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Boss mafiosi ai domiciliari, Di Matteo: "Grave offesa alla memoria delle vittime"

Il giudice palermitano, adesso componente del Csm, commenta la sospensione del 41 bis al capomafia Francesco Bonura, condannato in via definitiva nel 2012 per associazione mafiosa ed estorsione. La decisione nell'ambito dei provvedimenti per limitare il contagio da Covid-19 nelle carceri

"Un'ulteriore grave offesa alla memoria delle vittime e all'impegno quotidiano di tanti umili servitori dello Stato". Antonino Di Matteo, componente del Csm, commenta cosi con l'Adnkronos la notizia dei domiciliari per il boss Francesco Bonura, condannato in via definitiva nel 2012 per associazione mafiosa ed estorsione a 18 anni e 8 mesi di carcere, ritenuto figura di spicco del mandamento dell'Uditore. Era detenuto nel carcere di Opera a Milano. Ma da ieri può tornare nella sua Palermo.

Boss mafiosi lasciano il 41 bis grazie al Coronavirus

La scarcerazione di Bonura arriva dopo l'emanazione del decreto "Cura Italia", in cui si prevede una possibilità di scarcerazione e detenzione domiciliare per determinate categorie di detenuti, e la circolare del Dap (Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria) a tutti i direttori delle carceri per invitarli a comunicare "con solerzia alla Autorità giudiziaria, per le eventuali determinazioni di competenza", il nominativo di quei detenuti che hanno più di 70 anni e sono affetti da determinate patologie. Adesso potrebbero seguire le orme di Bonura anche i boss Leoluca Bagarella (che sta spingendo da tempo per avere gli arresti in casa) i Bellocco di Rosarno, Pippo Calò, Benedetto Capizzi, Antonino Cinà, Pasquale Condello, Raffaele Cutolo, Carmine Fasciani, Vincenzo Galatolo, Teresa Gallico, Raffaele Ganci, Tommaso Inzerillo, Salvatore Lo Piccolo, Piddu Madonia, Giuseppe Piromalli, Nino Rotolo, Benedetto Santapaola e Benedetto Spera. 
 

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