Ghiorgos Sarandaris, la silloge "Giorni" alla Chiesa di Sant'Antonio Abate
Martedì 3 marzo alle ore 16.30 presso la Chiesa di Sant'Antonio Abate allo Steri, in piazza Marina, sarà presentata la silloge "Giorni" del poeta greco Ghiorgos Sarandaris, pubblicata dalla casa editrice La Zisa nell'ambito dell'iniziativa "Sogni di poca vita".
Interverranno Maria Caracausi, Maria Concetta Di Natale, Renata Lavagnini, Vincenzo Rotolo e Davide Romano. Leggerà alcune poesie l'attrice Maria Teresa de Sanctis. Il poeta greco Ghiorgos Sarandaris (1908-1941) si può considerare italiano d'adozione, poiché nel nostro Paese trascorse la maggior parte della sua breve vita. Nonostante l'amore per l'Italia e la sua cultura, non venne mai meno in lui un forte senso di appartenenza alla Grecia.
Alla base della poesia di Sarandaris è il conflitto tra mondo reale e ideale, tra esigenza di concretezza e aspirazione alla purezza ideale, all'assoluto. La poesia è per Sarandaris «l'unica conoscenza originale e immediata della realtà», uno strumento di conoscenza attraverso il quale giungere al Logos e cogliere il senso dell'esistenza. Amore e poesia, ricerca a tratti spasmodica dell'assoluto, dello spirito infinito nella finitezza della vita umana, sono la cifra per la comprensione della sua opera. In questa breve raccolta di 80 pagine (al costo di 10 euro) sono compresi diversi componimenti, dai primi esperimenti poetici fino agli ultimi mesi di vita del poeta. Non sappiamo, naturalmente, a quali sviluppi artistici avrebbe potuto condurre un'ulteriore maturazione, in un'esistenza più lunga, e possiamo solo dolerci che questa possibilità sia stata negata a Ghiorgos Sarandaris.
La raccolta fa parte della collana Nostos, una serie di testi dalla Grecia moderna ideata e diretta da Maria Caracausi. "Nostos" è parola antica che indica il ritorno al luogo natìo. Scegliendo questo nome per la collana di testi dalla Grecia moderna delle Edizioni La Zisa, si è voluto alludere a un ritorno interiore alle origini, a una dimensione ideale in cui si compenetrano passato e presente, l'Ellade dell'eredità classica e la moderna "Romiosini" nella sua realtà più autentica.