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La Corte dei conti "stronca" la Regione: "Il bilancio non può essere approvato"

Per la prima volta sospeso il giudizio di parifica del rendiconto generale 2016. Entro il 10 luglio le controdeduzioni. Udienza rinviata al 19 luglio. Il procuratore Zingale: "Presenti varie irregolarità". Crocetta si difende: "Senza di noi sarebbe stato dissesto"

Non era mai accaduto prima. La Corte dei conti, presieduta da Maurizio Graffeo, ha sospeso il giudizio di parifica del rendiconto generale per il 2016 della Regione siciliana sulla base della richiesta del procuratore generale Pino Zingale, che nella sua requisitoria ha evidenziato presunte irregolarità nel bilancio consuntivo. La Corte ha dato il termine del 10 luglio per le controdeduzioni delle parti e ha rinviato l'udienza al 19 luglio.

Nel corso della seduta di parifica del rendiconto, il procuratore Zingale ha contestato la mancata istituzione di tre fondi: quello per il rischio di spese legali, quello a copertura di potenziali passività legate alle operazioni finanziarie fatte su prodotti derivati e quello su eventuali perdite degli organismi pubblici controllati dalla Regione. Inoltre, il procuratore ha chiesto alla Regione un elenco analitico dei residui attivi (crediti da esigere) e dei residui passivi (debiti da estinguere) reimputati nei bilancio per il 2017 e il 2018 e un secondo elenco con le entrate e le spese utilizzate per la completa sterilizzazione del bilancio del 2016. 

I giudici della Corte dei conti non hanno accolto le richieste del procuratore Zingale che a conclusione della sua requisitoria aveva chiesto di dichiarare "la irregolarità del rendiconto generale della Regione siciliana per l'esercizio 2016" e "in via subordinata" un "supplemento istruttorio per chiedere la quantificazione del contenzioso passivo". Richieste che hanno sorpreso i rappresentanti del governo e i deputati presenti in platea, allo Steri; non tanto invece l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, che, si apprende, sarebbe stato informato in anticipo tanto da decidere di non presentarsi alla cerimonia. Assente anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha inviato la sua vice, Mariella Lo Bello.

Spetterà ora al governo fornire, entro il 10 luglio, i chiarimenti richiesti. Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che in una nota ha difeso l'operato della sua amministrazione: "Cinque anni fa si parlava solo di commissariamento e di impossibilità di pagare persino gli stipendi ai dipendenti della Regione. In quattro anni e mezzo abbiamo fatto un lavoro eccezionale, il più importante tra le regioni italiane, che ha permesso di dare stabilità ai conti ed esprimere solidarietà".

"Solidarietà e rigore sono stati i termini del nostro impegno con la centralità di una lotta contro gli sprechi, la corruzione, le clientele - ha aggiunto Crocetta - Cinque anni fa era il tempo della Tabella H, degli sprechi della sanità, erano i tempi in cui i forestali costavano il doppio di adesso. Abbiamo fatto denunce, ripristinato i conti e liberato una Regione, in un processo che deve continuare e non può fermarsi". In merito ai chiarimenti richiesti dalla Corte dei Conti entro il 19 luglio, Crocetta ha già convocato per martedì la Giunta, chiamata anche a nominare il nuovo ragioniere generale. "Senza di noi, in questi anni - ha sottolineato il governatore - la Regione sarebbe andata in dissesto e non si sarebbe salvata".

Anche l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Baccei, ha detto la sua: "Il bilancio regionale che abbiamo ereditato dai governi passati era quello di una Regione tecnicamente fallita. Oggi è stato risanato, con risultati chiari ed evidenti. Spiace che questo imponente lavoro non venga riconosciuto da un'immediata parifica, normalmente assicurata anche in presenza di rilevanti criticità sempre evidenziate dalla stessa Corte dei Conti. Gli aspetti sono relativi a fatti meramente tecnici, comunque di impatto non sostanzialmente rilevante rispetto al bilancio complessivo e che riteniamo verranno chiariti nel successivo contraddittorio".

Di segno opposto le parole del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, secondo cui "molte delle considerazioni del procuratore generale Zingale nella sua requisitoria finale non mi sorprendono e anzi sono condivisibili. Alcuni di questi rilievi sono stati posti, al governo regionale, anche dalla presidenza dell'Ars".  Ardizzone, sentiti i capigruppo parlamentari, convocherà nel pomeriggio di lunedì 10 luglio una seduta straordinaria dell'Aula nel corso della quale il governatore Crocetta e l'assessore Baccei dovranno riferire sulla situazione finanziaria della Regione. "Sin dall'inizio della legislatura, in tantissime occasioni, - ha concluso Ardizzone - abbiamo dovuto sollecitare l'invio delle relazioni tecniche di accompagnamento ai disegni di legge governativi e parlamentari. Nei rapporti con il governo, questo è stato ed è un continuo tormento".

Per il sindaco di Palermo e presidente Anci, Leoluca Olando, "quanto rilevato dalla Procura Generale della Corte dei Conti in sede di parificazione del bilancio regionale, esime dal dovere ripetere quanto denunciato dal sistema delle autonomie nei riguardi del persistente 'stato di calamità istituzionale' della Regione".

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