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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I vescovi siciliani contro gli stipendi d'oro all'Ars, l'ira di Miccichè: "Si informino meglio"

La Conferenza episcopale siciliana prende le distanze da "chi è interessato a salvaguardare i privilegi economici di pochi burocrati a discapito di chi non ha un livello di vita dignitoso". Il presidente dell'Ars: "Basta accuse generiche alla politica"

Anche la Chiesa entra nel dibattito sui cosiddetti "stipendi d'oro", suscitando la reazione del presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè. Il tema è tornato al centro dell'attenzione con l'insediamento del nuovo Parlamento regionale. Alla fine del 2017 è infatti scaduto l'accordo che poneva la somma di 240 mila euro lordi come tetto massimo per la retribuzione dei dirigenti e solo ieri l'Ufficio di presidenza ha formalizzato la proposta di ripristinarlo. 

"I vescovi, attenti ascoltatori del grido dei poveri - si legge nel documento stilato al termine della sessione invernale della Conferenza episcopale siciliana - manifestano convinta condivisione alla denuncia di quanti, anche presbiteri, hanno evidenziato la distanza tra il sentire della nostra gente e le prospettive di chi è interessato a salvaguardare i privilegi economici di pochi burocrati, a discapito di chi non ha un livello di vita dignitoso. Per parte loro le Chiese di Sicilia assicurano che continueranno a venire incontro alle diverse povertà, nelle forme suggerite localmente dalla fantasia della carità, utilizzando anche le risorse derivanti dai fondi dell’otto per mille che i contribuenti destinano alla Chiesa cattolica".

La nota dei vescovi però è stata "mal digerita" da Miccichè, che ha subito replicato a mezzo stampa. “Se è reale il loro interesse nei confronti delle azioni che la politica intende intraprendere per aiutare chi vive in povertà - si legge in una nota - i vescovi siciliani si informino direttamente con chi ha questa responsabilità, anziché lanciare strali attraverso comunicati stampa”.

Secondo Miccichè "il documento dei vescovi siciliani non tiene conto del primo incontro dell’amministrazione con le sigle sindacali dell’Ars alle quali è stato proposto di mantenere i tetti stipendiali uguali a quelli percepiti fino allo scorso 31 dicembre – spiega Miccichè -. Non
ci sarà, cioè, nessun aumento contrattuale ed eventuali nuovi assunti avranno stipendi ridotti. I vescovi siciliani farebbero bene ad informarsi prima di lanciare accuse generiche alla politica. Anche per non ingenerare confusione nella campagna elettorale già iniziata per il rinnovo del Parlamento nazionale”. 

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