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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mazzette per lavori mai eseguiti, arrestati funzionari Anas e imprenditori: ai domiciliari due palermitani

Si tratta della seconda tranche dell'inchiesta "Buche d'oro" della guardia di finanza di Catania. Sono coinvolti anche un imprenditore con attività a Ciminna e uno a Termini Imerese. Devono rispondere di corruzione in concorso

Nuova tranche dell'inchiesta "Buche d'oro", che ha fatto luce su un giro di mazzette che sarebbero state versate a funzionari dell'Anas di Catania per il rifacimento di strade della Sicilia Orientale e centrale. Dopo i tre arresti dello scorso 21 settembre, i militari del nucleo di polizia economico e finanziaria della guardia di finanza hanno eseguito otto nuove ordinanze di custodia (una in carcere e sette ai domiciliari) nei confronti di funzionari dell'area compartimentale dell'Anas e di imprenditori di Palermo, Caltanissetta e Agrigento. Devono rispondere di corruzione in concorso.  Il gip ha anche disposto nei confronti di un dirigente Anas la sospensione dall'esercizio di pubblico ufficio per un anno.

In particolare sono finiti ai domiliari Pietro Matteo Iacuzzo, 50 anni,  rappresentante legale della "Isap srl" con sede a Termini Imerese e  un volume d’affari nel 2018 superiore a 17 milioni di euro e Roberto Priolo, 48 anni, rappresentante legale della "Priolo srl" con sede a Ciminna e un volume d’affari annuo di circa 1 milione di euro.

Le indagini dei finanzieri hanno consentivano di "tracciare la ricezione di tangenti, in denaro contante, da parte dei 5 funzionari infedeli Anas per centinaia di migliaia di euro nonché di rinvenire presso l'abitazione dei pubblici ufficiali denaro contante relativo alle più recenti mazzette incamerate per decine di migliaia di euro".

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All'impresa di Priolo erano stati affidati i "lavori di ripristino del piano viabile, consolidamento del corpo stradale e di stabilizzazione di pendici in tratti saltuari tra il km 10+000 e il km 11+000 della SS 575 di Troina" iniziati a febbraio di quest’anno e ultimati 3 mesi dopo. Priolo, secondo quanto ammesso dai funzionari corrotti e reso noto dalla finanza, avrebbe consegnato una tangente di 15.000 euro in contanti.

Iacuzzo invece avrebbe pilotato l'appalto per la "riqualificazione del piano viabile nel Comune di Caltagirone" e il "risanamento della pavimentazione stradale in tratti saltuari tra il km 0+000 e il km 51+900 della SS 288 di Aidone". "Come confermato in sede di interrogatorio dai funzionari Anas coinvolti - spiegano le fiamme gialle - l’Isap srl traeva un illecito vantaggio dalla mancata rimozione di parte del manto stradale usurato: i pubblici ufficiali corrotti, quindi, acconsentivano a una registrazione in contabilità di uno spessore del materiale fresato superiore rispetto al vero così da far riconoscere all’impresa un compenso non spettante. Per tali ragioni, Iacuzzo consegna ai funzionari infedeli denaro contante, in più fasi, per complessivi 60.000 euro".

Come immediata conseguenza, Anas ha reso noto di avere sospeso i tecnici arrestati e di avere bloccato l’erogazione degli stipendi. "Inoltre - si legge in una nota del gruppo - la Security di Anas, con il supporto di un gruppo di ingegneri della direzione generale, in stretto contatto con la guardia di finanza, sta effettuando controlli a tappeto sui lavori oggetto delle indagini avvalendosi di apparati tecnologici del centro ricerche di Cesano di Anas, al fine di verificare, anche ai fini della sicurezza delle infrastrutture, se sono stati rispettati la qualità e la quantità dei materiali previsti, nonché quant’altro previsto dai capitolati di appalto".

Anas sta anche verificando "se le imprese appaltatrici coinvolte nelle indagini siano impegnate, o lo siano state in passato, in altri interventi sull’intero territorio nazionale, che saranno anch'essi sottoposti a verifiche, e di fronte ai sofisticati atti criminali messi in campo dai funzionari coinvolti e dalle imprese, l’Azienda sta avviando ulteriori e ancora più incisive attività di controllo interno".

Il gruppo sottolinea poi la propria collaborazione con gli inquirenti "per offrire ogni contributo utile a fare piena luce sui gravi fatti individuati" e annuncia "il massimo rigore, non solo con procedimenti disciplinari di licenziamento, ma anche con richieste di risarcimento di tutti i danni alla reputazione di Anas e all’integrità delle opere stradali. Non appena acquisiti gli atti, Anas procederà anche alla costituzione di parte civile".

Articolo aggiornato il 18 ottobre 2019 alle ore 13.07

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