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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Sì dell'Ars alle variazioni di bilancio, Natale sereno per ex Pip e forestali: garantiti gli stipendi

Decisiva la mediazione del presidente Gianfranco Miccichè per sbloccare l'impasse in Aula. Maggioranza e opposizione trovano l'intesa, votato un maxi-emendamento. "Ringrazio tutti i deputati". La soluzione last-minute permetterà di pagare le retribuzioni a 4 mila precari

Ex Pip, forestali e dipendenti dei Consorzi di bonifica tirano un sospiro di sollievo. Come loro anche altri lavoratori nell'orbita della Regione che rischiavano di passare il Natale senza stipendio, se l'Ars non avesse approvato le variazioni di bilancio. 

Dopo che la maggioranza è andata sotto un paio di volte, la seduta d'Aula è stata sospesa dal presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè. Che ha preso in pugno la situazione, riunendo maggioranza e opposizione. La mediazione del presidente dell'Ars è stata decisiva per sbloccare l'impasse. Alla fine è stato trovato l’accordo sulla riscrittura del ddl in un unico maxi emendamento, che ha spianato la strada all'approvazione dell'atto. Il via libera è arrivato con 31 sì e 20 no (59 i presenti, 51 i votanti).

Una soluzione last-minute, che consentirà di pubblicare la legge già domani nella Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana. Passaggio fondamentale per garantire gli stipendi, tra gli altri, a forestali, ex Pip e dipendenti dei Consirzi di bonifica. "Voglio ringraziare i deputati della maggioranza e delle opposizioni che, con grande senso di responsabilità, hanno permesso di approvare questo ddl sulle variazioni di bilancio" ha detto Miccichè. "Poiché sarà possibile pubblicare sulla Gazzetta ufficiale le variazioni di bilancio - ha sottolineato - potranno essere pagati gli stipendi di circa 4 mila precari tra ex Pip, forestali e personale dei consorzi di bonifica, che così potranno trascorrere il santo Natale con serenità". 

Per quanto riguarda gli ex Pip, è passato anche un emendamento che dà il via alle procedure per l'ingresso dei soggetti appartenenti al bacino all'interno della Resais. "Dopo 18 anni di lavoro nero - ha affermato Vincenzo Figuccia, deputato dell'Udc - era giusto porre la parola fine a questa ingiustizia". Mentre per Marianna Caronia "la norma di tutela dei Pip, che potranno avere un salario anche nel caso in cui la Corte Costituzionale bocciasse la possibilità di transito in Resais, serve a garantire le amministrazioni che beneficiano dei servizi di questi lavoratori. Un risultato importante raggiunto per evitare una vera e propria emergenza sociale".

Anche Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd, ha parlato di "senso di responsabilità", aggiungendo che "si è fronteggiata una grave situazione di crisi, consentendo di sbloccare servizi essenziali per i cittadini e di pagare stipendi arretrati a tanti lavoratori". L'esponente democratico non ha lesinato critiche al governo per "non aver confermato i fondi per i diritti dei disabili, dato attuazione alla norma per il reddito di inclusione per le fasce più deboli della popolazione, ed essersi opposto all’incremento delle risorse per i Consorzi di bonifica".

Per Claudio Fava: "La lunga maratona per quella che si è dimostrata una minifinanziaria e non una semplice variazione di bilancio si è conclusa con alcune buone notizie che lasciano però irrisolti i temi di fondo dell'Isola. È questo il senso del nostro voto contrario sul testo finale della legge. Avevamo auspicato e proposto, anche con diversi emendamenti presentati, l'eliminazione di alcuni tagli che ci sembravano assolutamente inaccettabili come quelli ai comuni virtuosi in materia di riciclo dei rifiuti e al fondo di solidarietà per le vittime di estorsioni: da questo punto di vista, possiamo essere soddisfatti per aver ottenuto il ripristino di queste misure. Restano assenti, ancora una volta, interventi strutturali per la prevenzione dei rischi idrogeologici. Assicurare gli stipendi a una vasta platea di lavoratori  conclude - è cosa doverosa, ma non può essere l'unica attività del Parlamento e del Governo Regionale. Resta, infine, un grosso vulnus relativo alla ripetizione anomala del voto in aula. Al netto delle valutazioni di merito si rischia una parodia della democrazia”.

"Col ddl di variazione di bilancio approvato ieri sera - afferma il deputato regionale del M5S, Giampiero Trizzino - il Parlamento ha decretato la morte dei centri storici siciliani, aprendo alla speculazione edilizia, perché una norma approvata dall'Aula dà la possibilità ai privati di presentare piani particolareggiati per immobili nei centri storici, ai quali i Comuni si devono adeguare, bypassando i vincoli che tutelano il patrimonio storico, artistico e culturale. Noi abbiamo votato contro. Questa norma è una follia. E ci chiediamo che fa l'assessore ai Beni culturali, di che si occupa, visto che il Governo non s'è pronunciato dinnanzi a questo obbrobrio giuridico. Nei prossimi giorni, quando all'Ars approderà la finanziaria, presenterò un emendamento soppressivo per abrogare questo scempio. Le ragioni per cui la norma apre al far west - afferma Trizzino -  sono semplici da comprendere. Si potrebbe verificare che in sede di conferenza di servizio, organo che assume decisioni a maggioranza, la sovrintendenza dia un parere negativo a un progetto di un privato, perché magari prevede la costruzione di un albergo in un piazza di un centro storico dopo l'abbattimento di un palazzo che rientra nell'alveo dei beni storico-artistici, ma è in minoranza. Il risultato è l'abbattimento dell'immobile senza possibilità di opposizione. Nei centri storici sono pochissimi gli immobili vincolati, per questo l'articolo approvato apre alla possibilità di snaturare l'origine di un luogo e rendere legale la cancellazione della storia di una piazza o di un palazzo".

Il prossimo passo per l'Ars è il bilancio di previsione. I tempi per approvvarlo entro la fine dell'anno non ci sono, ma non è detto che si ricorra all'esercizio provvisorio. Per evitarlo c'è tempo fino al 20 gennaio.

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