Oggi politica e cittadini non viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda” dice Faraone nel corso dell’intervista esclusiva rilasciata a PalermoToday. Per poi lanciare una stoccata a quelli che chiama “capibastione”: “Con il loro modo di fare politica, Lupo e Cracolici oggi sono su Marte mentre i palermitani sono sulla Terra. E io voglio stare con i palermitani”. Riguardo ai programmi, Faraone sembra non avere dubbi: “Lavoro, rifiuti, mobilità e sicurezza: parlando con la gente sono questi i temi su cui la gente mi chiede di intervenire”.

Faraone “il Rottamatore”, è così che viene chiamato per via della sua politica. Non le dà un po’ fastidio?
“Non mi da fastidio perché se vinco spacchiamo veramente tutto. Se vince qualcun'altro, si rischia di mantenere equilibri sbagliati di una politica sbagliata. Quella di non avere il sostegno di Lupo, Bersani o  Cracolici e Lumia, è stata una mia scelta.  Questo mi consentirà di essere libero di scegliere la squadra migliore per Palermo. Non ci sarà nessuno che mi potrà tirare la giacchetta e dire chi farà l’assessore o  il presidente dell’Amia. Sceglierò il meglio per Palermo prescindendo dalle tessere di partito e puntando soprattutto sulla qualità. Questa garanzia è data dal fatto che se vinco io, vincono i cittadini palermitani, invece se vincono altri vincono i capibastione che hanno alle spalle”.

E la prima cosa che ‘spaccherebbe’ in caso di vittoria?
“Sicuramente riuscire a ridare un valore alla laurea rispetto alla fedina penale sporca. A Palermo c’è stata la concezione in questi anni che la fedina penale sporca valesse più di certi titoli. Adesso dobbiamo tornare alla norma. Un'altra cosa che 'spaccherò' è l’assuefazione all’illegalità: alla doppia fila, alle strade sporche, ai posteggiatori abusivi, alle prostitute per strada. Tutta questa condizione di illegalità diffusa, che la politica ha tollerato e con cui ha condiviso per costruire addirittura il consenso elettorale.  Potrò perdere anche qualche voto ma a me non interessa, è un costume che intendo interrompere”.

Facciamo un piccolo passo indietro. Il percorso verso le primarie è stato a dir poco tortuoso per il suo partito. Lei è un esponente del Pd ma, di fatto, correrà contro il Pd. E’ corretto?
“Diciamo pure che io sto sfidando tutto il mio partito. E’ paradossale che l’unico candidato del Pd sono io e l’unico non sostenuto dal Pd sono sempre io. Forse vuol dire che per chi ‘comanda’ sono inaffidabile, ed essere inaffidabile per loro e le loro modalità di fare politica vuol dire che io sono affidabile per i cittadini. Oggi c’è questa dicotomia”.

In che senso?
“Politica e cittadini non sono più in sintonia. Quando invece viaggeranno sulla stessa lunghezza d’onda, molto probabilmente avremo compiuto una grande missione. Ad oggi la politica è su Marte e i cittadini sono sulla Terra. Cracolici e Lupo sono su Marte e i cittadini sono sulla Terra”.

Dove starebbe sbagliando il Partito democratico, secondo Lei?
“Da Lupo a Cracolici hanno sbagliato tutto. Hanno portato un partito che doveva avere un ruolo guida, con una linea politica riformista e che potesse rispondere alle istanze dei giovani, ad essere un partito umiliato, in balia degli umori di Lombardo e delle forze politiche che in questi anni hanno già sfasciato la Sicilia. E noi dobbiamo riuscire a dare dignità a questo partito che Cracolici e Lupo hanno mortificato. Oggi si parla di sfiducia verso Lupo. Ricordo che già due anni fa dissi che, secondo me, era opportuno un congresso che potesse spingerci a decidere su una linea politica, anche attraverso l’elezione diretta del segretario. Invece la cosa ridicola è che oggi siamo a pochi mesi dalla campagna elettorale e ci sono dirigenti di partito che litigano su chi debba gestire e comandare. Cracolici e Lumia, invece, hanno costruito un sostegno e una candidatura per rafforzare il lombardismo”.

