"Il genere, luogo precario": tre giorni eventi e dibatti con Arcigay
Da mercoledì 17 a sabato 20 dicembre, a Palazzo Branciforte, arrivano tre giorni di eventi e dibattiti sull'identità di genere organizzati dall'Arcigay.
Nell'introduzione di "Fare e disfare il genere", Judith Butler si propone di "disfare quelle concezioni dominanti che dettano norme restrittive in materia di genere e sessualità": "concezioni normative del genere e della sessualità possono neutralizzare il soggetto, minando la vivibilità della sua esistenza". La neutralizzazione è un principio di novità: con il superamento delle concezioni normative, ognuno può inaugurare un'idea di sé "relativamente nuova, che si pone l'obiettivo di una maggiore vivibilità".
"Il genere, luogo precario" (dal titolo del saggio introduttivo a "Fare e disfare il genere", a cura di Federico Zappino) è una manifestazione organizzata da Arcigay Palermo che coinvolge arte, letteratura, politica, sociologia e medicina, e che si svolgerà nella prestigiosa sede di Palazzo Branciforte, uno storico palazzo della fine del XVI secolo, restaurato da Gae Aulenti. Ci si propone di indagare quei processi che costruiscono un percorso verso il superamento della semplice categorizzazione dicotomica maschile/femminile, aprendo ad una possibilità di intendere il proprio corpo, così come la propria identità, in termini relazionali e non più solamente normativi.
"E' proprio attraverso il corpo che il genere e la sessualità sono esposti agli altri, implicati nei processi sociali, marcati dalle norme culturali e sussunti nei loro significati sociali. In un certo senso, essere un corpo significa essere esposto agli altri, anche quando un corpo è chiaramente il proprio, quello per il quale noi rivendichiamo i diritti di autodeterminazione. Questo vale sia per le rivendicazioni di libertà sessuale da parte di lesbiche, gay e bisessuali, sia per le rivendicazioni di autodeterminazione di transessuali e transgender.
E vale anche per il diritto degli intersessuali a essere liberi da interventi coercitivi, medici, chirurgici o psichiatrici che siano, per ogni rivendicazione di libertà da attacchi razzisti, fisici o verbali e per la rivendicazione delle donne alla libertà riproduttiva. È difficile, se non impossibile, rivendicare questi diritti senza ricorrere al concetto di autodeterminazione, e, in particolar modo, senza ricorrere a quello di autodeterminazione del/sul proprio corpo.” (cit. Judith Butler "Fare e disfare il genere" a cura di Federico Zappino (ed. Mimesis, novembre 2014). Ecco gli eventi, ad ingresso libero, in programma per la manifestazione:
mercoledì 17 dicembre
- ore 18 - Presentazione dell'edizione italiana del saggio di Judith Butler "Fare e disfare il genere" a cura di Federico Zappino (ed. Mimesis, Novembre 2014). Con Federico Zappino, ricercatore in Filosofia Politica presso l'Università degli Studi di Sassari, e Giulia de Spuches, docente di Geografia culturale presso l'Università degli Studi di Palermo;
venerdì 19 dicembre
- ore 18 - "Indagini sul genere": discussione con l'artista Cesare Viel e Paola Nicita, storica dell'arte e curatrice. Proiezione dei lavori video dell'artista: "La partita di pallone" (2001), realizzato con Luca Vitone / "Domande d'identità" (1999) / "Androginia" (1994);
sabato 20 dicembre
- ore 10 - Convegno: "Intersessualità e politiche di contrasto ad omofobia e transfobia, con il professore Giovanni Puglisi (presidente Fondazione Sicilia) e Mirko Pace (presidente di Arcigay Palermo). Modera Paolo Patanè, coordinatore del Comitato Palermo Pride. Interventi di Lucie Veith (Intersexuelle Menschen e.V - Amburgo), Antonio Rotelli (Rete Lenford), Michele Formisano (Nps Italia), Marco Buemi (Unar), Davide Faraone (sottosegretario di Stato all'Istruzione), e Giovanna Martelli (consigliera del presidente del Consiglio dei Ministri in materia di Pari Opportunità);
- ore 13 - Pranzo;
- ore 15 - Focus sull'intersessualità con Lucie Veith (Intersexuelle Menschen e.V. - Amburgo); ore 18.30 - Spazio Monte Santa Rosalia. Perfomance di Cesare Viel, "Virginia ai panni vecchi".