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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Sport e integrazione, un premio per 120 piccoli calciatori stranieri

Si tratta dei ragazzi che hanno preso parte ai tornei organizzati dall'associazione Asante. "Il gioco - spiegano gli organizzatori - da sempre è uno dei miglior modi per creare aggregazione"

Lo sport come mezzo per l'integrazione. Nel pomeriggio 120 minori stranieri, che durante l'anno hanno partecipato a diversi tornei di calcio organizzati dall'associazione Asante, saranno premiati a Palazzo delle Aquile. Saranno presenti il sindaco Leoluca Orlando, l'assessore alle Politiche sociali Agnese Ciulla, il presidente del Consiglio comunale Salvatore Orlando e il presidente della commissione Attività produttive Paolo Caracausi (Idv).

I protagonisti della giornata saranno loro, i minori stranieri che saranno premiati dalle istituzioni. "Sala delle Lapidi rappresenta l'espressione massima della politica cittadina, passeggiando tra le stanze del Palazzo di città i ragazzi potranno sognare di essere per un giorno già cittadini e non stranieri. E' lo sport l'arma dell'integrazione, che regala sorrisi e abbatte le differenze apparenti. Il gioco da sempre è uno dei miglior modi per creare aggregazione e integrazione", dicono gli organizzatori.

"L'attività dell'associazione merita il plauso di tutti - dice Caracausi - e dimostra che lo sport è il miglior modo per abbattere le barriere e creare integrazione nelle giovani generazioni. Palermo si dimostra ancora una volta pronta all'accoglienza".

L'associazione Asante, da anni impegnata nel terzo settore e in special modo nella gestione di comunità di prima accoglienza di minori stranieri non accompagnati, ha scelto il calcio come medicina per alleviare la sofferenza che portano nel cuore e far passare loro un po' di tempo nella spensieratezza, come veicolo di incontro e di integrazione con altri ragazzi di altri centri di accoglienza ma anche con altri ragazzi palermitani. Alcuni di questi ragazzi stranieri scappano da guerre, dalla persecuzione e dalla fame.

"Sono venuti qui immaginando di trovare libertà e democrazia e noi dobbiamo scegliere che Paese essere nei loro confronti. Vogliamo che i nostri bambini giochino insieme a loro e che provino a essere felici. Bisogna buttare per terra il muro dei pregiudizi, porteremo lo sport nei nostri centri di accoglienza", dice il presidente dell'associazione Asante Francesco Paolo Tetamo, che prima da padre e poi da presidente considera questi ragazzi tutti come figli suoi. "Alcuni di questi ragazzi sono riusciti anche a fare carriera - continua Tetamo - Lo sport è stato veicolo di scoperta del talento personale. Così anche lo sport diverta una possibile occupazione lavorativa per questi ragazzi. L'associazione Asante, durante la permanenza di questi minori stranieri presso i centri di accoglienza, si occupa oltre che dell'assistenza e della cura, di dare una prima alfabetizzazione, di avviare le normali pratiche burocratiche per diventare cittadini italiani e soprattutto cerca di seguirli nell'inserimento nel mondo del lavoro. Per tutto il 2016 circa 120 minori appartenenti alle comunità gestite dall'associazione Asante hanno preso parte ad un progetto dal titolo 'Un calcio… per tutti', che si prefiggeva degli obiettivi principali: stimolare l'accettazione dell'altro attraverso la cultura dello sport; acquisire sicurezza e coscienza delle potenzialità del proprio corpo in relazione al movimento; favorire lo sviluppo delle potenzialità motorie e relazionali; migliorare l'autocontrollo, in particolare al livello motorio; apprendere e rispettare le regole del gruppo dell'essere una squadra e della filosofia del gioco del calcio (fair play). I risultati sono stati più che soddisfacenti, perché è proprio vero che il calcio come tutti gli sport grazie alla comunanza di linguaggio aggrega propri tutti, eliminando le diversità".

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