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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Comune, nella maggioranza spuntano i partiti: è l'addio al civismo politico di Orlando

La coalizione civica che ha portato al successo il sindaco ha assunto una connotazione partitica. E il "campo largo" si stringe sempre più. Mangano: "Il modello Palermo si è aperto e chiuso con le Comunali, improponibile alle Regionali"

Con l’insediamento del Consiglio comunale, il Pd ha subito formalizzato la costituzione del gruppo. Un passo compiuto non appena i consiglieri dem - Dario Chinnici, Rosario Arcoleo, Giovanni Lo Cascio e Carlo di Pisa - hanno varcato la soglia di Sala delle Lapidi. Contestualmente Francesco Paolo Scarpinato, eletto assieme ai quattro del Pd nella lista Democratici e popolari, rimarcando la sua appartenenza agli alfaniani, ha comunicato di voler proseguire da solo il suo percorso in rappresentanza di Alternativa popolare.

Poco dopo, la lista Uniti per Palermo si è tramutata nel gruppo Sicilia Futura: il movimento guidato in Sicilia dall'ex ministro Totò Cardinale, che a Palermo ha come punti di riferimento i deputati regionali Edy Tamajo e Salvo Lo Giudice. Insomma, a Sala delle Lapidi, i partiti sono spuntati come i funghi: alla svelta. La coalizione che ha consentito al  Leoluca Orlando di essere rieletto per la quinta volta sindaco di Palermo ha così assunto una connotazione partitica. Eccezion fatta per i gruppi di diretta emanazione del primo cittadino (Mov139 e Palermo 2022) e - paradossalmente - di Sinistra Comune. Unica tra le liste orlandiane che, pur essendo nata grazie al contributo di partiti e movimenti dell'ultrasinistra (leggasi Rifondazione comunista, Sinistra Italiana e Possibile), ha mantenuto una dimesione civica.

E' accaduto quindi che proprio i "compagni", esclusi dalla Giunta comunale per il timore del sindaco di "allargare" la maglia ai partiti, siano rimasti fedeli - nella forma e nella sostanza - al progetto iniziale. Quello del 2012, rilanciato con le elezioni del 2017. "La nostra - sottolinea Catania, ex assessore alla Mobilità e al Decentramento - è una dimensione civica reale. Abbiamo costruito una soggettività politica, con un'operazione vera e non soltanto per fini elettorali". Il riferimento, neanche troppo velato, va dritto a Pd e Ap. Protagonisti dell'inizio flop del Consiglio comunale: dem e alfaniani infatti si contendono la presidenza di una commissione. Una lite che di fatto ha "paralizzato" in partenza l'attività di Sala delle Lapidi.

Il nodo è politico. E ha fatto emergere le prime crepe interne alla maggioranza. Un rassemblement costruito dal sindaco Orlando con l'etichetta del civismo politico. "Sono l’unico candidato - ripeteva il Professore prima del voto - che non ha simboli di partito nella sua coalizione. Non è un capriccio né un vezzo, ma un messaggio chiaro: nella gestione di una città le forze politiche, che ringrazio per il loro impegno, devono fare un passo indietro, per far fare due passi avanti a Palermo".

"Due passi indietro dei partiti - aveva aggiunto Orlando - fanno fare un passo in avanti alla politica, creando le condizioni per costruire un campo largo". Oggi, però, la situazione non è più come l'aveva descritta il sindaco. I partiti di passi indietro non ne hanno fatti, anzi hanno fatto un salto a pie' pari in avanti. Mentre il "campo largo" si è ristretto. E il civismo politico di Orlando? "Si è aperto e chiuso con le elezioni amministrative" risponde Alberto Mangano, ex consigliere comunale con un passato in Democrazia Proletaria, La Rete e Verdi. "Orlando - spiega - aveva l'esigenza di dare continuità alla sua ultima esperienza amministrativa. Che, anche dal punto di vista formale, non poteva contenere i partiti. Le liste civiche erano quindi funzionali allo scopo".

Il "modello Palermo" non solo è entrato in crisi una volta entrato in Consiglio comunale, ma non riesce ad attecchire in prospettiva elezioni regionali. "Nella stessa formula non è riproponibile". Ne è convinto Mangano, secondo cui "la nuova sfida è creare un nuovo movimento aperto a tutti i siciliani liberi da vincoli di partito. Con le dovute proporzioni va ricostruito un soggetto sul modello della Rete, basato su un progetto di cambiamento della politica. Cosa che non possono fare i partiti che sono stati alla Regione dentro i processi di governo. Occultare le 'targhe' dei partiti non è possibile, il vero civismo dovrà essere fondato sui sindaci che hanno amministrato bene i loro Comuni, sui politici 'non inquinati', sui cittadini impegnati nelle battaglie civili".

"Sarebbe una diminutio, oltre che un fallimento, - conclude l'ex consigliere comunale - riproporre lo stesso schema usato a Palermo. Orlando, tuttavia, è in grado di costituire un nuovo soggetto politico che sia in Sicilia autorevole e vincente. Se non adesso, in una prospettiva futura". 

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