"Le città invisibili" alla Incontri in Arte: dal libro di Calvino alla mostra di Federica Saletta
Giovedì 18 maggio, alle ore 19, la galleria Incontri in Arte di Valeria Cacioppo è lieta presenta "Le città invisibili", la prima mostra personale di Federica Saletta a cura di Floriana Spanò.
Le città invisibili sono dei luoghi ideali, creati dalla nostra immaginazione attraverso una rielaborazione e reinterpretazione degli spazi vissuti o visti. Fondamentale in questa rielaborazione è la memoria che dà consapevolezza del passato, guardando al futuro con l'esperienza acquisita.
Questi luoghi, frutto dell'immaginazione, mostrano contemporaneamente uno spaccato della nostra quotidianità, scontrandosi ripetutamente con un mondo che ci illudiamo di conoscere e controllare ma che in realtà risulta inafferrabile creando un senso di smarrimento. La città è la testimonianza tangibile di un impegno sociale costante, in perenne cambiamento, che rappresenta una sfida quotidiana tra lavoro teorico e pratico.
L'uomo, in qualità di esploratore del mondo, ha ben in mente un modello di città da cui tutte le altre dovrebbero prendere esempio, pianificando per le stesse inevitabili processi di riqualificazione e riappropriazione urbana per un diritto alla città acquisito nel corso del tempo.
Il titolo della mostra "Le città Invisibili" prende spunto dall'opera di Italo Calvino pubblicata nel 1972. Il romanzo fantastico-allegorico viene scritto dall'autore partendo dai ricordi di viaggi, soprattutto dalle annotazioni poetiche e dalle sensazioni del momento che gli venivano trasmesse da un determinato luogo o persona in base ai suoi stati d'animo.
Per questo motivo la narrazione descrive città tristi e contente, città dal cielo stellato e piene di spazzatura, di spazi e impressioni, fissate come in un diario in cui l'esploratore veneziano Marco Polo presenta a Kublai Kan, imperatore dei Tartari, una serie di relazioni sulle città del territorio dell'Impero che costituiscono per il Gran Khan il miglior mezzo per avere un quadro dettagliato di ciò che accade nel territorio del quale è sovrano.
"Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra." Città reali e immaginarie, architetture da sogno e paesaggi da brividi si mescolano dando come risultato uno spaccato della complessità e del disordine della realtà.
I resoconti di Marco Polo rendono evidenti le difficoltà della società contemporanea "l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme" ma anche che queste città sono anche sogni "tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura". In mostra circa 18 opere tra tele e tavole ed all'interno della stessa verranno ospitate quattro opere scultoree di Gabriele Venanzio.