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"Scaro" e mercato ittico, stop ai privati: Consiglio riscrive regolamento ed è polemica

La conferenza dei capigruppo rimette mano al testo uscito dalla commissione Attività produttive. Fronte trasversale per la gestione pubblica, ma non mancano le frizioni. Asse Catania-Tantillo: "No a esternalizzazioni". Zacco: "Oscurato il nostro lavoro". Sala: "Facile dire no ai privati e non avere i soldi per i mercati"

No ad ogni ipotesi di gestione privata dei mercati generali. Lo stop arriva dalla conferenza dei capigruppo, che ha deciso di rimettere mano al regolamento unico che disciplina l'attività del mercato ortofrutticolo e di quello ittico. Il testo - esitato dalla commissione Attività produttive e già "pesantemente" emendato rispetto alla versione originaria del 2013 - doveva iniziare il suo iter in Consiglio comunale la scorsa settimana, ma è stato subito messo in discussione.

Un fronte trasversale, da Giusto Catania (Sinistra Comune) a Giulio Tantillo (Forza Italia), è convinto che il regolamento possa "aprire una maglia pericolosa per l'inserimento dei privati". La questione è politica. Ed ha innescato "frizioni" fra i componenti della commissione Attività produttive e il resto dei consiglieri. "La gestione dei mercati generali - afferma Catania - deve rimanere in mano all’amministrazione. Il servizio pubblico è garanzia di legalità, trasparenza e di efficienza economica. Non è plausibile che attraverso l’approvazione del regolamento si possa introdurre surrettiziamente un percorso di privatizzazione. Sarebbe incompatibile con il programma del sindaco".

Sotto la lente d'ingrandimento dei consiglieri sono finiti quasi tutti gli articoli. A cominciare dall'indicazione del direttore che, secondo Catania, deve essere "un dirigente del Comune e non un esterno". Ad essere riscritto, tra gli altri, anche l'articolo 4 che prevede l'istituzione, il funzionamento e i compiti di una commissione mercato. Un organismo giudicato pletorico, con 24 componenti, e che verrà riallineato alla legge 125 del 1959. 

"Così come è uscito dalla commissione - sottolineaTantillo, vicepresidente del Consiglio - il regolamento esternalizza tutto. Non siamo pronti ad affidare all'esterno servizi essenziali come i mercati generali. Ecco perché siamo intervenuti sul testo". Nel regolamento modificato il direttore coincide con il dirigente del Suap, che si avvarrà di un vice per ogni mercato. "Non c'è nessuna intenzione di tirarla per le lunghe - promette Tantillo - posso assicurare tutti che nel giro di 10-15 giorni il regolamento verrà votato dall'Aula. Dobbiamo però guardare anche al futuro: mi riferisco alla possibilità di spostare i mercati generali in viale Regione all'altezza di Bonagia. Così facendo i tir non entrerebbero più in città, di coseguenza diminuirebbe il traffico e l'inquinamento".

Un'apposita delibera, qualche anno fa, era approdata a Sala delle Lapidi. Ma si è arenata per la contrarietà di includere a Bonagia anche il mercato florovivaistico. Per rimettere in moto l'atto è necessaria una variante urbanistica. E a quanto pare l'assessore al ramo avrebbe già attivato gli uffici. In attesa che il regolamento unico dei mercati sbarchi in Aula con le modifiche apportate, come detto, emergono in superficie i malumori. Il presidente della commissione Attività produttive Ottavio Zacco (Sicilia Futura) tiene a precisare che "gli aggiornamenti al testo sono frutto di una scelta condivisa. Nessuno stravolgimento, ma uno snellimento. Anch'io concordo sul fatto che il regolamento vada blindato per evitare ogni ipotesi di gestione privata".

