Franco Franchi, maschera di Palermo: al Cinema De Seta l'omaggio a 25 anni dalla morte
"Franco Franchi, maschera di Palermo". L'omaggio a Franco Franchi a 25 anni dalla morte, sabato 9 e domenica 10 dicembre alle ore 21 al Cinema De Seta di Palermo.
Che cosa resta di Franco Franchi a 25 anni dalla morte, avvenuta il 9 dicembre del 1992? E' a questa domanda che cercherà di dare una risposta, il 9 e il 10 dicembre prossimi, l'associazione Lumpen che ha organizzato due serate al cinema De Seta in onore del grande attore palermitano. E per ripercorrere la storia di Francesco Benenato, in arte Franco Franchi, la Lumpen ha chiamato in causa gli attori palermitani Ficarra e Picone, Marco Giusti, autore televisivo e critico cinematografico e il regista Franco Maresco, autore di Come Inguaiammo Il Cinema Italiano (2004), il documentario più completo mai dedicato alla vita e all'arte di Franchi e Ingrassia, scritto e montato insieme a Daniele Ciprì e a Claudia Uzzo.
Nel corso delle due serate, curate da Maresco e Uzzo, saranno proiettatii filmati rari e inediti e mostrate anche foto - inedite pure queste - della coppia Franchi e Ingrassia sui set, in teatro e nella vita privata ( anche di Franco da solo ), insieme a rare locandine e poster realizzati per la distribuzione dei film della coppia in paesi stranieri come Francia, Germania e Argentina. Questi preziosi materiali sono stati messi a disposizione dell'evento da Simone Di Bella, un giovane collezionista appassionato di Franchi e Ingrassia.
Dice Franco Maresco, direttore artistico della Lumpen: "Franco Franchi è stato - insieme a Ciccio Ingrassia - l'ultima grande maschera dello spettacolo italiano del Novecento, sulla scia di Petrolini, Totò, Angelo Musco, erede diretto delle Vastasate palermitane settecentesche e rappresentante amatissimo di un'anima popolare che con lui si è estinta per sempre ". Non a caso sarà un poeta come Pier Paolo Pasolini a volere Franchi e Ingrassia nello straordinario Che Cosa Sono Le Nuvole, nel 1967, mettendoli accanto al grande Totò, idolo della coppia, intuendo prima di tutti che Franco e Ciccio incarnavano la tradizione antichissima di una commedia popolare risalente addirittura a Plauto.
"Con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia - continua Maresco - si chiude un'epoca, un modo di intendere la comicità. Dopo di loro c'è l'avvento dei comici alla Drive in, inizia l'apoteosi della risata piccolo borghese qualunquista del Bagaglino, per non parlare dei comici "intelligenti e di sinistra" dello zelig, che si differenziano da quelli del Bagaglino perché sul comodino hanno sempre una copia di Cent'anni di solitudine. Quella di Franco Franchi è stata una maschera bifronte, comica da un lato e tragica dall'altro.
Tutto il corpo di Franco, forte e snodabile come quello dei pupi palermitani, raccontava la fame, la lotta quotidiana contro la crudeltà e i soprusi del prossimo (l'inferno sono gli altri, è stato detto), ma anche l'orgoglio di un riscatto umano e artistico che oggi tutti dovremmo guardare con emozione e ammirazione". "Due talenti naturali che trasformavano ogni gesto in un divertentissimo gioco", dichiarano Ficarra e Picone, oggi considerati i soli eredi di Franco e Ciccio.