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Città metropolitana: il 20 novembre si vota per il consiglio, Orlando sprona i sindaci

Fissata la data delle elezioni, 18 i consiglieri che verranno eletti e 82 i Comuni facenti parte del nuovo ente. La campagna elettorale è partita: bisogna preparare le liste. A Cinisi tavola rotonda per discutere di cosa cambierà per le amministrazioni locali

Le province non esistono più oppure hanno semplicemente cambiato nome? Cosa sono esattamente le città metropolitane? E da dove prenderanno i fondi necessari per gestire strade, scuole e servizi ai disabili? Sono in tanti a farsi queste domande. Per il primo cittadino Leoluca Orlando, che lo scorso 1 giugno è diventato automaticamente sindaco della Città metropolitana di Palermo "sarebbe un errore far coincidere la città metropolitana con l'ex provincia". Anche se il territorio è lo stesso, il nuovo ente avrebbe il merito di "recuperare il protagonismo dei territori". "L'esperienza delle province ha fallito - afferma Orlando a PalermoToday - e le città metropolitane sono un'occasione per mettere in atto il necessario cambio culturale che vede protagonisti i sindaci, gli unici a metterci la faccia".

Ed è proprio per questo che Orlando sottolinea più volte di aver fatto una battaglia affinchè il sindaco del nuovo ente venisse eletto dai cittadini invece di assumere il ruolo automaticamente. La legge Delrio, entrata in vigore l'8 aprile 2014, che elimina le province e introduce le città metropolitane e i consorzi, ha creato però un ente di secondo livello che non prevede l'elezione da parte dei cittadini. Il motivo ufficiale è che così facendo si tagliano i costi. Ma Orlando smentisce anche questo, la verità per il sindaco sarebbe un'altra: "Hanno paura del consenso perchè non ce l'hanno".

COMUNI PREOCCUPATI PER LE NOVITA' - Per Giangiacomo Palazzolo, sindaco di Cinisi che ieri ha patrocinato un incontro sul tema, organizzato dall'Associazione Siciliana amministratori degli enti locali all'interno dell'aula consiliare di Cinisi, per capire quale sarà il rapporto tra questo nuovo ente e i Comuni, ben 82 nel caso di Palermo, sono molte le incertezze. "Se l'esigenza della riforma era eliminare gli sprechi e ridurre le spese, certo l'obiettivo non si può dire raggiunto eliminando le elezioni e tagliando le indennità (spariscono la giunta provinciale e tutte le cariche, dal presidente della provincia, ai consiglieri) - afferma Palazzolo -. I costi più importanti sono quelli legati ai dipendenti su cui non si è intervenuti, dato che tutti sono stati trasferiti dalla provincia al nuovo ente". In compenso tanti sarebbero, per il sindaco, i punti da chiarire sulla riforma. L'unica nota positiva  "in questa storia triste" è la partenza nella sostanza della città metropolitana malgrado le difficoltà: "Non me l'aspettavo e di questo sono felice", conclude il sindaco di Cinisi. 

CITTA' METROPOLITANA, A CHE PUNTO SIAMO - C'è il sindaco, c'è il commissario straordinario, Maria Elena Volpes, nominata il 30 settembre scorso, c'è la conferenza metropolitana (composta dal sindaco metropolitano e dai sindici dei Comuni dell'area) e c'è un decreto firmato da Orlando che fissa per il prossimo 20 novembre, l'elezione del consiglio metropolitano. Fatto quest'ultimo, gli organi della città metropolitana saranno stati costituiti e si potrà entrare nel vivo della questione. Diciotto i membri che ne faranno parte che svolgeranno il ruolo a titolo gratuito. Non saranno i cittadini a votarli. Saranno i sindaci e i consiglieri dei comuni facenti parte della città metropolitana ad eleggerli. L'elezione avverrà sulla base di liste concorrenti composte da un numero di candidati che non può essere inferiore a nove nè superiore a 18. Le liste devono essere sottoscritte da almeno il 5% degli aventi diritto al voto. Diciotto membri per 82 comuni. "Quante possibilità ha un piccolo Comune come Cinisi di vedere eletto un suo componente?", si chiede il presidente del locale Consiglio comunale Giuseppe Manzella. Orlando non si fa trovare impreparato e risponde lanciando un appello: "Facciamo una lista unitaria? Io mi impegno a trovare un'intesa, ma dall'altro lato ci vuole la volontà degli amministratori comunali a rappresentare i territori. Tutti noi con le giacche, vogliamo farlo"?, provoca il sindaco Orlando. La campagna elettorale è ufficialmente aperta.

IL BUCO DI BILANCIO - La rappresentanza nel Consiglio non è l'unico tasto dolente, c'è anche e soprattutto un problema finanziario. Le casse delle province sono vuote, c'è un buco di 100 milioni di euro. Anche in questo caso il sindaco non le manda a dire. Per lui le responsabilità sono chiarissime. "Prelievo forzoso da parte del Governo nazionale che quest'anno ha preso 49 mila milioni da Palermo e la restante parte da Catania - dichiara Orlando - per costituire il Fondo a sostegno delle province, per poi restituire i soldi presi escludendo le regioni a statuto speciale". Insomma, noi i soldi li avevamo. Per cercare di recuperarli il primo atto del nuovo presidente dell'Anci, Antonio Decaro, invita proprio il Governo a discutere di questo tema. Decoro vorrebbe che il Governo valutasse l'opportunità che la struttura amministrativa della Città metropolitana diventi parte di quella del Comune capoluogo quale direzione metropolitana, riorganizzandola in termini di competenze e professionalità e accompagnando tale percorso con l'istituzione di un Fondo stabile di sviluppo delle città metropolitane. Orlando sposa la causa, ma aggiunge: "Basterebbe che il prelievo forzoso venga ridotto del 50% per risolvere il problema dei nostri bilanci".

LE FUNZIONI E LA RICETTA - La legge prevede che le province si occupino di pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, costruzione e gestione delle strade provinciali, programmazione provinciale della rete e gestione dell’edilizia scolastica e controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale). Per gestire al meglio le strade provinciali, Orlando propone di separare la gestione: "facciamo gestire alla Città metropolitana le strade interpoderali o intercomunali, le altre diamole all'Anas. Non possiamo gestire 2.500 chilometri di strade". E le scuole? La situazione dell'edilizia scolastica è pessima e non si può più rimandare la messa in sicurezza degli edifici. Il sindaco suggerisce di puntare tutto sugli istituti comprensivi: "Molto più comodo per le famiglia portare i figli in uno stesso luogo".

Infine nemmeno la gestione dei servizi ai disabili, dal trasporto all'assistenza sanitaria e non, sarebbe un problema insormontabile. "Nonostante la Regione abbia delegato la gestione alla città metropolitana senza darle dei fondi per farlo, Palermo è l'unica città a gestire già tutto da sola", prosegue il sindaco. Come? "Abbiamo trovato i fondi altrove così come abbiamo usato il Fondo per le periferie per finanziare progetti presentati dai Comuni della provincia. Anche Cinisi ne ha usufruito", conclude Orlando.

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