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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Carenza di autisti e pochi chilometri percorsi, l'Amat: "Ferie sospese"

Il provvedimento è stato deciso con "decorrenza immediata". "Operatori e addetti all'esercizio - si legge in una disposizione di servizio - sono chiamati a collaborare per non deteriorare la delicata situazione economica". Sindacati in subbuglio, chiesto un incontro all'azienda

All'Amat gli autisti sono talmente pochi che non si riesce a garantire il numero di chilometri previsto nel contratto di servizio con il Comune: per questa ragione, "con decorrenza immediata", l'azienda ha sospeso temporaneamente le ferie dei dipendenti. E' quanto si legge in una disposizione di servizio firmata dall'ingegnere Ferdinando Carollo, direttore di esercizio dell'Amat.

"In considerazione dell'attuale carenza di risorse disponibili per la guida - scrive Carollo - tutto il personale direttamente interessato dall'andamento dell'esercizio (operatori e addetti all'esercizio) è chiamato a collaborare per traguardare gli obiettivi di produzione chilometrica, contribuendo in tal modo a non deteriorare la delicata situazione economica dell'azienda. Pertanto, con decorrenza immediata, si dispone la sospensione temporanea delle ferie, ad eccezione di quelle richieste per gravi ed inderogabili motivi (documentabili). Inoltre saranno consentiti i soli cambi consensuali tra operatori di esercizio. Il personale assegnato in servizio di linea di quarto turno che si renderà indisponibile dovrà recuperare il tempo perduto il primo giorno utile".

In sostanza, operatori e addetti all'esercizio non avranno più ferie fino a nuova disposizione dell'Amat. Un provvedimento necessario per scongiurare il rischio - parecchio concreto - di non raggiungere a fine anno la produzione chilometrica concordata con il Comune. E' infatti sulla base dei chilometri che l'Amat viene pagata dal socio unico. Con 550 autisti, su poco meno di 1.600 dipendenti, l'azienda non può permettersi nessuna defezione. Anche perché non ci sono più i cento autisti interinali che a rotazione hanno guidato i bus dell'Amat sino al 31 agosto scorso.

I sindacati, che lamentano carichi di lavoro eccessivi, hanno già formalizzato una richiesta urgente di convocazione. A firmarla tutte le parti sociali: Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Ugl, Orsa e Faisa-Cisal. Sotto accusa ci sarebbero i due turni, da 8 ore e mezza (anziché 6 ore e mezza) introdotti dal primo gennaio del 2016. Che, secondo alcuni sindacati, non sono proprio il massimo per autisti che hanno un'età media di 54 anni. Di più: quando si richiama personale di riposo aggiuntivo (concesso dopo l'aumento delle ore di lavoro), l'azienda in pratica deve sborsare più soldi per pagare gli straordinari. Insomma, un aggravio di costi.

Alla richiesta d'incontro dei sindacati, per affrontare "problematiche varie" (come ad esempio la gestione del tram), non è ancora seguita la convocazione dell'azienda. Verosimilmente, secondo quanto trapela da via Roccazzo, il confronto si terrà alla fine della prossima settimana. 

"L'istituto delle ferie e' uno dei diritti fondamentali del lavoratore. Lo sancisce la costituzione al comma 3 dell'art.36. Pare però che i vertici Amat abbiano disposto il blocco delle ferie per tutti gli autisti di autobus e tram, al fine, probabilmente, di raggiungere gli obbiettivi chilometrici dettati dal contratto di servizio". Così Sabrina Figuccia, consigliere comunale dell'Udc, che commenta: "Si tratta di una scelta gravissima, se confermata, che certificherebbe la totale incapacità di chi avrebbe dovuto occuparsi della programmazione del settore che rappresenta il core business aziendale, ossia il trasporto. Mi chiedo come mai l'azienda prova ad intervenire solo a poco più di due mesi dalla fine dell'anno. Inoltre prima di prendere provvedimenti cosi duri nei confronti di alcuni lavoratori, perchè non verificare se esistono autisti che svolgono altre mansioni? Sono sicura che il presidente Michele Cimino, che probabilmente non ha ancora una visione complessiva dell'azienda, chiederà a chi ha diretto fino ad ora settori così importanti di avviare un processo di razionalizzazione che non sia sempre a carico dei soliti lavoratori, che pagano purtroppo il conto di decenni di gestioni non sempre oculate".

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