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Politica Arenella-Vergine Maria / Salita Belmonte

Quale futuro per la Libia? Il summit entra nel vivo ma di migranti ne parlano in pochi

Palermo diventa il crocevia dello scacchiere politico euro-mediterraneo. Però mettere d'accordo tutte le anime libiche non sarà facile. Tra i primi ad arrivare a Villa Igiea il premier russo Dmitri Medvedev, mentre Haftar non dovrebbe partecipare ai lavori

Perché Palermo? E qual è lo scopo della Conferenza sulla Libia? Gli "attori" internazionali riuniti a Villa Igiea, Italia in testa (se non altro in quanto nazione organizzatrice del vertice), sono impegnati a convincere le forze rivali che oggi "governano" la Libia a trovare un'intesa. Pace, stabilità e democrazia. Necessità di una roadmap che preveda le elezioni nello Stato nordafricano. Ecco i mantra che fanno eco nei saloni di Villa Igiea. Di migranti e diritti umani, però, parlano in pochi. Anzi, quasi nessuno. Eppure con una Libia "stabile" sicuramente si potrebbe mettere un freno ai campi lager e alle partenze incontrollate dalle coste africane.

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Oggi la Conferenza sulla Libia entra nel vivo. E Palermo diventa il crocevia dello scacchiere politico euro-mediterraneo. La scelta del capoluogo siciliano, a tal proposito, non è casuale. Lo ha spiegato Palazzo Chigi in modo breve e compendioso: "Prima città greca e romana, poi capitale araba, in seguito conquistata da Normanni e Svevi, Palermo - ha sintetizzato la presidenza del Consiglio - è un luogo in cui convivono la preziosità arabesca e normanna, il gusto barocco e liberty di monumenti, palazzi e teatri, ma anche dei giardini e dei mercati. Al centro del Mediterraneo, crocevia tra Oriente e Occidente, è stata approdo di popoli, lingue e religioni diverse fra loro che hanno contribuito a rafforzare l'identità di questo popolo, fortemente orgoglioso ma cordiale e caloroso. Un'identità che nel tempo ha saputo diventare emblema della coesistenza tra culture diverse, amicizia tra i popoli e innata ospitalità".

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Malgrado il valore simbolico-propiziatorio e i retaggi storico-culturali, alla base della scelta di Palermo, mettere d'accordo i libici non sarà facile. Che le cancellerie impegnate nel vertice ci riescano è tutt'altro che scontato. Le diplomazie tuttavia sono al lavoro. Stamattina i primi ad arrivare a Villa Igiea sono stati il premier russo Dmitri Medvedev, il generale libico Khalifa Haftar e il capo del governo di unità nazionale Fayez al Serraj. Haftar, l'uomo forte della Cirenaica, non dovrebbe partecipare ai lavori della Conferenza. Staremo a vedere cosa succederà e soprattutto cosa dirà il premier Conte nella conferenza convocata alle 13,30.

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La città intanto guarda da lontano i potenti del mondo, tra disagi (alcuni residenti nella zona rossa non hanno potuto parcheggiare alla Fiera perché non figuravano nel database delle forze dell'ordine), indifferenza e contestazioni. Come le sigle appartenenti alla sinistra radicale, che hanno organizzato il controvertice "Interferenze". Oggi all'ex Noviziato dei Crociferi parleranno le ong che si occupano del soccorso ai migranti. Tema che sembra essere assente al summit di Villa Igiea. Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano e volto simbolo del controvertice, lo ha detto a chiare lettere: "Macché pace, quella di Palermo è una conferenza per il petrolio. Abbiamo lasciato nel caos questo Paese - ha dichiarato a "Repubblica" - e adesso stringiamo accordi per abbandonare i migranti nelle carceri libiche". Intanto, dopo il corteo "no summit" di ieri, un gruppo di attivisti anarchici ha occupato l'ex sede dell'Anagrafe comunale di via Libertà, chiusa da tempo.

"L’immobile - spiega il presidente dell'ottava circoscrizione Marco Frasca Polara - era stato restaurato ed era pronto da tre anni per essere riutilizzato. Nonostante i nostri solleciti l’Amministrazione in tutto questo tempo l’ha tenuto chiuso. Un danno ai cittadini ma anche uno spreco di risorse visti i soldi spesi per il restauro. Questa occupazione si aggiunge a quella di un’altra postazione anagrafica decentrata in piazza della Pace avvenuta nel lontano 2012".

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