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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

A luglio una mostra a Palermo dedicata allo scultore Civiletti

Palazzo Fernandez unica sede per le sculture in gesso dell’Accademia e del Comune. Le collezioni saranno studiate e fruibili. Per la prima volta contratti di collaborazione per ventiquattro studenti dei diversi dipartimenti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Tre istituzioni insieme - Accademia di Belle Arti di Palermo (e quindi Stato), Regione Siciliana e Comune - per un grande progetto di recupero e valorizzazione del patrimonio artistico della città. La mostra. Tra le iniziative in programma, una grande mostra dedicata a Benedetto Civiletti, il rappresentante più significativo della scultura siciliana dell’Ottocento, prevista per il prossimo luglio. Un omaggio all’artista palermitano nell’anno in cui la sua città natale è Capitale italiana della Cultura e sede della biennale di arte contemporanea Manifesta 12. L’esposizione intitolata Benedetto Civiletti, quando il gesso diventa arte comprenderà una ricca selezione di gessi provenienti da collezioni pubbliche e private. Sculture concepite come opere finite e non per scopi didattici e quindi caratterizzate da una cura esecutiva e da una attenzione al dettaglio del tutto inconsueta per questo tipo di materiale.

Alcuni gessi sono virtuosisticamente dipinti al fine di ottenere l’effetto cromatico del bronzo (variando dalla tonalità bruno-dorata a quella verde scuro tipica del bronzo ossidato dopo una lunga esposizione agli agenti atmosferici). La pratica di produrre opere in gesso di altissima qualità era diffusa negli scultori dell’800. La mostra si articolerà in diversi nuclei tematici: il rapporto con l’antico, realismo sociale e storia, temi religiosi, scultura per l’architettura e monumenti urbani. I dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati stamattina nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a palazzo Fernandez in occasione della Giornata del Patrimonio alla presenza del presidente dell’Accademia di Belle Arti Alberto Coppola Amero D’Aste Stella, il direttore Mario Zito, l’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano e Roberto La Rocca, capo della segreteria tecnica dell’assessorato regionale ai Beni culturali. Palazzo Fernandez, spazio musealizzato.

Una mostra che si inserisce nell’ambizioso progetto di fusione delle collezioni del Comune le sculture della gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti che conserva riproduzioni dei capolavori dell’arte occidentale e alcuni partiti decorativi di architetture siciliane. Questo in vista della trasformazione di palazzo Fernandez in uno spazio musealizzato all’avanguardia per concezione espositiva e di fruizione come previsto dal progetto presentato all’assessorato regionale alle Attività produttive nell’ambito del PO FESR 2014/2020. Spazio musealizzato destinato ad ospitare una delle opere scultoree più rappresentative e articolate di Civiletti, la Battaglia di Dogali, premiata all’esposizione Nazionale di Palermo nel 1891. Un gruppo scultoreo che non fu mai realizzato in bronzo, oggi smembrato e conservato a Palazzo Ziino che sarà oggetto di un restauro etico di cui si parla da anni. A palazzo Fernandez sarà istituito un laboratorio aperto al pubblico che potrà seguire le fasi di intervento sul complesso capolavoro ottocentesco composto da tredici figure. Collaborazione retribuita per gli studenti dell’Accademia. Per la prima volta, l’Accademia attiverà dei contratti di collaborazione retribuita con una ventina di propri studenti dei diversi dipartimenti, impegnati in tutte le attività correlate alla mostra: allestimento, didattica, grafica, fotografia, restauro e scultura.. In accordo con il Comune, il progetto espositivo si estenderà alla città e gli studenti faranno da guida alla scoperta delle opere di Civiletti esposte in diversi luoghi urbani (Giardino Inglese, piazza Giulio Cesare, Politeama). “Gli studenti sono il vero patrimonio di questa Accademia – ha detto il direttore Mario Zito – E l’Accademia è per gli studenti e degli studenti”.

L’Accademia cerca spazi. La trasformazione di palazzo Fernandez in spazio musealizzato impone all’Accademia di individuare strutture preferibilmente attigue con nuovi spazi da destinare alla didattica e ai laboratori. Un’ipotesi già avanzata da Salvare Palermo alcuni anni fa, è la settecentesca Casa delle Figlie della Carità, conosciuta come Ritiro Filippone dal sacerdote che lo fondò nel 1741 per fini assistenziali, più precisamente sanitari. I volumi. La Giornata del Patrimonio è stata l’occasione per presentare tre pubblicazioni con ricchi apparati fotografici: Le Collezioni del Patrimonio a cura del direttore e dei docenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, istituzione fondata nel 1780. “Un volume che si compone di diverse sezioni che corrispondono non soltanto alle differenti anime della collezione, ma anche ad alcuni degli ambiti sui quali si fonda la nostra istituzione – ha detto il presidente -. L’opera di catalogazione, recupero e valorizzazione delle collezioni tutt’ora in corso è doppiamente meritevole di apprezzamento sia nell’ottica della patrimonializzazione sia in quella, primaria per l’Accademia, la didattica”.

Il secondo volume, Patrimoni da svelare per le arti del futuro, è una raccolta degli atti del primo convegno di studi sulla salvaguardia dell’immenso patrimonio architettonico, storico-artistico, archivistico e librario delle 22 Accademie storiche d’Italia. Un volume curato da Giovanna Cassese, storica dell’arte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Il terzo volume, Oltre il Segno/Oltre Mare, è il risultato di un progetto realizzato in collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti e il Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR) - Istituto per l’Ambiente Marino Costiero di Capo Granitola. “L’Accademia svolge un ruolo fondamentale per la conoscenza e la promozione dell’Arte contemporanea – ha detto il direttore Mario Zito – in tal senso le opere grafiche contenute nel volume sono rappresentative delle finalità intrinseche della nostra istituzione”.

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