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"Si indaghi meglio sulla trattativa Stato-mafia", l'appello del neo presidente della commissione antimafia

L'incarico è stato affidato al senatore M5S Nicola Morra, che ha indicato le priorità dell'organismo parlamentare e ha rivolto un appello "alle forze sane del Paese" per una nuova "cultura dell'antimafia"

Il senatore M5S Nicola Morra è stato eletto presidente della commissione parlamentare antimafia, che si è riunita stamani per la prima volta a Palazzo San Macuto. 

Morra è stato eletto al primo turno, con 30 voti a sua favore. Tredici voti sono andati al senatore di Leu, ex magistrato ed ex presidente del Senato, Pietro Grasso. Il ruolo di vicepresidente è stato assegnato al senatore Christian Solinas (Lega-Partito sardo d'azione) e alla deputata Iole Santelli (Forza Italia).

"Le priorità - ha detto Morra - sono tante, a cominciare dalla promozione di una nuova cultura dell'antimafia, in un Paese che non deve avere bisogno di eroi ma dell'impegno di tutti i cittadini. Bisogna indagare meglio sulla trattativa Stato-mafia, su come la massoneria sia un fronte nel quale la mafia si insedia, sull'azzardopatia, che muove giri di denaro inimmaginabili. Il mio appello - ha proseguito - è alle forze sane del Paese perché si combatta insieme e si sventi un intollerabile arretramento dello Stato rispetto a un fenomeno che non riguarda più le quattro regioni che conosciamo, tra cui la mia Calabria, ma l'intero Paese". Il presidente dell'Antimafia ha assicurato, infine, che "certamente si ripartirà dall'eccellente lavoro svolto dalla commissione della scorsa legislatura".

Appena eletto Morra ha anche voluto citare, su Facebook, le parole di Paolo Borsellino. "Dobbiamo sconfiggere la mafia - ha scritto -. Dovrà essere combattuta ogni illegalità, ogni silenzio, in quanto ciò è terreno fertile per quella pianta schifosa che vogliamo estirpare con tutte le nostre forze. Dobbiamo far trionfare definitivamente quel 'fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità'".

In commissione siede anche il palermitano Erasmo Palazzotto. "E' una sfida difficile - dice - nel momento in cui le mafie vengono cancellate dall’agenda politica del Paese mentre invece continuano ad avere un fortissimo potere di condizionamento della politica e dell’economia. Mi batterò perché la commissione indaghi sul rapporto perverso che si è costruito in questi anni tra un pezzo dell’imprenditoria italiana, la politica e le organizzazioni criminali. Perché si apra un nuovo filone di indagine sulle infiltrazioni delle mafie nel nord del Paese e perché si riesca ad arrivare ad una relazione che ricostruisca storicamente e politicamente la stagione delle stragi. Lo dobbiamo a chi ha perso la vita per liberarci dalle mafie, ma lo dobbiamo anche a noi stessi".

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