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Stipendi Amat a breve, il piano di risanamento agita il Consiglio: "In allarme per i dipendenti"

L'amministratore unico della società di via Roccazzo tranquillizza i lavoratori: "Piccolo ritardo". Figuccia (Udc) e Amella (M5S) all'attacco: "Rischio licenziamenti". La replica di Cimino: "Autisti potranno solo aumentare, il piano è necessario per scongiurare una crisi"

L'amministratore unico dell'Amat Michele Cimino rassicura i lavoratori sul pagamento degli stipendi ("Solo un piccolo ritardo"), previsto per domani, ma finisce nel fuoco incrociato dei consiglieri comunali d'opposizione sul piano triennale di risanamento aziendale.

La prima bordata arriva da Sabrina Figuccia: "Il piano - afferma - riporta dati allarmanti che potrebbero addirittura minare la continuità aziendale, mettendo a rischio i livelli occupazionali. L'azienda lo dichiara espressamente: occorrono nuovi capitali, altrimenti... Altrimenti a farne le spese saranno come sempre i lavoratori, con quelli che vengono definiti dalla stessa azienda 'provvedimenti difficili e impopolari'. Si andrebbe dalla riduzione del costo del lavoro, alla seria difficoltà di 'mantenimento dell'attuale organico aziendale'. In parole semplici si passerebbe dal taglio dei salari ai licenziamenti. E' questo ciò che Amat dichiara di rischiare nel suo documento di programmazione triennale, se il Comune non apre le casse. Casse al momento decisamente asfittiche, forse a cause dei troppi sprechi e delle eccessive scelte sbagliate compiute finora dall'eterno sindaco Orlando".

A stretto giro di posta anche Concetta Amella, capogruppo del M5S a Sala delle Lapidi, esprime le sue preoccupazioni: "Non possono essere i lavoratori a pagare per errori gestionali, paventando una crisi aziendale che, come si legge testualmente 'a medio termine può, persino, compromettere anche gli attuali livelli occupazionali'. La situazione però, era a mio avviso ampiamente prevedibile e quindi arginabile prima di giungere a questo punto di non ritorno. Già la relazione dei costi Amat, riguardante l'ultimo trimestre del 2018, avrebbe far dovuto scattare un campanello d'allarme. Nel documento infatti era ampiamente illustrata una cospicua perdita d'esercizio nonché la mancata adozione del budget, sempre relativamente allo scorso anno. Nel tempo poi, sono stati preventivati introiti derivanti dai servizi di rimozione, parcheggi, car e bike sharing che non hanno mai raggiunto gli importi immaginati. Adesso si prospetta un aumento dei corrispettivi proprio per la rimozione forzata e per bike e car sharing per garantire una condizione di mantenimento permanente di continuità aziendale".

Amella punta il dito contro il Comune, azionista unico di Amat, "responsabile di qualsiasi défaillance". E auspica che non sia necessario "l'accennato piano B, ovviamente ancora più drastico". "I mancati controlli sui viaggiatori privi di biglietto, le spese elefantiache per le nuove linee di tram e la manutenzione della rete già attiva, ma usata pochissimo dagli utenti, - prosegue - non hanno fatto altro che aggravare una condizione finanziaria già precaria da anni della società partecipata. E intanto, parecchi autobus, per carenza di autisti, restano parcheggiati in deposito. Purtroppo l'amministrazione Orlando si è accorta con colpevole ritardo dei problemi e ciò comporterà danni e disagi sia per i dipendenti che per i fruitori di servizi sempre più carenti, ma sempre più esosi. Chiamare il documento dell'Amat 'piano di risanamento e di rilancio economico', considerando i contenuti, appare dunque un evidente eufemismo".

La replica di Cimino è laconica: "Il piano di risanamento serve a rilanciare e riorganizzare l’azienda, ed è un elemento necessario per scongiurare una crisi. Noi andiamo avanti grazie all’impegno quotidiano e serio di tutti i dipendenti dell’Amat, che potranno solo aumentare e non diminuire".

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