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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Zyz-Ecodesign, e-commerce e riuso "I rifiuti possono essere risorsa"

Il brand nasce dalla reunion di due persone con percorsi diversi ma accomunati da filosofie di vita condivise. Il business ruota attorno al riciclo di materie prime, valorizzando la lavorazione artigianale

E' tutta una questione di punti di vista: per alcuni gli oggetti ed i materiali possono avere un ciclo di vita limitato, per altri possono essere ricomposti così da creare nuove "generazioni" nate attorno al concetto del riuso. Assecondando questa filosofia di vita, ma anche economica, è nata lo scorso giugno "Zyz - Eco design".  Si tratta di un progetto imprenditoriale che riunisce personalità diverse ma, allo stesso tempo, legate da una passione condivisa.

Continua dunque il nostro viaggio all'interno del tessuto economico locale, e questa volta lo facciamo con un giovane trio di imprenditori legati da un'idea tanto semplice quanto innovativa. Da materie prime in disuso, sfridi e vecchie mimetiche militari nascono nuove borse ed accessori. Conosciamo così Giuseppe Rogato, architetto e ideatore del progetto al fianco di Federico Bruno, noto per la sua campagna "Eco mulo" e Laura Latino, finanziatrice di Zyz.

Cosa c'è dietro al nome che avete scelto?
"Zyz è una parola di origine araba e significa fiore, rinascita. Oltre ad indicare la reunion tra me e Federico, autori di iniziative diverse fra loro e apparentemente lontane, rappresenta chiaramente il concetto alla base della nostra idea, ossia quello di dare una seconda vita ad oggetti e materiali dimenticati. Vuole essere una sorta di unificazione culturali dei paesi mediterranei, volta alla valorizzazione delle realtà locali e dei mestieri antichi".

Un business basato sui materiali di riciclo, quali esattamente?
"Recuperiamo 'scarti' e materiali in disuso, acquistando pelli in stock, materiali in disuso come jeans e mimetiche militari. Tutto ciò che gli altri 'buttano' per noi diventa una risorsa. Con le materie prime a disposizione realizziamo una prima linea, poi utilizziamo tutti gli sfridi realizzando dei patchwork di altissima qualità, dove viene valorizzata la lavorazione manuale".

Non temete la concorrenza dei marchi più famosi?
"Innanzitutto va detto che al momento stiamo realizzando i prototipi, che andiamo proponendo nelle varie fiere o in temporary shop in giro per il mondo. Crediamo però di poter scalzare i competitors grazie all'innovazione da noi immaginata. Qui, probabilmente, affermarsi potrebbe risultare più difficile. Per questo abbiamo intenzione di puntare sull'e-commerce, certi che tra il mercato locale e quello estero, riusciremo a ritagliarci la nostra fetta di mercato. Abbiamo avuto già molti contatti con distributori russi, olandesi o dei paesi dell'est e stiamo anche valutando di lanciare un franchising".

Dunque niente "negozio fisico"?
"Al momento no, ma è qualcosa a cui penseremo in un secondo momento. Questo ci aiuterà ad abbattere notevolmente i costi di un'impresa, soprattutto in riferimento alla tassazione, divenuti ormai insostenibili su tutto il territorio nazionale. Attualmente nel settore ci si imbatte con due realtà: quella della grande produzione a basso costo sul modello cinese e dei centri commerciali, e quella delle grandi firme caratterizzate spesso da costi proibitivi".

Nonostante l'idea sia innovativa, non vi preoccupano le abitudini d'acquisto dei consumatori?
"No, per nulla. Crediamo molto nel prodotto. Tutto il resto verrà da se e sarà frutto delle nostre scelte. Poi, certo..serve anche un pizzico di fortuna. Qui il concetto di produzione eco-sostenibile non funziona granché, infatti credo che Zyz sia l'unica realtà di questo genere nel sud Italia. Stiamo comunque parlando di un prodotto di ottima fattura venduto ad un prezzo alla portata di tutti. Questo è il nostro valore aggiunto".

Oltre all'aspetto commerciale, c'è una visione dietro tutto ciò?
"Certo, vogliamo in qualche modo sensibilizzare il pubblico. Tutti i 'rifiuti' possono essere una risorsa, ma vanno minimizzati. E la colpa non è esclusivamente della gente, anzi..tutt'altro. Basta vedere il packaging di tutti i prodotti più nuovi. Scatole dentro scatole, con altre parti in plastica e cellophane. Nel tempo siamo stati abituati a buttare tutto e indistintamente negli stessi contenitori. Servirebbe che dai piani alti cominciassero a ragionare su queste cose".

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