Un inno all'amicizia in un film: "Smoke", dalle strade di Brooklyn al cinema Rouge et Noir
Smoke (1995), lunedì 19 marzo al Supercineclub del Rouge et Noir, è un film che entra dritto nel cuore per non uscirne più. È un inno alla voglia di raccontare, all’amicizia, ai sentimenti, al senso di umanità. Ed è un’umanità minuta, comune, ma densa di poesia, quella al centro di un’opera che descrive, a capitoli intrecciati, cinque personaggi, con le loro esistenze più o meno complicate.
Tutto ruota intorno al corner di una strada di Brooklyn, nella bottega di un tabaccaio-filosofo e demiurgo. Un luogo dove si incrociano piccoli destini e grandi lezioni di vita. Firmato dal cinese naturalizzato statunitense Wayne Wang è stato in realtà codiretto da Paul Auster, autore della sceneggiatura. Paul Auster è uno dei più grandi scrittori contemporanei, il suo nome è legato a capolavori come Trilogia di New York, e Smoke traduce perfettamente per immagini i suoi temi narrativi, il minimalismo delle esistenze che, attraverso i giochi del destino, disegna la grande mappa della vita umana.
Il film passa da una vicenda all’altra, da un personaggio all’altro con la leggerezza del fumo e con un’eleganza straordinaria. C’è lo scrittore Paul Benjamin (i due nomi di battesimo di Auster) che ha perso la moglie in una rapina e ha difficoltà a riprendere il suo lavoro; c’è il ragazzino di colore, generoso, testardo e ironico, che fugge alla ricerca del padre che si ricostruito altrove una vita; c’è Ruby, una donna sconfitta, che cerca di salvare la figlia tossicomane chiedendo l’aiuto della sua vecchia fiamma. E c’è soprattutto Augie, il tabaccaio, un uomo solo ma sereno nonostante il suo passato, che ogni giorno, alla stessa ora, scatta una foto del suo angolo di strada, consapevole che solo all’apparenza si tratta di immagini tutte uguali, perché in ognuna c’è un cielo diverso, comparse diverse, piccoli particolari cangianti: il piccolo grande segreto del racconto.
Il film si è avvalso di grandi interpreti: Harvey Keitel nei panni di Augie, William Hurt in quelli di Paul Benjamin, Forest Whitaker nel ruolo del padre che si è allontanato, più un gruppo di attori di strada e amici. Le riprese sono andate avanti con la filosofia e il ritmo di una produzione indipendente, con il piacere di stare assieme, di improvvisare. E il risultato è di una spontaneità e di una freschezza sorprendenti. Dalle scene tagliate, da colloqui spontanei è stato poi fatto nascere un secondo film, Blue in the Face.
Indimenticabili alcuni dialoghi, quando Paul racconta come è possibile pesare il fumo o la vicenda del figlio che trova in montagna, congelato, il corpo del padre morto più giovane di lui o quando Augie “regala” all’amico Paul la storia di Natale che sarà al centro del racconto che lo scrittore dovrà pubblicare su un giornale. Una storia che vedremo scorrere alla fine del film, muta e in bianco e nero, con l’accompagnamento di una splendida ballata di Tom Waits. Ricordo, sentimenti, favola e realtà si fondono un’ultima volta nella meravigliosa scoperta del piacere empatico del raccontare.
Smoke sarà proiettato lunedì 19 marzo alle ore 21, in lingua originale con sottotitoli in italiano, al Supercineclub del Rouge et Noir. Alle 20.30 la presentazione di Gian Mauro Costa e Marcello Benfante. Biglietto: 4 euro (3 euro per gli under 30).