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Politica Petralia Sottana

Madonie, sindaci e sindacati tornano in piazza: "Comprensorio penalizzato dalla politica"

Dopo la decisione del ministero della Salute di chiudere il punto nascite di Petralia Sottana, prosegue la mobilitazione per chiedere sia di riaprire la struttura sia di rilanciare il territorio

Prosegue la mobilitazione di cittadini e mondo politico contro la decisione del ministero della Salute di chiudere il punto nascite di Petralia Sottana. Stamani amministratori locali, cittadini e sindacalisti hanno attraversato in corteo la strada che, dal bivio Santa Lucia nella strada provinciale 54, porta al nosocomio. Un modo per rivendicare "servizi e infrastrutture" e il “diritto alla vita nelle aree interne e montane”.

“Il colmo per le Madonie è non solo patire della mancanza di vere infrastrutture e servizi, ma venir ancora più penalizzata dalle scelte della politica – spiegano Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani e Gandolfo Madonia responsabile Cisl Madonie –. Si tuteli il punto nascite di Petralia, ma si pensi soprattutto alla vera rinascita del territorio che ormai tende a svuotarsi, proprio a causa di questo deserto. Deserto produttivo, infrastrutturale, occupazionale, sanitario, le Madonie devono diventare uno dei punti dell’agenda di istituzioni regionali e nazionali, noi non fermeremo la mobilitazione fino a quando non avremo risposte che diano il segnale di risveglio e rilancio del territorio”.

Cgil Cisl e Uil chiedono "interventi straordinari di manutenzione della rete viaria della zona e sul settore dei trasporti per sostenere anche lo sviluppo turistico, sull’istituzione delle zone franche per le Madonie per incentivare il lavoro. Tutti provvedimenti che abbiano come scopo principale il rilancio di una zona, da troppo tempo abbandonata e dimenticata”.

"La ripresa economica della Sicilia - commentano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell'AnciSicilia - passa anche dalla valorizzazione e dal rilancio delle aree interne che se da un lato costituiscono un patrimonio territoriale di grandissima rilevanza, dall'altro, purtroppo, risentono di una progressiva frantumazione dei servizi che mette a dura prova gli amministratori, impossibilitati a garantire la sicurezza e la vivibilità dei territori. Per questi motivi, convinti che le identità territoriali vadano tutelate e che ciascuno ha il diritto di vivere nelle proprie città in maniera dignitosa, sosteniamo le iniziative di protesta che sindaci e cittadini organizzano per attirare l'attenzione su territori abbandonati a se stessi. Siamo convinti - concludono Orlando e Alvano - che per il rilancio delle aree interne dell'Isola sia necessario pianificare strategie concrete per lo sviluppo economico e sociale, tutelando in particolar modo il territorio e la sicurezza degli abitanti".

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