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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il giallo del blitz della Digos all'Anagrafe, una grandinata di smentite: "Nessuna perquisizione"

La questura nega la "visita" negli uffici di viale Lazio. Salvini conferma e smorza i toni: "Non denunciamo nessuno, saranno i cittadini a premiare o bocciare i sindaci disobbedienti". Lo sfogo dell'Orlando Nazionale al sit-in, le storie dei migranti e i dubbi degli impiegati comunali: "Come possiamo disapplicare una legge?"

Una "grandinata" di smentite. Prima la Questura, poi il sindaco Leoluca Orlando e infine il ministro Matteo Salvini bollano come infondata la notizia, diffusa dall'agenzia Ansa, di un blitz della Digos all'ufficio Anagrafe del Comune dopo la sospensione delle procedure previste dal decreto sicurezza. La Questura esordisce così: "Nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso nei predetti uffici comunali in data odierna per assumere informazioni sulle procedure inerenti i richiedenti asilo politico". A ruota Orlando afferma: "Prendo atto di quanto chiarito dalla Questura, peraltro confermato dai dirigenti che smentiscono richieste di informazioni e documentazione da parte della polizia".  

"Nessuna perquisizione" aggiunge Salvini, che prova ad abbassare i toni con una posizione più morbida: "Mi occupo di futuro e non di passato, di realtà e non di fantasie. Non abbiamo mandato alcuna ispezione al Comune di Palermo, non abbiamo intenzione di denunciare penalmente nessuno e saranno i cittadini a premiare o bocciare quei sindaci che, invece di occuparsi dei problemi degli italiani, si occupano dei presunti problemi di immigrati irregolarmente presenti nel nostro territorio".

Il "giallo" del blitz chiude una giornata iniziata con il monito dell'arcivescovo Corrado Lorefice durante la messa di inizio anno a Palazzo delle Aquile (non si può rimanere in silenzio davanti a "disumani decreti") e proseguita con la manifestazione anti-Salvini davanti Palazzo delle Aquile. In piazza esponenti del terzo settore, associazioni (come Legambiente e Anpi) sindacati (la Cgil), assieme a studenti e semplici cittadini hanno gridato il loro "no" al decreto Sicurezza voluto dal governo gialloverde.

In prima linea contro il governo di Roma, il sindaco Leoluca Orlando che da Palermo si è conquistato la ribalta nazionale. "I migranti sono persone - dice il Professore - questo decreto prevede norme criminogene. Per la parte che mi compete l’ho sospeso perché costringe persone che vivono nella legalità a vivere nella illegalità. Al nervosismo del ministro Salvini, rispondo che io ho esercitato le mie funzioni di sindaco".

L'Orlando nazionale, unico politico palermitano sopravvissuto alla Prima Repubblica, ha lanciato la mobilitazione dei sindaci "disobbedienti". E così la direttiva impartita al dirigente Maurizio Pedicone per sospendere "qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona, con riferimento all'iscrizione all'anagrafe degli stranieri" è diventata un caso. Giuridico, con l'annunciato ricorso al giudice civile dell'ufficio legale del Comune per poter adire, in via incidentale, la Corte Costituzionale; ma anche politico-sociale, con il dissenso di larghi strati della cittadinanza. Al quale si contrappone la posizione, non proprio minoritaria, dei salviniani.

Negli uffici di viale Lazio c'è scetticismo tra i dipendenti, stretti nella morsa tra la legge e le direttive del sindaco. All'Anagrafe non tutti hanno capito come applicare la sospensione del decreto sicurezza. E poi ci sono le storie dei migranti, che sembrano sospesi in una sorta di limbo. E' un continuo via vai negli uffici di viale Lazio. Decine gli immigrati, donne e uomini, molti dei quali giovanissimi, che chiedono informazioni. Cercano di capire che cosa accadrà non appena scadrà il loro permesso umanitario. E' il caso di Mamu - ragazzo 25enne originario del Togo, che vive in Italia da un anno e mezzo - e di Keila, che di anni ne ha 21 e ha un permesso di soggiorno in scadenza il 10 gennaio. Oggi all'Anagrafe non hanno potuto ottenere la carta d'identità così come speravano. "Mi hanno detto di fissare un nuovo appuntamento - spiega Keila all'Adnkronos - Ma tra pochi giorni scade il mio permesso. Come farò?". Keila aggiunge che tra pochi giorni sarà un "clandestino": "Non potrò più avere un lavoro, accedere a un servizio. Come devo fare? Non ho fatto nulla di male. Perché questo accanimento contro di noi?". 

Negli uffici gli impiegati sono perplessi e non lo nascondono. La novità è che da questa mattina, dopo lo stop dello scorso ottobre in seguito ad una circolare della Prefettura, si potranno nuovamente prenotare gli appuntamenti per le richieste di residenza o per la carta d'identità. Il capo area dell'ufficio, Maurizio Pedicone, ha invitato i funzionati ad attuare la disposizione del sindaco Orlando, ma gli addetti al servizio Anagrafe non sono convinti. Qualche dipendente parla trincerandosi dietro l'anonimato: "Come possiamo disapplicare una legge dello Stato?". Spiegando poi che anche se sono state riavviate le prenotazioni, "non è detto che poi la richiesta dei richiedenti venga accolta...". Il sindaco Leoluca Orlando però è categorico: "Il dirigente dell'ufficio Anagrafe ha detto chiaramente che darà esecuzione alla mia disposizione di servizio". 

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