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Disabili, sesto giorno di sciopero della fame per Faraone: "Debole ma determinato"

Il senatore Pd digiuna per riportare l'attenzione sulle condizioni dei disabili siciliani: "Sono solo un papà che chiede alle istituzioni di intervenire con determinazione su un tema di civiltà. Lo scontro politico non c’entra proprio nulla"

“Comincio a sentire la debolezza, la fatica, ma sono più determinato di prima”. A dirlo è il senatore Pd Davide Faraone nella sua quotidiana diretta Facebook. Dopo sei giorni di sciopero della fame a sostegno dei disabili siciliani, non arretra e dice: “Se qualcuno si aspetta un calo di tensione, se lo scordi”. Rivolgendosi a chi in queste ore lo sta accompagnando e sostenendo in questa iniziativa nonviolenta, aggiunge ”Non mollo, è una battaglia di civiltà, sostenetemi, siete voi il mio cibo”. 

Il senatore del Pd torna a criticare il presidente della Regione: “Sono deluso dalle parole di Musumeci. Sono solo un papà che chiede alle istituzioni di intervenire con determinazione su un tema di civiltà. Lo scontro politico non c’entra proprio nulla. L’avevo difeso, prendendomi critiche da associazioni e da esponenti del mio partito, quando finì nella bufera per una sua espressione sui disabili chiaramente travisata e non me ne pento di averlo fatto, ma non capisco quindi questa sua reazione piccata”.

“Da sei giorni - aggiunge - ho messo al centro del mio sciopero della fame alcuni temi. L’ho fatto attraverso un dialogo positivo e propositivo. Ho chiesto se era concepibile il ritardo nei pagamenti degli assegni di cura per persone che hanno bisogno di assistenza, invitandoli a procedere al pagamento degli arretrati. Ho chiesto perché non ci fosse ancora il decreto. Ho chiesto perché le aziende non avessero chiamato circa 1000 persone, le più emarginate, quelle che non sanno che possono usufruire di un assegno per sopravvivere meglio e che non hanno fatto richiesta. Ho chiesto di destinare i 40 milioni già in cassa per i disabili gravi. Insomma ho chiesto cose giuste, non di destra o di sinistra. Cose giuste”.

“Smetterò il digiuno - conclude - solo quando ciò che hanno chiesto i disabili sarà fatto. E’ una battaglia di civiltà, riguarda i diritti negati, riguarda la mia terra”.

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