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Sabato, 20 Aprile 2024
Elezioni comunali 2017

Elezioni, Orlando lancia le prime tre liste: "Se questa esperienza s'interrompe sarà un incubo"

"Movimento 139", "Mosaico Palermo", "Palermo 2022": ecco gli schieramenti riconducibili al sindaco. Sui simboli nessun passo indietro, ma porta aperta al Pd: in settimana incontro coi vertici locali. Il Professore: "Vogliamo mettere al riparo l'amministrazione comunale"

"Movimento 139", "Mosaico Palermo", "Palermo 2022". Ecco le prime tre liste, riconducibili direttamente a Leoluca Orlando, che sosterranno la sua ricandidatura a sindaco. Il Professore le ha presentate stamattina assieme ai fedelissimi Fabio Giambrone e Aurelio Scavone, soffermandosi sui valori che stanno alla base della scelta dei nomi: la Costituzione, la cultura dell'accoglienza - "anima di Palermo" - e la costruzione del futuro.

Sui simboli dei partiti nessun passo indietro, il progetto rimane civico. Un nuovo messaggio lanciato al Pd, nei confronti del quale Orlando usa però toni più soft: "Seguo il dibattito all'interno del Pd con grande rispetto e attenzione per l'evoluzione che avrà. Chiedo però una cortesia: di non scaricare le dinamiche del partito sull'amministrazione comunale. Aggiungo sommessamente che c'è la possibilità di dare vita a liste espressione delle varie sensibilità dei democratici. Ma se ci dovesse essere il simbolo del partito non sarebbe lo stesso. Il mio partito si chiama Palermo".

Tuttavia la porta per il Pd resta aperta. Dopo aver chiuso l'accordo con il Nazareno (che ha provocato più d'un mal di pancia tra i dem), adesso gli orlandiani sono pronti ad incontrare i vertici locali. "In settimana incontreremo i rappresentanti della segreteria provinciale insieme con il sindaco - annuncia Giambrone - ne ho parlato anche con Carmelo Miceli".

Intanto, anticipando gli altri competitor, Orlando e i suoi lanciano le prime tre liste (in totale dovrebbero essere 7-8). Ci sono i simboli, ma non è ancora stata decisa la composizione. Dei consiglieri uscenti di Mov139 si candideranno tutti, eccetto Aurelio Scavone e Massimo Pullara. Nella "campagna acquisti" gli orlandiani hanno pescato tanto a destra quanto a sinistra: da Nino Lo Presti (ex An, Pdl e Fli) a Ninni Terminelli (ex Pd), entrambi presenti. "Siamo oltre i 120 candidati - dice Giambrone - ognuno di continuerà a metterci la faccia e tante persone vogliono appooggiarci. Tant'è che proveremo a fare una quarta lista. Di sicuro saranno liste forti e competitive, che andranno ben oltre lo sbarramento del 5%". A balzare all'occhio è il fatto che, rispetto alle precedenti tornate elettorali, non figura il nome di Orlando nei simboli presentati oggi. "Non è detto che non ci sia in altre liste", risponde Giambrone.

Mentre Scavone - che coadiuva Giambrone nella formazione delle liste - rispolverando un vecchio slogan de "La Rete", parla di "storie diverse per un progetto comune". "Nel segno della continuità per mettere un sicurezza un evidente cambio culturale" aggiunge Orlando, che avverte: "Se interrompiamo questo percorso piomberemo in un incubo, come nel 2001". Un riferimento neanche troppo velato alle forze politiche di centrodestra che si sono schierate con Fabrizio Ferrandelli. L'avversario che Orlando non nomina mai, anche quando è incalzato dai cronisti. "C'è una domanda di riserva?". Il sindaco invece parla - eccome! - di quanto fatto in cinque anni. Ringraziando il Consiglio comunale e rivendicando i risultati della sua amministrazione. "Non dobbiamo disperdere la nostra visione di città, quella che ci ha portato al riconoscimento Unesco del percorso arabo-normanno e a diventare Capitale italiana della cultura. So che alcune scelte, come la Ztl, possono essere sgradevoli, ma chi le accetta favorisce il cambiamento".

Parole che sono il preludio ad altro un appello ai partiti (leggasi Pd). "I tempi dei partiti - conclude Orlando - non coincidono con quelli della città. Non vogliamo essere travolti da logiche di partito. Per questo vogliamo mettere al riparo l'esperienza di questa amministrazione comunale. Non so se diventerà un modello esportabile, ma è quello che serve oggi a Palermo". 

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