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Ars, fumata nera sulle commissioni: seduta rinviata dopo Natale

Non c'è ancora l'accordo interno ai gruppi per chiudere il cerchio sugli organismi parlamentari. Le poltrone più "ambite" restano Bilancio, Sanità e Affari istituzionali. Stipendi dei burocrati, interviene la presidenza: "Polemiche inutili, stop a tetto anche per Camera e Senato"

Fumata nera sulle commissioni parlamentari all'Ars, tutto slitta dopo Natale. L'elenco con la designazione dei deputati nelle diverse commissioni sarebbe infatti dovuto arrivare sul tavolo della presidenza prima dell'inizio della seduta di oggi, convocata alle 10 e successivamente rinviata alle 12.

L'unico gruppo però ad avere formalmente presentato le proprie designazioni è stato il Movimento 5 Stelle. Nessuna intesa nel Pd e anche le forze di maggioranza hanno difficoltà a raggiungere un accordio. Le commissioni più "ambite" restano la Bilancio, Sanità e Affari istituzionali: ogni capogruppo deve indicare i deputati da assegnare alle diverse commissioni (in base al regolamento ogni deputato deve fare parte di almeno una delle sei commissioni legislative) e l'elenco completo deve essere quindi votato dall'Aula. Non avendo ricevuto indicazioni dalla maggior parte dei gruppi, il presidente di turno Roberto Di Mauro ha rinviato i lavori a mercoledì 27 dicembre.

M5S: "All'Ars si parla solo di poltrone e stipendi"

Il risiko delle commissioni parlamentari resta in sospeso, in attesa che si definiscano le caselle delle appartenenze di ogni singolo deputato a ciascuna delle sette commissioni e si nominino in un secondo momento gli uffici di presidenza. Snodo cruciale, perché propedeutico al varo dell'essenziale ddl governativo sull'esercizio provvisorio. Gli organismi operativi all'Ars sono sei (la settima è quella sulle questioni europee.

La presidenza dell'Ars ha concesso una deroga per la formazione del gruppo parlamentare di Sicilia Futura, con solo due parlamentari: Nicola D'Agostino ed Edy Tamajo. Intanto il gruppo Misto ha eletto il suo presidente, si tratta di Cateno De Luca, che ha lasciato l'Udc nei giorni scorsi; il Misto è composto anche dal leghista Toni Rizzotto e dall'ex candidato presidente della Regione per la Sinistra Claudio Fava. Il capogruppo di Fratelli d'Italia è invece Antonio Catalfamo, gli altri sono componenti Elvira Amata, Antonio Galvagno e Giuseppe Zitelli. Il gruppo Popolari e autonomisti hanno indicato Carmelo Pullara capogruppo.

La presidenza dell'Ars, con una nota, prova a spegnere le polemiche sull'aumento degli stipendi. "Sul taglio degli stipendi dei burocrati, in questi giorni, si è creato un vero e proprio vespaio di polemiche. Inutili, più che pretestuose. Infatti, l'adozione del tetto massimo di 240mila euro lordi per gli alti dirigenti dell'Ars, per la durata di tre anni, altro non è che l'adeguamento ad una analoga delibera adottata dal Senato della Repubblica, da sempre riferimento normativo del Parlamento siciliano". Anche la Camera dei deputati, tre anni fa, adottò una delibera uguale a quella del Senato per "tagliare" gli stipendi della burocrazia di Montecitorio, nell'ambito di una generale manovra economia per il contenimento della spesa pubblica".

"Una riduzione dello stipendio che, secondo un parere della Corte costituzionale, - si legge ancora nella nota - avrebbe dovuto intendersi come un contributo di solidarietà, 'una tantum'. Cioè, la riduzione dei tetti stipendiali non avrebbe potuto avere effetto a tempo indeterminato, ma solo per tre anni. Che scadranno il prossimo 31 dicembre. Quindi, non solo la burocrazia dell'Ars, ma anche quelle della Camera e del Senato, con l'inizio del nuovo anno ritorneranno ad avere i vecchi stipendi. Tra qualche giorno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà il Parlamento. Né il presidente del Senato, Piero Grasso, né la presidente della Camera, Laura Boldrini, tranne che non lo facciano nelle prossime ore, hanno riunito i rispettivi Uffici di Presidenza per procrastinare il taglio degli stipendi della burocrazia parlamentare. Se a Palazzo Madama dovessero decidere per la prosecuzione del 'taglio', l'Ars non avrebbe alcuna remora ad adeguarsi".

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