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Politica Resuttana-San Lorenzo / Viale del Fante

Flop del bando per l'ippodromo, gara deserta: resta incerto il futuro del trotto a Palermo

Nessun privato ha avanzato offerte per prendere in gestione l'impianto di viale del Fante. E adesso il Comune dovrà ribassare del 20% l'importo a base d'asta del canone di concessione. Si complicano i piani per far ripartire le corse nel 2020

E' andato deserto il bando di gara per affidare in gestione ai privati l'ippodromo de "La Favorita" e le strutture in esso ospitate (dalle scuderie al ristorante). Nessuno ha avanzato offerte e i termini per la presentazione si sono chiusi il 12 agosto. L'unica società interessata avrebbe desistito, a causa di un furto di rame che renderebbe ancora più onerosi i costi di risanamento della struttura di viale del Fante.

Il Comune ha fissato in 174 mila euro oltre Iva il canone annuo per ottenere una concessione della durata di 6 anni (non rinnovabile tacitamente). In base a quanto recita il bando emanato dal Palazzo delle Aquile lo scorso luglio, adesso, l'amministrazione dovrà "procedere all’esperimento di un secondo incanto previa riduzione del 20% del canone a base d’asta". Dal canone, inoltre, dovrebbe essere scomputato l'equivalente del danno provocato dal furto di rame. Così come le altre spese di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del futuro concessionario, qualora la gara venisse aggiudicata (sempre col criterio del massimo rialzo).

Il "tempio" dell'ippica palermitana, chiuso da dicembre del 2017, versa in condizioni di degrado: serve una ristrutturazione e soprattutto la bonifica dell'amianto presente nelle scuderie, dove ci sono anche delle strutture abusive. L'ufficio tecnico del Comune ha quantificato in 5,8 milioni le risorse necessarie a rimettere in sesto l'ippodromo, di cui 800 mila euro per la rimozione dell'amianto. Lo schema di contratto predisposto dal Comune prevede che queste somme possano essere compensate col canone di concessione, che nel nuovo bando scenderà a circa 800mila euro per sei anni.  

Basterà a convincere imprenditori o cordate d'imprenditori a investire nell'ippodromo? Staremo a vedere. Di certo sarà difficile che la procedura si possa concludere in tempo per riportare il trotto a Palermo già nel 2020. Questo passaggio a vuoto complica non poco una situazione già critica: siamo infatti al 584esimo giorno di chiusura dopo l'interdittiva che ha colpito la Ires, ex società di gestione. Con la decadenza della concessione e il successivo sgombero dei cavalli, il movimento ippico palermitano è stato costretto a trasferirsi in quel di Siracusa. All'ippodromo "Mediterreaneo" la convivenza con il galoppo non è per nulla facile, per questioni logistiche legate sia agli allenamenti che alle corse. 

Il ministero dell'Agricoltura, per il 2019, ha assegnato al trotto soltanto 25 giornate di corsa. Con la promessa di raddoppiarle nel 2020 se "La Favorita" avesse riaperto i battenti. Ipotesi che rischia seriamente di sfumare, visto che il bando per l'affidamento ai privati dell'ippodromo è andato deserto. L'ennesima mazzata per i lavoratori del comparto (su tutti quelli ex Ires), che speravano nella clausola sociale di salvaguardia per essere "riassorbiti" dal nuovo concessionario.

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