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Elezioni comunali 2012 Politeama / Via Gabriele Bonomo, 4

Debacle elettorale, i giovani del Pdl occupano la sede del partito

Irruzione pacifica all'interno dell'edificio di via Bonomo. I militanti di Giovane Italia puntano il dito contro tutta la classe dirigente, locale e nazionale. "Ecco i retroscena della scelta di Massimo Costa"

Blitz dei militanti di Giovane Italia, l’organizzazione giovanile del Popolo della Libertà, all’interno della sede regionale del partito di via Bonomo 4. I giovani del Pdl hanno fatto un’irruzione pacifica nella sede, prendendo possesso della sala riunioni, e convocato una conferenza stampa. Sono stati affissi alcuni manifesti con il provocatorio hashtag di Twitter #resetpdl. A guidare la protesta la dirigente nazionale di GI Carolina Varchi insieme al Presidente Provinciale di GI Davide Gentile, primo degli  eletti nell’Ottava Circoscrizione, ed il Presidente Regionale di GI Mauro La Mantia.

“Assistiamo da giorni – dichiara Carolina Varchi – ad una rissa permanente sui giornali tra esponenti di spicco del partito che si rinfacciano le responsabilità della sconfitta. Noi diciamo che sono tutti colpevoli di una sconfitta annunciata, provocata da molti fattori. Dall’appoggio al Governo Monti che il nostro elettorato non condivide, all’amministrazione Cammarata valutata negativamente dai palermitani, la totale mancanza di strategia politica sul territorio ed infine la scelta di un candidato sindaco il cui risultato è sotto gli occhi di tutti”.

Ed è proprio sulla scelta di Costa che i giovani del Pdl rimarcano la critica al partito. “Il direttivo cittadino – rivela Mauro La Mantia – eletto al congresso non ha avuto la possibilità di esprimersi sulla candidatura di Costa. Nella riunione del 12 marzo scorso fummo convocati per ratificare una decisione presa dal partito a Roma senza possibilità di discussione. In quella riunione fui l’unico a dissentire spiegando che, dopo la prima conferenza stampa, l’immagine di Costa era fortemente compromessa. Ricordo che fui aspramente criticato dal senatore La Loggia, coordinatore della campagna elettorale. I numeri mi hanno dato ragione. Le liste in sostegno di Costa totalizzano il 25,47% (70581 voti), il candidato a sindaco si ferma invece al 12,61% (28000 voti). Costa prende ben 42 mila voti in meno delle sue liste.

Nessuna cospirazione contro Costa, o scarso peso dei partiti, bensì la scelta libera degli elettori di centrodestra che hanno votato per gli altri candidati. Oggi mi aspetto da La Loggia una profonda autocritica. Con la nuova legge elettorale è il candidato a sindaco che trascina le liste e non il contrario come avveniva in passato. Così come Orlando ha portato le due liste a percentuali incredibili (Idv e Rifondazione hanno preso percentuali nettamente superiori alle medie nazionali), le liste collegate a Costa hanno segnato il passo. Non esiste un progetto civico su Costa. Questo è dimostrato dal flop della sua lista personale che totalizza un magro 3,27% (9041 voti) di cui ben 1621 voti vengono da candidati provenienti dal Pdl e dalla Destra di Storace (pari al 26% del totale dei voti di lista). Lo stesso Costa prende al consiglio comunale solo 816 voti a fronte dei 3288 voti presi dal candidato a sindaco dei grillini Riccardo Nuti. Sia chiaro comunque che le colpe della sconfitta del Pdl non sono da attribuire al tecnico Costa, ma alla navigata classe dirigente politica del Pdl che avrebbe dovuto prevedere questi scenari”.

Anche sul flop della lista del Pdl al consiglio comunale Giovane Italia dice la sua. “La composizione della lista – dichiara Davide Gentile – riflette il pessimo stato di salute del partito a Palermo. Quasi le metà dei candidati, i quali vanno comunque ringraziati per l’impegno in favore del partito, totalizzano meno di 100 voti a testa. Sarebbe bastato individuare candidature autorevoli del mondo delle professioni, delle categorie produttive, del mondo del lavoro, dell’università, della cultura, dell’associazionismo e del volontariato. Purtroppo il partito dimostra l’incapacità di attrarre quei soggetti rappresentativi della società palermitana. Considerato che la classe dirigente locale del partito è stata eletta dal congresso soltanto nel mese di febbraio, il compito di interloquire con tutti i segmenti della società spettava ai parlamentari regionali e nazionali. È evidente che tali vertici del partito hanno perso qualsiasi contatto con la città di Palermo le cui intelligenze migliori hanno scelto la candidatura (o l’appoggio) in altre liste. Anche nella scelta dei candidati a presidente delle circoscrizioni si registrano errori grossolani. Pur nella sconfitta del centrodestra, mentre Grande Sud elegge ben tre presidenti il Pdl esce sconfitto ovunque. Alla base di questi insuccessi le profonde spaccature dentro il partito nella scelta dei candidati, mai passate dagli organi ufficiali di partito, spesso indicati addirittura da Roma come nel caso del Presidente del Senato in persona che avrebbe imposto, secondo indiscrezioni giornalistiche mai smentite, i nomi nella quarta e nell’ottava circoscrizione, poi risultati largamente perdenti”.

 

 

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