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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Anagrafe nega residenza a figlio di rifugiati nato a Palermo, Orlando: "Firmo io"

Il giovane senza questo certificato non può ottenere la cittadinanza italiana. Dovrebbe giurare entro il 19° anno di età, che compirà il 25 gennaio. Per gli uffici non basta la sola ricevuta dell'istanza di permesso di soggiorno. Il sindaco: "Effetto devastante del clima di caccia allo straniero"

Un giovane di 18 anni, figlio di rifugiati di guerra, arrivati in Italia alla fine degli anni '90, nato e cresciuto a Palermo, rischia di perdere la possibilità di diventare cittadino italiano. Il motivo? Gli uffici dell'Anagrafe si rifiutano di concedergli la residenza virtuale - requisito necessario per ottenere la cittadinanza italiana - pur avendo la ricevuta dell’istanza di permesso di soggiorno. Marko (nome di fantasia ndr), che ha prodotto i certificati di frequenza delle scuole cittadine, dovrebbe giurare entro il compimento del 19esimo anno di età: fra meno di dieci giorni, visto che farà il compleanno il 25 gennaio. 

"Il tavolo tecnico per la valutazione dei requisiti della residenza virtuale, riunitosi lo scorso 20 dicembre - scrive l'assessore alla Cittadinanza solidale Giuseppe Mattina in una nota inviata al sindaco Leoluca Orlando - ha sospeso la decisione sul caso per volontà dell’operatore dell’Anagrafe che ha mostrato dubbi sulla possibilità di accettare la sola ricevuta del permesso di soggiorno in luogo del documento di soggiorno". E così il sindaco Orlando ha preso in mano la situazione e, di fronte all'impasse dei burocrati del Comune, ha fatto sapere che sarà lui in persona venerdì ad assegnare la residenza virtuale a Marko. Il ragazzo, tra l’altro, ha una situazione familiare molto delicata ed è seguito anche degli operatori della Missione di Speranza e carità di Biagio Conte. 

"Questa vicenda - ha sottolineato Orlando - non ha nulla a che vedere con la nuova normativa introdotta dal 'decreto insicurezza', perché il ragazzo è nato e cresciuto a Palermo da rifugiati di guerra, ha frequentato le scuole a Palermo e oggi ha anche la possibilità di trovare un lavoro a Palermo. Tuttavia questa vicenda dimostra anche l’effetto culturalmente devastante del clima di caccia allo straniero portato avanti dal governo a guida leghista: un clima che si ripercuote anche sul funzionamento degli uffici comunali, dove, anche davanti a documenti rilasciati dagli organi di polizia, i funzionari temono per qualsiasi atto riguardi i cittadini stranieri. Anche per questo - ha concluso Orlando - intendo proseguire sulla strada del rispetto della Costituzione, per riaffermare quanto sostengo da tempo e cioè che dietro l’attacco ai migranti si cela un generale attacco ai diritti di tutti e alle garanzie costituzionali per tutti".

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