rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Ars, rinasce la commissione antimafia: si occuperà anche di corruzione

Il testo, relatore Claudio Fava, ha ottenuto 45 voti favorevoli su 45 presenti. Miccichè: "L’Assemblea regionale siciliana non può fare un’effettiva lotta alla mafia perché non ha gli strumenti, ma può studiare i fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione e adottare contromisure”

Approvato dall'Assemblea regionale siciliana il ddl che istituisce la commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia. Si tratta della "vecchia" commissione antimafia, ma con nuove competenze. Rispetto alle commissioni delle precedenti legislature, a quella appena costituita è stata affidata anche la competenza della vigilanza sul fenomeno della corruzione nell’Isola.

Il testo, relatore Claudio Fava, ha ottenuto 45 voti favorevoli su 45 deputati presenti. Il ddl prevede la riduzione del numero dei componenti da quindici a tredici e dei vicepresidenti che da tre passano a due. Il presidente dell'Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, si è fatto carico di stabilire quanti componenti spettano a ogni gruppo parlamentare e ha allertato i capigruppo, affinché designino i rispettivi rappresentanti. 

“Avevo auspicato un’innovazione della commissione sul fenomeno mafioso fin dalla prima seduta dell’Ars – ha detto Miccichè -. L’onorevole Fava ha presentato un disegno di legge che ho condiviso, perché coniuga la vigilanza sul fenomeno mafioso con quello della corruzione. Ho sempre sostenuto, infatti, che l’Assemblea regionale siciliana non può fare un’effettiva lotta alla mafia perché non ha gli strumenti, ma che può studiare i fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione e adottare le necessarie contromisure”.

"Ricostituire la commissione antimafia tra i primi atti della nuova legislatura ecaverne esteso competenze e funzione di vigilanza anche ai processi corruttivi -  ha detto il relatore del provvedimento Claudio Fava - rappresenta un'importante passo avanti e una forte assunzione di responsabilità per la politica siciliana. Toccherà adesso alla nuova commissione antimafia essere all'altezza dei compiti che si è voluta dare. Agendo con concretezza, sobrietà ed assoluta autonomia".

Le reazioni

Alessandro Aricò - "Per migliorare i già ottimi risultati conseguiti durante la scorsa legislatura - commenta Alessandro Aricò, capogruppo di DiventeràBellissima - è giusto ampliare la sfera di azione della Commissione regionale antimafia. Uno dei nuovi temi sui quali si dovrà concentrare deve essere quello della trasparenza amministrativa. Troppo spesso, infatti, non viene garantito ai cittadini il diritto di accesso agli atti e ai documenti delle Pubbliche amministrazioni. La politica ha il dovere di intervenire prima della magistratura per scongiurare i fenomeni corruttivi nella Pubblica amministrazione e contrastare la mafia dei 'colletti bianchi”. E lo deve fare con azioni concrete come questa, non con un'antimafia di facciata che ad alcuni è servita solo per fare carriera. Purtroppo non raramente i cittadini-utenti attendono troppo tempo per ottenere autorizzazioni. E talvolta dietro l'assenza o i ritardi delle relative comunicazioni da parte della Pubblica amministrazione si celano sacche di corruzione nella burocrazia regionale".

Movimento Cinque Stelle - Soddisfazione è espressa dal M5S: "Bene le modifiche alla legge regionale che istituisce la commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia, ma adesso serve un ulteriore sforzo: bisogna introdurre l’educazione alla cittadinanza attiva contro la mafia e i poteri occulti”.  Il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento, primo firmatario Antonio De Luca, che prevede di “promuovere e realizzare, anche in coordinamento con la commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere e con esponenti della società civile ogni altra iniziativa volta alla formazione e alla diffusione di una cultura di contrasto e di superamento di fenomeni mafiosi, di massoneria deviata, di corruzione e di collusione politica-mafiosa in Sicilia”.  “In risposta alle sollecitazioni del mondo della scuola e dando seguito alla volontà dimostrata di affrontare in modo sistemico la lotta alla mafia – aggiunge la deputata regionale e prima firmataria del disegno di legge, Gianina Ciancio –  il Parlamento adesso si faccia promotore di iniziative concrete e accolga la proposta di legge già depositata in commissione Cultura che mira a introdurre per la prima volta nelle scuole siciliane, una nuova materia: l’educazione alla cittadinanza attiva contro le mafie e i poteri occulti” . Il ddl, presentato nella scorsa legislativo e arenatosi in commissione, prevede l’insegnamento della nuova materia per una durata non inferiore a due ore settimanali e riempirebbe parte dei vuoti della quota oraria della dotazione scolastica riservata dalle leggi nazionali alle regioni e da queste, finora, largamente inutilizzata. “Solo infondendo – conclude Ciancio - una forte coscienza democratica nelle nuove generazioni potremo contribuire a estirpare, realmente e attraverso un percorso culturale, il cancro della mentalità mafiosa, troppo spesso delegato alle attività degli organi inquirenti e delle commissioni parlamentari di inchiesta”.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ars, rinasce la commissione antimafia: si occuperà anche di corruzione

PalermoToday è in caricamento