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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Stop al Commissario dello Stato: "Non potrà impugnare le leggi regionali"

Decisione storica della Consulta: finisce il controllo preventivo da parte di questo organismo nei confronti del Parlamento regionale. Le leggi approvate dall'Ars non saranno più valutate preventivamente

Decisione storica della Corte costituzionale: stop al Commissario dello Stato, che non potrà più impugnare le leggi regionali. Finisce il controllo preventivo da parte di questo organismo nei confronti del Parlamento regionale. Ciò significa che le leggi approvate dall’Ars non saranno più valutate preventivamente, ma verranno sottoposte allo stesso controllo in vigore per una qualunque regione a Statuto ordinario.

La sentenza della Consulta, di cui è relatore il siciliano Sergio Mattarella, è la 255 e conclude un procedimento iniziato in estate quando fu sollevato il conflitto di costituzionalità con le norme che a livello nazionale hanno modificato l’articolo 127 della Costituzione. Al riguardo la Corte ha infatti affermato che "la soppressione del meccanismo di controllo preventivo delle leggi regionali, in quanto consente la promulgazione e l’entrata in vigore della legge regionale si traduce in un ampliamento delle garanzie di autonomia”.

Scompare quindi la figura del commissario dello Stato. "La dichiarazione di illegittimità costituzionale del frammento normativo che manteneva fermo il particolare sistema di controllo delle leggi siciliane - scrive la Consulta -  rende non più operanti le norme statutarie relative alle competenze del Commissario dello Stato nel controllo delle leggi siciliane, alla stessa stregua di quanto affermato da questa Corte con riguardo a quelle dell'Alta Corte per la Regione siciliana (sentenza n. 38 del 1957), nonché con riferimento al potere del Commissario dello Stato circa l'impugnazione delle leggi e dei regolamenti statali (sentenza n. 545 del 1989)".

LE REAZIONI

ardizzone_giovanni-2ARDIZZONE - "L'abrogazione del controllo preventivo delle leggi regionali, da parte del Commissario dello Stato, non potrà dare al Parlamento siciliano libertà di legiferare senza limiti. Al contrario, la sentenza della Corte costituzionale assegna maggiore responsabilità a Governo e Assemblea in fase di proposizione e approvazione delle norme". Lo afferma il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. "Il Parlamento - continua - non si sottrarrà a un controllo più scrupoloso, attento e conforme ai canoni costituzionali. Un buon esempio di legge di qualità è quella relativa agli operai forestali, approvata di recente dall'Assemblea, che ha passato indenne il controllo preventivo del Commissario dello Stato. In ogni caso - conclude Ardizzone - permangono in capi al Commissario dello Stato le funzioni residuali previste dalla normativa in vigore".

GUCCIARDI - "I custodi della nostra Autonomia speciale devono essere in Sicilia, non a Roma. La sentenza appena depositata dalla Corte Costituzionale, che elimina il controllo del Commissario dello Stato sulle leggi del Parlamento siciliano, ha ritenuto di allineare la Regione Siciliana alle maggiori forme di autonomia che la riforma del titolo V della Costituzione ha già riconosciuto nel 2001 alle Regioni a Statuto ordinario. A questo punto la riforma del nostro Statuto speciale appare urgente ed indifferibile: l'Assemblea Regionale Siciliana deve colmare una grave mancanza nei confronti della nostra Autonomia derivante dall'inerzia avuta nell'affrontare per 13 lunghi anni le problematiche della specialita' dello Statuto, alla luce della riforma costituzionale del 2001". Lo dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all'Ars. "L'Assemblea Regionale Siciliana - aggiunge - non può più tentennare, bisogna intervenire subito a tutela dell'Autonomia speciale della Regione esercitando il diritto-dovere di autoriforma. E' necessario - conclude Gucciardi - allinearsi all'evoluzione della legislazione costituzionale in materia di autonomia delle Regioni".

FALCONE - “In questi ultimi due anni di immobilismo crocettiano, il Commissario di Stato ha assunto il ruolo di garante, di difesa nei confronti dell’apparato normativo regionale e degli stessi cittadini. Nutriamo quindi forti dubbi in merito all’utilità di sottrarre allo stesso Commissario la possibilità di impugnare preventivamente le norme. Riteniamo che l’Ars debba prontamente entrare nel merito della questione e mantenere la specialità dei controlli normativi in Sicilia. Proprio ieri sera, Forza Italia, prevedendo l’orientamento della Consulta, ha presentato un disegno di legge voto per recepire anche nell’Isola il sistema del vaglio successivo previsto dall’art. 127 della Costituzione, ma lasciandolo in capo allo stesso Commissario di Stato, organo terzo e imparziale, e non al Consiglio dei ministri, organo politico. Lavoreremo alacremente affichè la figura del Commissario dello Stato venga mantenuta, per una migliore tutela degli stessi cittadini dell’Isola”. Lo dichiara l’on. Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.

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