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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Ars, verso la reintroduzione dei tetti agli stipendi: "Non ci saranno aumenti"

Primo incontro con i sindacati dei dipendenti dell’assemblea a Palazzo dei Normanni. Il deputato questore Assenza: "Prevediamo di fare una settantina di assunzioni e chiederemo di partire da retribuzioni più basse rispetto a quelle attuali"

Si profila la reintroduzione dei tetti, con importo da concordare, agli stipendi del personale dell'Assemblea regionale siciliana, misura prevista nell'accordo triennale scaduto a fine anno e che prevedeva la soglia massima di 240 mila euro lordi omnicomprensivi per i dirigenti e sotto-tetti per le altre carriere.  

"Chiederemo ai sindacati di rispettare i tetti degli stipendi previsti dalla norma scaduta il 31 dicembre scorso o quantomeno di introdurre dei limiti per il risparmio della spesa pubblica. La nostra proposta è quella di non ripristinare il trattamento economico previsto prima dei tagli del 2015". A dirlo è il deputato questore Giorgio Assenza, incaricato dal Consiglio di presidenza a trattare, al temine del primo incontro informale con i sindacati dei dipendenti dell’Ars, che si è svolto oggi nella sala Pio La Torre di Palazzo dei Normanni.

Al centro della riunione il tetto degli stipendi previsto dall'accordo triennale scaduto a fine anno che stabiliva la soglia massima di 240 mila euro lordi per i dirigenti; 204 mila euro per gli stenografi, 193 mila euro per i segretari; 148 mila euro per i coadiutori; 133.200 euro per i tecnici e 122.500 euro per gli assistenti parlamentari.

La trattativa con le parti sociali si aprirà formalmente il 17 gennaio, giorno in cui il Consiglio di Presidenza conta di presentare la sua proposta. Nelle intenzioni dei vertici politici dell'Ars c'è di concordare coi sindacati stipendi meno onerosi per i nuovi assunti: "Su un organico di 251 dipendenti, attualmente quelli in servizio sono 179. Non abbiamo fissato date sui nuovi concorsi - cobnclude Assenza - ma prevediamo di fare una settantina di assunzioni e chiederemo di partire da retribuzioni più basse rispetto a quelle attuali".

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