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Buoni pasto, trasferte, rimborsi: "Spese meno pazze all'Ars"

La Sezione di controllo della Corte dei conti ha convocato i capigruppo di Palazzo dei Normanni che hanno giustificato le spese effettuate tramite i contributi pubblici. Emerse poche irregolarità dopo le gravi anomalie degli anni passati

Dopo le "spese pazze" degli anni passati, l'Ars sembra rigare dritto. Nei rendiconti 2016 dei gruppi parlamentari, presi in esame dalla sezione di controllo della Corte dei conti, sono state riscontrate poche irregolarità: perlopiù meri errori formali già chiariti nei giorni scorsi o durante il dibattimento che si è svolto stamattina. Il collegio dei giudici contabili – presidente Maurizio Graffeo, primo referendario relatore Giuseppe di Pietro – ha contestato spese per poche migliaia, centinaia o decine di euro. Quelle maggiori, rispettivamente per 5.591, 5.000 e 5.135 euro, hanno riguardato Mpa, Sicilia Democratica e Lista Musumeci. 

Tra le altre cose, è stata chiesta contezza di spettanze arretrate al personale dei gruppi sotto forma di rimborsi Irap, buoni pasto, spese non accompagnate da documentazione (convegni, trasferte, taxi), emolumenti a consulenti, versamenti a compagnie assicurative. Il tutto per un importo di quasi 500mila euro. I capigruppo di Sala d’Ercole hanno presentato memorie e "pezze d’appoggio" varie. Non sempre convincendo i giudici contabili, che hanno imposto la rettifica dei bilanci a 10 gruppi su 12. Se al termine della camera di consiglio il collegio confermerà l’uso improprio dei fondi, chi ha sbagliato dovrà restituire i soldi. 

Nel dettaglio, al Pd è stato chiesto un chiarimento su 3mila euro spesi per un convegno potenzialmente non riconducibile ad attività istituzionale, ma il capogruppo Alice Anselmo ha consegnato una locandina spiegando che "si trattava di un’iniziativa sui consorzi di bonifica". L’Udc ha invece erogato 2.500 euro a un’emittente televisiva, secondo i giudici per "propaganda politica visto che nei servizi si parla delle elezioni a Canicattì".

Corte dei Conti spese pazze-2La Corte ha inoltre sollevato dubbi su 5.500 euro pagati dall’Mpa a una società di consulenza: il capogruppo Roberto Di Mauro ha precisato che "sono spese per l'elaborazione delle buste paga". Per quanto riguarda Sicilia Democratica, i giudici contabili hanno puntato il dito contro la consulenza da 5mila euro di un esperto che non avrebbe adeguato curriculum. Il gruppo, con Giambattista Coltraro, ha spiegato che «la cifra è giustificata nell’ambito dell’elaborazione di un ddl, ma effettivamente non è stata presentata parte dei documenti». Dubbi sull'attribuzione dei buoni pasto (5.135 euro) e sulle presenze dei dipendenti della Lista Musumeci. "L'anno scorso – ha ribattuto Santi Formica – non c’è stata nessuna contestazione. Per controllare il personale istituiremo un registro presenze". 

Niente di rilevante è ascrivibile a Sicilia Futura (presente con Salvatore Lo Giudice), M5S (Giancarlo Cancelleri), Pse (Giovanni Di Giacinto), Pid-Grande Sud (Bernadette Grasso), Ncd (Enzo Fontana), gruppo Misto (Girolamo Fazio). Marco Falcone (Forza Italia) ha chiarito le causali di alcuni bollettini – tra cui uno di 9 euro – per affissioni di manifesti.

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