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All'Ars è "guerra" sul voto segreto, Musumeci: "Mai più in aula se non viene abolito"

La richiesta arriva dopo il ko incassato dal governo all'articolo 1 della legge di riforma del sistema rifiuti. Da qui l'ira del governatore e l'ultimatum. Miccichè: "Si proceda in parallelo con il taglio dei vitalizi"

L'abolizione del voto segreto all'Ars sui disegni di legge di riforma, approvazione di bilanci e consuntivi e relativi emendamenti, nonché su tutti quelli che comportino aumenti di spesa o diminuzioni di entrate, indichino i mezzi con cui farvi fronte, o comunque "appostazioni" di bilancio. È la proposta ufficiale di modifica del regolamento interno formalizzata dal gruppo parlamentare di Diventerà Bellissima, schieramento del presidente della Regione Nello Musumeci, con i propri deputati (Alessandro Aricò, Giusi Savarino, Giorgio Assenza, Giuseppe Zitelli e Pino Galluzzo), "con l'obiettivo di allineare l'Ars alle regole in vigore presso Camera e Senato".

La richiesta arriva dopo una giornata di duri scontri a Sala d'Ercole, segnati dal ko incassato dal governo all'articolo 1 della legge di riforma del sistema rifiuti. Da qui l'ira del governatore e l'ultimatum: "Il Governo non tornerà in aula fino a che non sarà abrogato il voto segreto".

Nella richiesta a Gianfranco Miccichè (presidente dell'Ars e della Commissione del regolamento) i deputati sottolineano che "nei due rami del Parlamento nazionale sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone e, solo su richiesta, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà, sui diritti della famiglia e sui diritti della persona fisica". La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, insomma, "nei propri regolamenti interni hanno limitato il voto segreto a pochi casi ben definiti".

Secondo Diventerà Bellissima, quindi, "appare improcrastinabile la necessità di adeguare il nostro Regolamento interno, in tema di voto segreto, a quello del Senato, onde evitarne l'uso improprio e distorto". Quindi, "anche alla luce degli ultimi accadimenti avvenuti nell'Aula del Parlamento siciliano", il gruppo chiede a Miccichè "di porre all'ordine del giorno della Commissione la modifica dell'articolo 127 del regolamento interno che disciplina il voto segreto e auspica che su questo tema vi sia massima convergenza all'interno dell'Ars".

Immediata la reazione di Miccichè. "Considerato che il voto segreto è la vergogna della politica - ha detto all'AdnKronos -, io mi adeguerò alle altre regioni nei tempi del taglio dei vitalizi non appena l'Ars voterà l'abolizione del voto segreto in tempi brevi".  

Netta la reazione del Movimento 5 Stelle. "Musumeci - dicono i parlamentari regionali pentastellati - la smetta di fare come il bambino prepotente che quando non può vincere la partita porta via il pallone, impedendo ai suoi compagni di giocare. Abolizione del voto segreto o paralisi di sala d'Ercole è un aut aut inaccettabile in un contesto democratico, specie se si ricorda che proprio Musumeci ed il suo gruppo, nella scorsa legislatura, votarono contro l'abolizione di questa modalità di voto". "È comodo - afferma il capogruppo Francesco Cappello - cercare di fare retromarcia sulla strada della coerenza, pur di mantenere assieme i cocci di una maggioranza a pezzi e di tenere in vita un governo sempre più comatoso e incapace di cavare un ragno dal buco. La verità è che il flop della legge sui rifiuti non è che la ciliegina sulla rancida torta di fallimenti di un esecutivo che sta portando a fondo la Sicilia". "Per quanto ci riguarda - conclude Cappello - non non siamo contrari all'abolizione del voto segreto, tant'è che abbiamo presentato da mesi la proposta di modifica della modalità di voto. Se il voto segreto c'è comunque lo usiamo e non certo per nascondere i nostri voti, ma per evidenziare la falle di una maggioranza che è tale solo sulla carta"

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