Però Lombardo ha dichiarato che sosterrà la candidatura di Massimo Costa, con il Terzo Polo.
“Quello che continuo a vedere è che anche venerdì, durante la presentazione che Cracolici ha fatto all’Astoria su Ferrandelli, si è continuato ad indicare come modello quello dell’esperienza politica regionale. Io non giudico come modello un esperienza politica nata da un ribaltone. Gli elettori vanno rispettati sempre. Quando uno vince le elezioni governa, quando perde sta all’opposizione. Lo sforzo che sto facendo è di parlare dei problemi della città e di come risolverli. Del lombardismo, ai palermitani non interessa niente. Gli interessa un sindaco che si occupi di strade pulite, del lavoro per i giovani, di un maggiore funzionamento degli autobus. Gli interessa un sindaco che parli di questo per cui a me interessa soprattutto parlare di questo. Il politichese lo lascio a loro”.

Lo slogan PrimaPalermo vuol dire questo?
“Questo tipo di slogan serve per caratterizzare la mia campagna elettorale: un candidato che si preoccupa di fare il sindaco della città e che, innanzitutto, ha a cuore le sorti della città. Cosa che non hanno altri candidati a sindaco”.

Durante la campagna elettorale, state chiedendo  in giro quale sarebbe “La prima cosa bella” che vorrebbero i palermitani dal nuovo sindaco. Con quali risultati?
“La necessità segnalata di più è il lavoro. Poi la soluzione del problema rifiuti, poi ancora la mobilità e il traffico e infine la sicurezza. Questi sono i quattro temi che abbiamo riscontrato come più diffusi. Questi temi posso riscontrarli direttamente, perché piuttosto che commissionare sondaggi sui nomi, ho fatto un sondaggio sui temi io direttamente e oggi sono nelle condizioni di capire quali sono i reali problemi. Mentre io giravo per i mercatini con ‘La prima cosa bella’, Lupo e Cracolici si riunivano nelle sedi di partito a decidere chi doveva essere il candidato sindaco più adatto a loro e non ai cittadini”.

La prima cosa concreta che farà Davide Faraone in caso di elezione?
“Dare la possibilità a un giovane che vuole avviare un’impresa di avere una risposta in 24 ore. La procedura di verifica sulle domande presentate allo sportello unico verrà fatta dopo. In caso di errori si interverrà successivamente, ma, se  tutto andrà bene, il giovane avrà già risparmiato mesi e mesi di burocrazia. Tu avvii l’impresa, hai la risposta immediata da parte del Comune che nel tempo farà le verifiche e ti inviterà eventualmente a modificare nel caso ci fosse qualche errore. Un Comune 'amico', che non sta lì a dirti ‘ah… hai sbagliato questo e quindi ti punisco’. E’ una cosa che si può fare da subito e a costo zero”.

E la seconda?
“Il riordino del personale comunale. Bisogna buttare fuori gli imboscati dalle segreterie e dalle portinerie degli assessorati e mandarli per strada per costruire le condizioni affinché ci siano più spazzini e più vigili”.

Veniamo alle ex-municipalizzate. Che programmi ha in mente per risanare i loro bilanci?
“Sulle partecipate va fatto un piano di riorganizzazione complessivo. In alcuni ambiti vanno coinvolti anche i privati, cittadini onesti, altrimenti economicamente non riusciamo a tenere in piedi una società municipalizzata a intero capitale pubblico”.

Coinvolgere privati nel senso di  privatizzare?
“No, non privatizzazione ma una sorta di compartecipazione con capitale pubblico e privato. Ma questa sarà una strada obbligata: quando ti vengono a mancare 100 milioni di euro in un bilancio, o introduci nuovi capitali - e lo puoi fare con fondi privati o aumentando l’incidenza dei fondi comunitari sul bilancio che oggi è soltanto il 7%, quindi è ridicola - oppure il Comune è destinato al dissesto. E vorrebbe dire tasse al massimo e  servizi peggiorati, per cui introdurre nuovi capitali è diventato ormai indispensabile”.

Ma con un’accurata gestione, non si potrebbero portare società come l’Amia o l’Amat ad avere anche degli utili?
“Assolutamente si. L’Amia, per esempio, ha fermo un ramo produttivo che è quello della raccolta differenziata, mentre ha in azione tutti i rami improduttivi. Stessa cosa l’Amat: quello che rende di più è la gestione delle zone blu nelle aree più transitate e l’hanno affidata all’Apcoa e a società private mentre tutti i rami improduttivi se li sono tenuti. Questa è stata una gestione pessima delle ex municipalizzate. Intanto vanno resi forti tutti i rami produttivi poi vanno coinvolti i privati. Ovviamente questo ragionamento non vale solo per la gestione dell’acqua”.




 
 

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