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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Bellolampo, verso i controlli sui rifiuti ma Comune e Regione tornano a litigare

La pioggia potrebbe fare slittare le verifiche. Intanto la diffida del dipartimento Acque e rifiuti alla Rap complica l'emergenza: si teme un blocco della raccolta. Il braccio di ferro finirà davanti alla magistratura? La Fit Cisl: "Basta litigi, serve commissariamento dello Stato"

I controlli incrociati a Bellolampo tra Rap e discariche private per evitare i respingimenti dei camion carichi di rifiuti non sono ancora partiti. Pioggia permettendo, le prime analisi sono previste per domani. Un rinvio rispetto alla tabella di marcia concordata con il prefetto Antonella De Miro che complica i piani di svuotamento della discarica di Bellolampo, finita al centro di una nuova disputa tra il Comune e la burocrazia regionale.

La diffida della Regione alla Rap ha innescato un braccio di ferro che rischia di finire davanti alla magistratura. Contro il diktat del dipartimento Acque e rifiuti, che ha intimato lo smaltimento del percolato entro 7 giorni e la manutenzione del Tmb in 15-30 giorni, la Rap non ha escluso ricorsi al Tar e "in tutte le eventuali sedi opportune al fine di contrastare ogni ostacolo pretestuoso alla gestione pubblica dei rifiuti nella città di Palermo". Queste le parole del presidente di Rap, Giuseppe Norata, che nella sostanza ricalcano le dichiarazioni rilasciate un paio di giorni fa al Giornale di Sicilia dall'assessore comunale all'Ambiente Giusto Catania. "Vogliono chiudere Bellolampo - ebbe a dire Catania in un'intervista -. Devono dimostrare che il sistema pubblico è inefficiente, mentre funziona quello privato".

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Alla Rap - ma anche al Comune - hanno inteso la diffida della Regione come un atto ostile. Per di più in un momento delicato in cui l'emergenza a Bellolampo è ancora all'apice e coi piazzali strapieni di rifiuti (oltre 30 mila tonnellate) si rischia il blocco della raccolta. Che sarebbe una tragedia senza precedenti per una città, dove la differenziata non riesce a decollare. La Regione ha risposto alla tesi di Rap e Comune, precisando che si tratta di un atto dovuto in quanto Arpa e Noe hanno informato la Procura della Repubblica della situazione. I vertici del dipartimento Acque e rifiuti non vogliono essere tirati in mezzo a responsabilità (seppur indirette) o essere accusati di non aver vigilato su Rap, nel caso di un sequestro giudiziario della discarica. 

Ecco perché la Regione, con la diffida inviata giovedì, ha chiesto alla Rap di rimuovere eventuali rischi ambientali, pena il ritiro dell'Aia (l'autorizzazione integrata ambientale). Se l'ex municipalizzata dovesse attivarsi, il dirigente generale del dipartimento Acque e rifiuti Savo Cocina sarebbe pure pronto a tendere una mano alla Rap concedendo una proroga. Il botta e risposta tra Comune e burocrazia regionale (non la parte politica, cioè l'assessore Pierobon) preoccupa, e non poco, i sindacati. Da Dionisio Giordano, segretario regionale della Fit Cisl, è arrivato infatti un invito a sotterrare l'ascia di guerra per "risolvere concretamente la situazione di Bellolampo". 

"Basta con la litigiosità. E' inutile continuare a spostare la palla delle responsabilità sul campo dell’altro, perché c’è solo un terreno ed è quello dei palermitani e di tutti i siciliani amareggiati di vivere in territori che sono diventati vere e proprie discariche a cielo aperto". Così Giordano, che ha invocato un intervento dello Stato: "C'è sempre amarezza quando si giunge a invocare l’aiuto del governo nazionale per risolvere le incompiute della politica siciliana, ma il rischio che ancora una volta a pagare siano solo i lavoratori della Rap e la città di Palermo, oggi è concreto. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa prenda atto del fatto che, come già accaduto in passato per Napoli e per Roma, anche la quinta di città d’Italia ha esigenza di un temporaneo commissariamento di Bellolampo, per risolvere con urgenza l’emergenza, realizzare settima vasca e impianti per la differenziata con iter e procedure velocizzate".

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