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Elezioni comunali 2017 Sperone

Acqua "a singhiozzo", discariche e degrado: candidati sindaco a confronto sulle periferie

Lo Sperone diventa per un giorno ombelico della città. Il parroco di di San Sergio I chiede "una maggiore presenza nel territorio". Tra applausi e mugugni, gli aspiranti alla poltrona più ambita di Palazzo delle Aquile rispondono ai residenti: ecco le voci dei quartieri

La chiesa di San Sergio I in corso dei Mille, parrocchia di "frontiera", per un giorno diventa l'ombelico della città. E' il quartiere Sperone il "teatro" del secondo confronto pubblico tra i candidati a sindaco: il tema centrale non poteva che essere quello delle periferie. Nel salone della parrocchia Leoluca Orlando, Fabrizio Ferrandelli, Ugo Forello, Nadia Spallitta e Ciro Lomonte  - assente Ismaele Lavardera, che di pomeriggio ha presentato la lista che correrà al Consiglio - si confrontano con i residenti del quartiere. 

Fuori la vita scorre come sempre: i bambini corrono dietro a un pallone nel campetto in erba sintetica (costruito grazie a un finanziamento della Tim) annesso alla chiesa, la gente - libera da impegni - si affretta a fare un po' di spesa e ogni tanto passa qualche auto con lo stereo a palla che diffonde le note di un cantate neomelodico. In questo "sabato del villaggio" tutto è come sempre, o quasi. Sullo sfondo ci sono i palazzoni con l'intonaco cadente, in strada c'è la novità del tram che ha reso agevole il collegamento col centro città. Ma resta pesante il carico dei problemi che vive il quartiere: padre Pietro Leta non ne fa mistero e, malgrado l'opera svolta dalla parrocchia e dai volontari, chiede alla futura amministrazione comunale "una maggiore presenza nel territorio". 

"Da questo quartiere - aggiunge - viene Vito Crimi (senatore del Movimento Cinque Stelle, ndr), è qui che è maturato. Questa però non è una kermesse di partito, ma un momento per ascoltare e farsi un'idea". Giovanni Cuntuliano, il presidente dell'associazione "Elia il profeta", che ha organizzato il secondo confronto tra gli aspiranti sindaco, invece si sbilancia: il suo "cuore" è grillino. In platea, tra gli altri, c'è Antonio Tomaselli, presidente della seconda circoscrizione (3.970 voti nel 2012 con Grande Sud), ora candidato in una delle liste a sostegno di Orlando. Lo chiamano sindaco di Brancaccio e la gente, a dire il vero, conosce più lui che Orlando. 

C'è subito un fuori programma: una donna prende il microfono e scarica tutta la sua rabbia: "Io e mio marito abitiamo in questo quartiere, ma abbiamo un panificio in via Sicilia - dice in lacrime - dove c'è il cantiere del passante ferroviario. A causa dei ritardi nei lavori stanno chiudendo tutti, noi siamo rimasti solo grazie a Dio. Venite lì a fare un comizio". Inizia così il confronto tra i candidati: mancato decentramento amministrativo, servizi, viabilità, riqualificazione della costa sud, rifiuti e decoro urbano. "Qui l'erogazione idrica è ancora a giorni alterni. Ho saputo che è stato riparato l'acquedotto di Scillato, ma quando avremo l'acqua tutti i giorni?", sbotta un residente. "Quando?", ripete parafrasando Pif nell'ormai famoso duello rusticano con Crocetta.

Vita di periferia, di una Palermo che però non si rassegna ad essere di serie B. Come migliorare la vivibilità anche in questo lembo di città? Per Nadia Spallitta "vanno sfruttate le tante risorse che ci sono: i 100 milioni del Pon Metro, i 13 milioni dei fondi Fas. Dobbiamo spenderli questi soldi. Per garantire servizi, creare più spazi verdi, asili nido e impianti sportivi". E aggiunge: "Il primo passo di una buona amministrazione è dare voce ai quartieri, bisogna dare poteri alle Circoscrizioni". Ferrandelli prova ad andare subito al sodo: "Se non parliamo di sviluppo economico non troveremo mai il bandolo della matassa. Dobbiamo frenare l'emorragia di giovani, sto lavorando per attirare investimenti privati e fare in modo che si possano creare start-up nelle periferie. Servono i servizi, che sono più importanti del trasporto". Poi rivolgendosi a Orlando dice: "Non esiste la Palermo di via Libertà e poi il resto del mondo. Contro il degrado sociale, vero male delle periferie, apriremo tutto il giorno le 400 scuole della città: saranno dei fari accesi nei vari quartieri".

Forello propone una visione diversa rispetto a Ferrandelli: "Il primo intervento sulle periferie non deve essere quello economico, serve un'evoluzione culturale. Le periferie diventano centro della città se hanno un'autonomia, ci devono essere tutti i servizi. Il degrado è sotto gli occhi di tutti, ma esistono anche delle bellezze, come il castello di Maredolce, la costa, il verde di Ciaculli. Bisogna valorizzarle". Quindi il candidato dei grillini lancia un avvertimento: "La mafia qui è ancora forte perché non c'è un'antimafia sociale. La rivoluzione culturale passa dalle urne: non vi fate prendere in giro da false promesse, votate liberamente". Parole che strappano più d'un applauso. 

Lomonte, architetto-indipendentista, incentra il suo intervento sull'edilizia e l'urbanistica. "Basta con le periferie ghetto - dice - alla Palermo orribile bisogna contrapporre cose belle. Come si fa a parlare di riqualificazione dove non c'è qualità? Solo una rigenerazione urbana può risolvere problemi endemici".

Per Leoluca Orlando esistono due periferie, "quella esistenziale e quella fisica:entrambe vanno eliminate. La politica è desiderio e l'amministrazione è realizzazione. Un sindaco deve rendere concreti i desideri. In questi cinque anni abbiamo salvato Amia e Gesip, 4.200 posti di lavoro, di cui tanti in questo quartiere. Oggi chi sta qui, grazie al tram non dice più scendo in città. Scusate se è poco. Ora il mare è balneabile, anche se aspettiamo ancora l'attestazione ufficiale dall'assessorato regionale all'Ambiente. I fondi del Pon Metro non ce li ha regalati Peter Pan, ma ce li siamo conquistati grazie ai progettisti del Comune. E non - sottolinea - dando incarichi a consulenti esterni, spesso collettori di tangenti. Adesso dobbiamo evitare di tornare al passato in cui la mafia governava, mettendo in sicurezza questa esperienza amministrativa". Quindi, sulla flasa riga dell'appello lanciato da Forello, afferma: "So di gente che va in giro a chiedere soldi ai disoccupati promettendo posti di lavoro in cooperative: non abboccate, sono farabutti, ladri, imbroglioni". Dalla platea in molti fanno scattare gli appalusi, che però diventano mugugni quando Orlando dice che "grazie al turismo adesso ci sono più posti di lavoro".

"Qui non ne abbiamo visti", risponde qualcuno. Infine tocca proprio alla gente del quartiere prendere la parola. Le domande sono le più disparate. "Quando faremo la differenziata? E chi la farà avrà degli sconti". "Quando sistemerete piazza Achille Grandi e quando aprirete la bretella che collega Guarnaschelli al Forum?". "Come possiamo fare per eliminare le discariche abusive?". I candidati rispondono, chi più chi meno. E c'è chi si spinge a chiedere di toccare con mano i problemi della periferia: "Perché non vi fate una passeggiata in via Pecori Giraldi per vedere le discariche e l'asilo diventato covo di spacciatori?". 

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