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Venerdì, 29 Marzo 2024
Elezioni comunali 2017

Confronto tra i candidati a sindaco, scintille e lacrime: "Palermo città di tutti"

Prima sfida "live" nella corsa a Palazzo delle Aquile. Sul "ring" del Don Bosco ad accendere i cuori dei palermitani è stato però l'arcivescovo Lorefice che si è commosso quando ha citato padre Puglisi. I temi: tram, periferie, poveri, scuole...

Le lacrime dell'arcivescovo Lorefice. I fischi e gli applausi ai candidati sindaco da parte del pubblico che ha affollato il teatro Don Bosco Ranchibile. I palermitani per la prima volta hanno potuto assistere ad un confronto "live" tra gli aspiranti alla poltrona più ambita di Palazzo delle Aquile. Non c'erano proprio tutti: qualcuno - è il caso di Tony Troja ("SìAmo Palermo") - lamenta di non essere stato invitato. Assenze e polemiche a parte, la campagna elettorale in vista delle Amministrative ha dato vita alle prime scintille. Non solo tra i candidati - che tuttavia hanno fatto interventi a compartimenti stagni - ma tra i candidati sindaco e gli elettori.

Ad "accendere" i cuori dei palermitani è però don Corrado. L'arcivescovo ha parlato dei poveri, degli anziani, dei disabili ("Bisogna mettersi dalla loro parte"), della necessità "dell'accoglienza", di "dare voce a chi voce non ha". E si è commosso quando ha citato padre Puglisi dicendo che "Palermo non dovrà mai smettere di lottare contro la mafia". Proprio come ha fatto don Pino. Parole forti, come quelle sul lavoro e il dramma dell'emigrazione giovanile: "Qui accanto a voi mi faccio compagno di un sogno: Palermo città di tutti, dove nessuno sia dimenticato ed escluso". L'arcivescovo, rivolgendosi ai candidati sindaco, ha preso in prestito l'esempio lasciato da Giorgio La Pira: "Bisogna intervenire con tutti i modi che fornisce la legge per aiutare chi soffre".

Il discorso di Lorefice ha dato il là gli interventi in successione di Fabrizio Ferrandelli, Ugo Forello, Ismaele La Vardera, Ciro Lomonte, Leoluca Orlando e Nadia Spallitta. "Chi vive in periferia si sente abbandonato". Così ha esordito Ferrandelli ("Coraggiosi"), che propone "scuole sempre aperte nei quartieri". Poi ha proseguito: "Dobbiamo arrestare la fuga di 5mila giovani che ogni anno scappano da Palermo". Sulla mobilità "niente tram in via Libertà o a Mondello. Con l'acquisto di bus elettrici si risparmia e non si aprono nuovi cantieri, questa città ne ha già avuti troppi".

Per Forello (MS) "non è accettabile che Palermo abbia 1.800 famiglie senza casa". La ricetta per rispondere alla fame di alloggi è "l'autorecupero" con la costituzione di cooperative di senza tetto. "Con l'emporio solidale - ha aggiunto - daremo cibo e farmaci gratis ai più bisognosi e contrasteremo anche gli sprechi alimentari". Il tram? "La priorità è collegare le periferie al centro". Mentre sull'immigrazione il fondatore di Addiopizzo ha affermato: "Il salvataggio dei migranti è un dovere irrinunciabile e l'accoglienza di chi scappa dalla guerra è altrettanto un dovere. Questo sarà garantito con i sistemi che ci sono e implementandoli".

CANDIDATI SINDACO2-4Quello dei migranti è stato un tema toccato anche da La Vardera, candidato che ha il sostegno di Fratelli d'Italia e Lega Nord. "Dobbiamo fare sì che le tragedie del mare non esistano più" ha detto citando l'inchiesta della procura di Catania sulle ong, definendo quest'ultime "organizzazioni criminali". Parole che hanno scatenato la platea. Sull'amministrazione della città, La Vardera non ha fornito ricette particolari e sull'assenza di esperienza politica nel suo curriculum ha lanciato una frecciata ad Orlando: "Se quello che 'lo sapeva fare' ci ha portato a questo punto...".

L'indipendentista Ciro Lomonte, ("Siciliani liberi") ha attaccato frontalmente il governo centrale: "Noi riteniamo che mafia e Stato italiano siano sinonimi. Tutti i partiti ci hanno trattato come colonia". Poi ha aggiunto: "Questa città è costruita male ed è destinata a crollare. Tutte le case sono a rischio. Dobbiamo avere il coraggio di fare dei piani regolatori per modificare il sistema viario di questa città". Per aiutare i più deboli, Lomonte è convinto che serva "un assessorato alle Politiche familiari: c'è bisogno di sussidiarietà, non solo di solidarietà. 

L'intervento del sindaco uscente Leoluca Orlando è quello che ha suscitato le reazioni più opposte - fischi e applausi - polarizzando tra "pro e contro" la platea. "Quando colleghi valore e visione alzi l'asticella. Oggi Palermo ha diritto a esser stimata e noi abbiamo diritto ad autostimarci". Così il Professore, prima di menzionare del "sacco di Palermo": "Dio non voglia che qualcuno pensi di farlo tornare". Il tram in via Libertà? "Invoco la dimensione visionaria del tram, abbiamo rotto l'isolamento". Visione che, ha detto Orlando, evita che la città finisca "nelle mani del primo farabutto che passa. Sono orgoglioso di essere sindaco di una città finalmente viva". I conti del Comune? "Quello di Palermo è il miglior bilancio delle grandi città italiane". Di fronte al pubblico che rumoreggiava, Orlando ha urlato: "Non facciamo tornare questa città alla palude del passato".  

Infine Nadia Spallitta: "Ben poco si è fatto per creare posti di lavoro, pur avendo strumenti come quelli offerti dai fondi europei". La candidata sostenuta dai Verdi ha prospettato la creazione di "orti urbani dove bambini e nonni possano tornare alla natura" e "il diritto all'alloggio la necessità di partire dalle periferie". Spallitta ha toccato anche argomenti quali "la meritocrazia nella macchina comunale, la partecipazione e la trasparenza", chiudendo con una citazione di don Milani: "Dobbiamo ripartire dalla cultura".

Così invece si è sfogato su Facebook Tony Troja, candidato a sindaco non presente all'incontro del Don Bosco Ranchibile: "Io non sono stato invitato al confronto pubblico tra i candidati. Ho inviato una mail alla diocesi che mi ha risposto cosi. 'Abbiamo coinvolto i candidati che vedevamo'. A voi le conclusioni...".

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