Zacco però non risparmia le stoccate. Nel mirino ci finisce Giulio Tantillo: "E' dal primo momento che si cerca di oscurare il lavoro della commissione, rimettendo in discussione anche la composizione e le funzioni della commissione di mercato prevista da una legge nazionale. La Sesta commissione ha sempre lavorato in sinergia con le associazioni di categoria ed i concessionari, e non si può lavorare su un regolamento non tenendo conto delle loro esigenze e delle esigenze della città. Da subito ho detto che non sono innamorato di questo regolamento e che sicuramente si poteva fare di meglio, ma dopo che il presidente del Consiglio ha tenuto all'ordine del giorno la proposta di delibera per ben 6 anni di certo non possiamo pensare di rinviare l'atto agli uffici. Tantillo dimentica che a giugno 2018 in qualità di presidente della sesta commissione ho chiesto ai capigruppo di iniziare a lavorare insieme per affrontare il regolamento e modificarlo insieme con tutti i gruppi politici tenendo conto delle necessità degli addetti ai lavori, infatti la commissione non ha presentato nessun emendamento ma chiesto di condividere le modifiche, partendo proprio dal presupposto che restino a gestione pubblica e cercando di esternalizzare solo i servizi che l'amministrazione non può garantire come la produzione del ghiaccio, servizio bar e ristoro, distribuzione carburati, e lasciando in house i servizi come la pulizia".

Anche Toni Sala (Palermo 2022), componente della commissione attività produttive, non nasconde il suo disapunto: "L’unico modo per garantire trasparenza e legalità nei mercati generali di Palermo è l’approvazione di un regolamento che fissi regole chiare e certe: il problema non sono i privati, ma una situazione attuale di totale caos nel quale si rischia che proliferino interessi poco leciti. Il regolamento arrivato in Consiglio comunale è stato concordato con l’amministrazione e con gli operatori del mercato, l’opposizione strumentale di alcuni consiglieri comunali rischia solo di lasciare la situazione così com’è chissà per quanti anni. Il Comune ha il dovere di fissare regole chiare e di garantire i servizi, ma bisogna anche capire se è nelle condizioni di farlo: troppo facile dire 'no' ai privati e poi non avere i soldi per far funzionare i mercati. Il regolamento prevede la possibilità di una gestione mista, ma lo spauracchio dei privati è fuori tempo: tutti i progetti di finanza, da quello per il cimitero a quello possibile per la nuova sede dei mercati generali, vengono fatti con l’ausilio del privato. L’alternativa è l’immobilismo". 

"Dopo anni e anni che il regolamento sui mercati generali è rimasto fermo - attacca Alessandro Anello, vicepresidente della commissione Attività produttive - finalmente le commissioni competenti sono riuscite ad elaborare un testo. Non è vero che c'è un'intenzione a privatizzate. Si è prevista soltanto la possibilità di esternalizzare alcuni servizi che l'amministrazione comunale non sarebbe in grado di espletare, come il bar ristoro e il facchinaggio. Appare strumentale il fatto che alcuni consiglieri vogliano agitare lo sapuracchio della privatizzazione. Forse vogliono lasciare i mercati nel caos? Il regolamento e necessario. La capigruppo deve fare sintesi e non ostacolare un percorso condiviso. Perché qualche consigliere si sveglia adesso?".

Sulla polemica dei mercati genrali interviene infine Ugo Forello (M5S), che ne ha sia per la maggioranza sia per l'opposizione: "E' il sintomo del caos amministrativo e politico in cui si trova la città. E' infatti espressione di una tendenza politica presente in Consiglio comunale, sia nella maggioranza sia nell'opposizione, e ispirata all'immobilismo, a non volere assumersi le proprie responsabilità e dare impulso all'azione deliberativa dell'organo consiliare. Certo l'amministrazione attiva è inesistente e non è riuscita a presentare in Consiglio una proposta accettabile e definita, ma il lavoro svolta dalla Sesta commissione e quello che avrebbe dovuto svolgere (da tempo) la conferenza di capogruppo, avrebbe dovuto portare all'approvazione di un regolamento, così importante, già da tempo. Ma in questo caso, così come sta succedendo anche per tanti altri atti, come per la definizione del regolamento e del piano pubblicità, il Consiglio preferisce non fare, dimostrando un'incapacità politica di indirizzo che danneggia la città. Nel merito della questione, parlare di un direttore dei mercati che sia un dirigente interno al Comune, significa non avere il polso della reale situazione e della ormai atavica carenza di personale dirigenziale che deve fare fronte ad un carico eccessivo di competenze. Sulla variante urbanistica sembra davvero assurdo parlarne in un momento in cui il nuovo Prg dovrebbe essere pronto per essere presentato in Consiglio".

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