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Ars, proroga per i precari: spunta norma per nuove assunzioni

Sala d'Ercole ha approvato il ddl che autorizza la Regione all'esercizio provvisorio per due mesi. Il sì più pesante è quello dato al disegno di legge per i precari degli Enti locali

Esercizio provvisorio ma anche, anzi soprattutto, precari. Attorno a queste due norme si è incentrata la seduta di ieri dell'Ars. Sala d'Ercole ha approvato il ddl che autorizza la Regione all'esercizio provvisorio per due mesi, in attesa che sia approvata la Finanziaria. Il sì più pesante è quello dato al disegno di legge sulla proroga dei precari degli Enti locali in Sicilia. Con un comma, piccolo quanto determinante, che di fatto lascia aperta la possibilità per Regioni e Comuni di fare nuove assunzioni con contratti di lavoro flessibile.

“La stabilizzazione dei precari è legge - ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta - è il nostro augurio di fine anno per tutta la fascia del precariato. Lsu e Rmi, Pip non solo hanno ottenuto la proroga, ma anche percepiranno regolarmente le ferie, il diritto alla maternità e il diritto alla malattia. Non si prorogano solo le misure retributive, ma si conferisce dignità a questo bacino. Questa legge cosi come l'avevamo pensata consente di dare origine alle stabilizzazioni, la proroga è solo un fatto tecnico che consente poi di assumere".

“Abbiamo fatto solo il nostro dovere - afferma il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone - ma ora ci aspettano due mesi molti impegnativi. La prossima sarà l'ultima legge finanziaria di questa legislatura e deve dare risposte alla categoria degli imprenditori e ai giovani”. “Abbiamo chiuso un capitolo, ma adesso si apre quello per certi versi più esaltante - continua Ardizzone - occorre dare un segnale positivo alle future generazioni, anche e soprattutto al mondo delle imprese, una categoria che non dialoga più con la politica, forse perché probabilmente agli occhi degli imprenditori siamo diventati autoreferenziali. Non deve passare il messaggio errato che in aula si discute solo di precariato e non si guardi alle prospettive che la nostra isola può avere”. “Quella dei precari - conclude - è una vicenda triste della politica siciliana. Occorre per questo essere chiari: quella approvata è solo una proroga e non una stabilizzazione. Per quest’ultima è stato avviato un percorso, che può essere definito solo d’intesa con il governo nazionale”.

Il via libera è arrivato non senza polemiche. Le contestazioni riguardano in particolare l'articolo 3 che apre le porte a nuove assunzioni precarie. Gli Enti possono ricorrere a contratti di lavoro flessibile se "tra il personale a tempo determinato o di lavoro subordinato non siano presenti figure professionali necessarie all'espletamento delle funzioni e dei servizi istituzionali".

Secondo il Movimento 5 Stelle la legge “che viene spacciata come la panacea di tutti i mali, in effetti è l'ennesima presa in giro per migliaia di lavoratori”. “E un testo – dicono i deputati 5stelle – che presenta innumerevoli profili di incostituzionalità, che assicura solo la continuità lavorativa, ma che non stabilizza assolutamente nessuno, come i partiti vogliono far credere per ovvie ragioni elettorali. Non abbiamo voluto votare contro per rispetto di tanta gente che guardava a sala d'Ercole con grandissime aspettative, ma non potevamo, però, avallare queste manovre da bassa e vecchia politica. Per questo ci siamo astenuti”.

"La norma sui precari è un atto di responsabilità nei confronti di migliaia di lavoratori e di centinaia di amministrazioni locali", sostengoni invece dicono il presidente del gruppo Pd Alice Anselmo e il vicepresidente Giovanni Panepinto, per i quali "il Governo e il Parlamento hanno dimostrato attenzione e impegno. Quest'anno - proseguono - abbiamo messo il tassello che mancava al percorso di stabilizzazione di un bacino, composto da diverse categorie, ormai indispensabile al funzionamento di enti e comuni, che comprende anche i lavoratori delle 'ex Province'".

“Con l’approvazione dell’articolo 3 comma 3 del disegno di legge che riguarda la stabilizzazione del personale precario è andato in scena il nuovo inganno della politica siciliana nei confronti delle migliaia di precari della pubblica amministrazione dell’Isola. Su questo tema - commenta il vicepresidente vicario dell’Ars Antonio Venturino - rischiamo seriamente l’impugnativa da parte dello Stato che equivarrà a una sonora bocciatura a questa classe politica priva di alcun buon senso, ma alla continua ricerca del facile consenso”. “Se i primi due commi dell’articolo 3 sembrano individuare le basi di un percorso virtuoso di stabilizzazione possibile, così come avevo già proposto con due disegni di legge che giacciono ancora in commissione Lavoro – sottolinea Venturino - con l’approvazione del comma 3 si ribalta tutto l’impianto normativo, in barba alle disposizioni statali vigenti che limitano fortemente il ricorso a nuovi contratti flessibili nella pubblica amministrazione al limite di spesa fissato dallo Stato, e di conseguenza Regioni, Province Autonome, enti locali ed enti del Servizio Sanitario nazionale e la pubbliche amministrazioni in genere, non possono che adeguarsi”. “La norma approvata al comma 3 dell’articolo 3 – spiega Venturino - da un lato vieta alle amministrazioni di instaurare rapporti di lavoro flessibile e/o precario fino al termine del processo di stabilizzazione del precariato storico siciliano e, invece, dall’altro non fa altro che implementare il precariato nelle amministrazioni, con rapporti di lavoro a tempo determinato a supporto degli organi di indirizzo politico, a quelli connessi alla gestione dei fondi comunitari, per le aziende sanitarie e per gli enti locali siciliani. Esiste una norma nazionale, alla quale sono sottoposte tutte le pubbliche amministrazioni, che limita il lavoro flessibile, affinché non diventi lavoro precario, fonte di abuso per lo Stato italiano, secondo la disciplina comunitaria vigente in materia di lavoro a termine negli Stati membri dell’Unione europea”.

“Anche questa volta - secondo Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars - il governo Crocetta si è contraddistinto per non essere riuscito a dare una soluzione all’annoso problema dei precari della pubblica amministrazione siciliana, mettendo l’ennesima pezza laddove avrebbe dovuto attuare un piano di stabilizzazione vero di questi lavoratori, divenuti ormai in molti casi la nervatura  principale dei nostri comuni. Ci troviamo infatti di fronte a un'altra proroga, provvedimento che per di più potrebbe essere impugnato dal governo nazionale, e all’inopportuna esultanza della maggioranza, per un traguardo a tutti gli effetti non raggiunto. La realtà è solo una: la montagna ha partorito un topolino. Il governo regionale  avvii subito una interlocuzione seria con quello nazionale per ottenere in Parlamento una norma che salvaguardi realmente questo personale a cominciare da quello degli enti locali in condizioni di dissesto”

Vincenzo Vinciullo (Ncd), presidente della commissione Bilancio, parla di "un testo storico che rappresenta una risposta certa e concreta ai legittimi interessi dei lavoratori precari della Regione e degli Enti locali".

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